Il linguaggio politico del movimento zapatista
In questa tesi presento un’analisi del linguaggio politico del movimento zapatista. Il 1° gennaio 1994 segna per il Messico l’inizio di un nuovo lungo periodo di lotte nonché l’inizio di una nuova epoca di cambiamenti. E' in questa data, infatti, che insorge l'Ejercito Zapatista de Liberacion Nacional. La forza dell’EZLN è una forza che viene da dentro, è l’accumulo di cinquecento anni di soprusi e violenze subite, l’accumulo di rabbia e disperazione. Si potrebbe pensare che la caduta del Partito Rivoluzionario Istituzionale (partito storico che governava in Messico da settant’anni), nelle elezioni del 2001, sia dovuta al fenomeno dello zapatismo, ma anche che il PRI, zapatismo a parte, fosse destinato ugualmente a cadere. Per quanto non sarebbe del tutto sbagliato considerare il crollo del PRI come una delle prime conseguenze dello zapatismo, molteplici e importanti sono le ripercussioni che lo zapatismo ha avuto sul Messico negli ultimi otto anni. Per esempio, il grande appoggio che questo movimento ha ottenuto dalla società civile, nazionale e internazionale, dovuto forse all’originalità di un movimento guerrigliero che è paradossalmente contro le armi ma che, allo stesso tempo combatte affinché al mondo non debbano esistere più soldati e più nessun tipo di guerra; dovuto anche all’anticipazione di una lotta estremamente attuale, la lotta contro la globalizzazione e i sistemi capitalistici (lo zapatismo si può definire come il precursore di tutti i movimenti antiglobalizzazione, del popolo di Seattle, Porto Alegre, Genova).
Senza dubbio, uno dei motivi principali di come lo zapatismo abbia ottenuto una tale ampiezza di adesione è dovuto alla creazione di un nuovo linguaggio politico, completamente al di fuori dai canoni del linguaggio politico tradizionale. Sicuramente, l’EZLN non tiene testa alla potenza militare dei suoi avversari sul campo di battaglia, ma se la battaglia viene fatta a parole allora l’EZLN è sicuro di vincere. L’appoggio della società civile sul piano nazionale e internazionale, di giornalisti e mass-media, di letterati e intellettuali di tutto il mondo, di leader di partiti politici, è indubbiamente cresciuto grazie all’interessamento di tutte queste personalità alla potenza del linguaggio zapatista.
Nell’ambito del mio lavoro di tesi, effettuo l’analisi del linguaggio zapatista cogliendone due aspetti: in primo luogo mi soffermo sull’aspetto puramente politico del linguaggio, estrapolandone i simboli di identificazione positivi e negativi ricorrenti in discorsi e comunicati dell’EZLN. Il linguaggio zapatista possiede l’arte di accendere in milioni di persone suggestioni e identificazione, immagini mentali che hanno la forza di disegnare un particolare stile di vita. È emblema di un modello di comportamento che cambia termini fondanti del vocabolario come potere e democrazia, e che mette il rispetto delle differenze sopra ogni altra cosa.
Successivamente passo ad esaminare l’altra “faccia” del linguaggio zapatista, ossia il suo aspetto originale, che si allontana dal linguaggio politico puro. In questo caso prendo in esame il linguaggio del subcomandante Marcos. Questa figura, che viene stereotipata oggigiorno come il capo dell’EZLN, costituisce il leader solo per ciò che riguarda le decisioni militari. Nonostante ciò, e benché Marcos, personalità estremamente modesta e schiva, voglia continuamente ribadirlo, restiamo fermamente convinti che sia lui l’artefice e la mente del linguaggio zapatista. D’altronde, a parte i comunicati e i discorsi dell’EZLN, che in effetti potrebbero anche essere stati scritti “a più mani”, si contano numerosi racconti, novelle, discorsi, comunicati, saggi firmati a nome del subcomandante Marcos. La sua grande dimestichezza con lo scrivere, il suo forte senso dell’umorismo, l’originalità delle sue parole cariche di simbolismi e di espedienti letterari atipici per un discorso politico, ci porta, in un certo senso, a definirlo come letterato, narratore o intellettuale, a distanziarlo dalle classiche figure dei grandi oratori politici.
Grazie alla caratteristica di un linguaggio così particolare, ricercando una definizione adeguata ad esso, arrivo nelle conclusioni a delineare lo zapatismo come movimento inconsueto, lontano dai movimenti di guerriglia latinoamericani, dai movimenti populisti, ed infine lontano dai cosiddetti movimenti di sinistra.
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Informazioni tesi
Autore: | Barbara Pozzi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Giorgio Fedel |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 131 |
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