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Evoluzione della comunicazione organizzativa in una Public Utility - il caso Poste Italiane

In un mondo in cui la comunicazione assume un ruolo sempre più importante, se non fondamentale, ci si rende conto di non poter più fare a meno di interagire con la realtà che ci circonda.
Processi comunicativi di diversa natura, ci coinvolgono in ogni campo come in ogni relazione, umana, professionale, affettiva, economica, ed ancora oltre, così che la comunicazione diventa per noi prassi comune, di tutti i giorni verrebbe da dire, di ogni istante mi verrebbe da puntualizzare.
La comunicazione inter-personale abbraccia quella “inter-continentale”, così come le relazioni a lunga distanza affiancano lo scambio d’idee vis à vis.
Ormai non ci si fa più caso ed intanto accade che giorno dopo giorno siamo sempre più immersi nel cosiddetto, e forse a volte inflazionato, “Villaggio globale”, in cui “tutto”, in termini di informazione, diventa dominio di “tutti”.
Si può sostenere che nella società attuale, definita post-industriale, il forte aumento del bisogno di comunicazione dipenda sostanzialmente da due fattori riconducibili all’aumento del numero, dell’eterogeneità e dell’interdipendenza degli attori da un lato e, dall’altro, alla maggiore complessità della loro struttura organizzativa.
Nasce da qui la curiosità con il successivo studio, che ho presentato in questa tesi, del caso Poste Italiane, l’“emblema” degli sportelli ma anche, allo stato attuale, una grande realtà aziendale esempio di eccellenza ed affidabilità nel settore dei servizi.
La mia indagine potrebbe essere concepita come una sfida personale: cercare di sovvertire schemi e preconcetti, e parlare di comunicazione organizzativa partendo proprio da quel punto che era indicato come off limits per tale disciplina.

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5 PREMESSA BENVENUTI NELL’ERA DELLA COMUNICAZIONE Sono passati ormai oltre sei anni dall’alba del nuovo millennio, da quella data il 01/01/2000 che rischiava di far saltare all’aria il mondo della comunicazione, ossia in poche parole l’intero mondo attuale. Troppo catastrofici? Forse, ma già mesi prima del fatidico avvento dell’anno duemila, la comunità internazionale ed anche scienziati, matematici, programmatori informatici, si era mobilitata ad affrontare quella che, se non gestita correttamente, si sarebbe rivelata come la “catastrofe annunciata” più distruttiva della storia dell’umanità. Il rischio paventato da più parti era quello dovuto alla presenza di una serie successiva di zeri nella data, che sarebbe scattata con il nuovo anno, tale da far “confondere” migliaia di computer su tutto il pianeta ed in grado di mandare in tilt la rete informatica mondiale. Banche dati distrutte e sistemi automatizzati in panne, ovvero città nel caos per mancanza di semafori, black-out idrici ed energetici, ingenti capitali “virtuali” distrutti 1 , e poi nervosismo, isterismi 2 , le profezie di Nostradamus 3 , insomma un destino segnato. In realtà nulla di tutto ciò: il fantomatico Millenium bug non hai mai colpito. Che significa tutto questo? E’ semplicissimo: non possiamo più fare a meno di comunicare. 1 È il problema del baco di programmazione del formato di data negli elaboratori elettronici in concomitanza dell’anno 2000, secondo cui alcune persone avrebbero rischiato di vedere il loro capitale in banca soffrire di interessi secolari negativi nel passaggio fra il 31-XII-1999 e il 01-I-2000 a causa della data 2000 che abbreviata in 00 nei contatori del calendario interno dei vecchi elaboratori, sarebbe potuta essere confusa da questi con il 1900 2 «Nella contea di Loudon temono addirittura di aver bisogno di gas lacrimogeni per allontanare la folla presa dal panico e il vice-sceriffo fa incetta di maschere antigas. In un grande magazzino a nord della capitale, scrive oggi il “Washington Post”, l’amministrazione cittadina sta ammassando acqua minerale, coperte, cibo in scatola e piccoli generatori, da distribuire in caso di necessità. Una necessità talmente probabile che i comandanti della polizia e dei vigili del fuoco sono pronti a trasferirsi in un centro mobile costato 350 mila dollari» tratto da Millenium Bug, niente paura, però… in «La Repubblica», 19 dicembre 1999 3 Si vedano, a questo riguardo: Polidoro, Massimo, “Le profezie di Nostradamus”, in Grandi misteri della storia, Piemme, 2002, pp. 195-215 e Randi, James, La maschera di Nostradamus, Avverbi, 2001

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