Il principio "rebus sic stantibus" nel caso Gabcikovo-Nagymaros
In questo lavoro tendo ad approfondire, attraverso le interpretazioni ed applicazioni del principio rebus sic stantibus, fin dalla sua prima formulazione ad oggi, nella prassi del diritto internazionale, la sostenibilità della posizione del governo ungherese del 1992, relativa al caso Gabcikovo-Nagymaros.
Nel 1977 l'Ungheria e la Cecoslovacchia firmarono un trattato internazionale per costruire un sistema congiunto di dighe sul Danubio. L'obiettivo principale era la produzione di energia idroelettrica, tra gli obiettivi secondari rientravano la regolazione del flusso, lo sviluppo dell'agricoltura e del trasporto fluviale.
Nel 1989 il governo ungherese decise di cessare i lavori, inerenti alle opere di sua competenza, quindi nel 1992 dichiarò estinto il trattato del 1977, invocando i principi della Convenzione di Vienna del 1969 sulla successione degli Stati nei trattati.
Nelle motivazioni della propria posizione, il governo ungherese attribuì un particolare peso al principio rebus sic stantibus, facendo riferimento all'art. 62. primo comma, lettera (a) della Convenzione.
nel 1993 l'Ungheria e la Repubblica Slovacca chiesero alla Corte Internazionale di Giustizia di pronunciarsi nel riesame del trattato stipulato tra essi nel 1977.
La Corte si pronunciò il 25 settembre 1997.
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriella Vari |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Internazionali e Diplomatiche |
Relatore: | Marco Balboni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 117 |
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