Italia e Germania: dal secondo dopoguerra ai trattati di Roma
Con questo lavoro ho cercato di ripercorrere, sia pure in grandi linee, le vicende che caratterizzarono la vita dell’Italia e della Germania dall’immediato dopoguerra al 1957, anno della firma dei trattati di Roma. A guerra conclusa la Germania e l’Italia si vennero a trovare in una condizione analoga. La sconfitta del nazismo e del fascismo aveva inferto un duro colpo al prestigio delle due nazioni. I due stati dovettero impegnarsi con tutte le loro forze per riacquistare credito a livello internazionale e per ritrovare una nuova collocazione all’interno di un quadro politico europeo profondamente cambiato. I molteplici parallelismi nella ricostruzione politica ed economica condotta da De Gasperi e Adenauer nei rispettivi paesi, finirono per ripercuotersi anche nelle loro scelte di politica estera. Le due nazioni finirono per assumere posizioni identiche in tema di politica interna, integrazione e sicurezza.
Con il primo capitolo ho voluto fornire un’immagine generale della situazione politica ed economica del nostro paese dai primi anni del dopoguerra alla seconda metà degli anni cinquanta. Questi furono anni importanti, in cui l’Italia fece scelte destinate a condizionare profondamente il suo futuro. Sul piano interno è necessario ricordare che il 2 giugno del 1946 l’Italia divenne per volontà della maggioranza dei cittadini una Repubblica. La scena politica in questo periodo fu caratterizzata dallo scontro tra le due forze politiche dominanti (DC e PCI) e dal trionfo della Democrazia Cristiana, oltre che dall’affermazione personale del suo principale esponente, Alcide De Gasperi. I governi finirono per essere imperniati sulla formula del centrismo, scelta fatta da De Gasperi nel ’48 e che garantì pur se con difficoltà e contrasti la governabilità del paese per oltre un decennio. In ambito economico dovettero affrontarsi i difficili problemi legati alla ricostruzione e proprio in questo clima furono fatte scelte rilevanti destinate a favorire la ripresa e lo sviluppo economico del paese. La decisione più importante fu di sicuro l’adozione di una politica commerciale liberista e la conseguente adesione al Piano Marshall. In politica estera si passò invece dalla firma del trattato di pace nel ’47, che impose al nostro paese pesanti condizioni, all’inserimento a pieno titolo dell’Italia nelle più importanti organizzazioni internazionali ed europee.
Un quadro organico delle vicende politiche ed economiche della Germania dall’occupazione alleata alla fine degli anni cinquanta è delineato nel secondo capitolo. La Germania fu lo Stato che dopo la seconda guerra mondiale perse in misura maggiore il suo ruolo da protagonista. Le dimensioni della sconfitta subita, la divisione del paese, la sua occupazione e la successiva creazione di due stati furono segni evidenti della perdita della stessa identità nazionale. L’iniziale diffidenza nutrita dagli alleati verso la Repubblica federale venne superata nel giro di poco tempo, in coincidenza con l’accentuarsi dei contrasti tra le due superpotenze. La congiuntura della “guerra fredda” portò ad una completa revisione della politica concordata a Potsdam dalle potenze vincitrici nei confronti della Germania sconfitta. Cosicché a dieci anni dalla disfatta lo Stato federale aveva raggiunto non solo la piena sovranità, ma anche la completa integrazione politica, militare ed economica nel sistema occidentale. La Germania dell’Est, zona d’occupazione dell’URSS nell’immediato dopoguerra, finì invece per essere integrata all’interno delle strutture militari ed economiche del blocco sovietico. Sistema militarmente e ideologicamente opposto a quello occidentale che finì per legare i membri della comunità socialista allo Stato-guida, senza offrire possibilità di scelte autonome.
L’ultimo capitolo è infine dedicato al riavvicinamento tra il nostro paese e la Germania dell’Ovest, avvenuto già prima della costituzione della Repubblica federale, anche se sotto controllo delle potenze vincitrici. Dai primi contatti, avvenuti nel ’45 con l’invio di una missione militare italiana in Germania, se pur dai poteri limitati, si giunse nel ’47 all’istituzione della rappresentanza italiana a Francoforte, missione che costituì il nucleo della futura ambasciata d’Italia a Bonn. Gli anni più intensi di rapporti tra i due stati si ebbero tra il ’51 e il ’53, periodo che coincise con l’avvio del processo di costruzione dell’integrazione economica e politica europea; e che come conseguenza dell’aumento della tensione fra i due blocchi portò alla ribalta la questione del riarmo tedesco. Dopo un periodo di allentamento, le relazioni italo-tedesche dal ’55 al ’57 si intensificarono nuovamente, soprattutto nel settore economico e in quello dell’integrazione. Vi fu infatti in tutti i settori un considerevole aumento degli scambi e nel 1957 i due stati entrarono a far parte del MEC e dell’EURATOM.
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Informazioni tesi
Autore: | Melinda Caporlingua |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche indirizzo internazionale |
Relatore: | Marcello Saija |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 97 |
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