Disagio mentale e violenza strutturale in Mozambico: il caso dei quartieri peri-urbani di Maputo
Obiettivo e ipotesi: La relazione tra condizioni di povertà assoluta e manifestazione dei disagi psichici è stato il principale oggetto di analisi di questa ricerca. L’ipotesi teorica discussa si basa sul presupposto che le strutture sociali in generale, e le locali interpretazioni di salute e malattia in particolare, hanno natura politica e sono frutto di determinanti socioeconomiche specifiche di un particolare contesto storico. Questo approccio evidenzia come, in Mozambico, il maggior rischio di esposizione a malattie da parte di alcuni strati della popolazione sia riconducibile alla instabilità economica e a contesti politici di ingiustizia sociale. Vedere quindi la sofferenza mentale come uno dei frutti della povertà, creata e definita dalle scelte economiche e politiche nazionali che si inscrivono in interventi e strategie internazionali, aiuta ad individuare i contemporanei meccanismi sociali dell’oppressione. Il problema da affrontare è stato infatti: come vengono incorporate le forze della violenza strutturale nell’esperienza individuale? In che termini il sottosviluppo influisce sul manifestarsi di un disagio e sui relativi percorsi terapeutici? Le politiche atte a sanare o a contenere il disagio diffuso sono vere strategie di cambiamento o solo tecniche per consolidare lo status quo?
Metodologia: La ricerca sul campo si è svolta fra il 18 Ottobre 2007 e l’ 11 Gennaio 2008 in alcuni quartieri periferici della capitale mozambicana, Maputo. Il lavoro ha seguito tre fasi principali. La prima è stata dedicata agli studi di area esploranti la cultura delle popolazioni mozambicane, le scelte di politica economica affrontate dal governo negli ultimi decenni, le caratteristiche del servizio sanitario nazionale. Sono seguite diverse attività svolte nei quartieri peri-urbani di Maputo, che hanno dato la possibilità di ottenere una visione più chiara e completa della realtà: interviste semistrutturate alla popolazione, ai malati, agli attori sanitari, a rappresentanti di associazioni e ONGs. La terza fase è stata l’analisi dei dati epidemiologici e i contenuti della letteratura internazionale che vede la povertà materiale come alto fattore di rischio per lo sviluppo di malattie mentali e come fattore prognostico per l’esito delle malattie stesse.
Risultati e conclusioni: La povertà, definita come fenomeno sociale multidimensionale, è la chiave di volta per spiegare sia l’origine dell’instabilità psicologica della parte più debole della popolazione, sia la fragilità della struttura istituzionale o informale di salvaguardia della disabilità. Nelle interviste ho potuto individuare due modalità di affrontare il fenomeno: da un lato si può notare come la malattia e la cura siano elementi umani strettamente legati al sistema affettivo individuale, dall’altro lato si intuisce come l’esperienza della malattia abbia origini socio-economiche. Superando i modelli biomedici e cercando di andare oltre lo stereotipo che vede le società rurali come libere da elementi di rischio psichico e la società post-moderna come inevitabilmente connessa al dramma interiore, i risultati della ricerca focalizzano l’attenzione sul principale fattore di protezione: il supporto sociale, specificatamente inteso come sereno ambiente affettivo e sociale inserito in uno sviluppato sistema pubblico di assistenza e tutela dei diritti. In Mozambico la povertà alimenta la manifestazione di patologie mentali e, distruggendo la capacità sociale di interventi di sostegno e assistenza, compromettono un libero percorso di guarigione. L’ipotesi teorica è avvallata dalle esperienze di malattia e di povertà raccolte sul campo: la sofferenza deriva da rapporti interpersonali di varia natura messi a rischio dal sottosviluppo, dettato silentemente da politiche economiche e sociali di natura esogena ed endogena. Ciò che sottende ai racconti di vita esposti nell’elaborato è che le politiche economiche ed i problemi di salute mentale sono strettamente legati.
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Informazioni tesi
Autore: | Mina Ubbiali |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze per la cooperazione allo sviluppo |
Relatore: | Anna Maria Gentili |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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