Da periferia a centro: l'evoluzione dell'area Pirelli-Bicocca
Al di fuori della Milano ambrosiana, quella contenuta dalla cerchia dei navigli, sta prendendo forma una delle più rilevanti trasformazioni urbane d’Europa. Analogamente a quanto è avvenuto in molte altre città europee, in una prima fase, la profonda modificazione della struttura industriale degli anni Settanta e Ottanta ha lasciato nel tessuto urbano fisico e sociale, del quale la fabbrica aveva rappresentato il principale principio ordinatore, grandi vuoti spaventosi, nel senso letterale di generatori di timore. Ma in una fase successiva, nella quale stiamo entrando proprio in questi anni, la città si sta riorganizzando lungo direttrici di sviluppo, fisiche e settoriali, che cominciano ad essere evidenti, ma che sono ancora immerse nel tessuto precedente. La crisi del modello produttivo fordista e il conseguente avvio di un nuovo ciclo economico sono alla base dei mutamenti e delle sollecitazioni a cui la città è stata sottoposta in questi ultimi decenni e di cui il caso dell’area Pirelli-Bicocca affrontato in questa sede è un esempio emblematico e rappresentativo, pur con le sue peculiarità specifiche. Il Progetto Bicocca nasce formalmente nel 1985, da un accordo stipulato fra le Industrie Pirelli, proprietarie dall’area in questione, e le autorità locali, ovvero il Comune di Milano, la Provincia di Milano e la Regione Lombardia. Il Protocollo di Intesa è l’esito di un rapporto di collaborazione tra operatore pubblico e operatore privato inedito nella nostra città, tanto da creare un caso specifico nella gestione dei rapporti tra privato, qui inteso come grandi gruppi industriali, ed enti pubblici. Esso sancisce l’obiettivo della società Pirelli di riqualificare una vasta area di sua proprietà, mediante il restringimento dello spazio occupato dall’industria, o di ciò che resta dopo il riordino degli anni precedenti, e la riutilizzazione degli spazi dismessi per ospitare un “centro tecnologico polifunzionale ed integrato”, in cui, accanto ad aziende innovative e centri di ricerca, è previsto l’insediamento di un’importante struttura universitaria. Si tratta di un progetto di notevole portata sia per le sue dimensioni - riguarda il futuro di un’area di oltre 400 mila metri quadrati - sia per l’impatto che la soluzione identificata avrà, secondo le previsioni, sul contesto urbano e regionale, in particolare sulla riqualificazione produttiva ed urbanistica di un vasto comprensorio industriale posto a nord della città di Milano; il Progetto Bicocca si inserisce pertanto in uno scenario futuro di Milano che, in linea con quanto è avvenuto o avverrà in molte altre grandi città europee, prospetta rilevanti cambiamenti di destinazione e di uso del territorio. Inoltre la connotazione assunta dal Progetto Bicocca di nuova centralità urbana per la varietà e importanza delle funzioni che ospita, nonchè di area destinata a soddisfare le nuove esigenze dell’abitare, porta alla ribalta il tema della qualità della vita. A questa tematica è dedicata la terza ed ultima parte della tesi, incentrata su uno studio empirico della qualità della vita nel quartiere Bicocca. Quella che emerge è l’immagine di un quartiere in evoluzione, ancora in parte carente dal punto di vista dell’offerta di servizi, della presenza di verde e di spazi per la socialità e lo svago, ma che sta scommettendo sulla sua capacità di garantire elevati standard qualitativi di vita, in una città in cui la congestione, il traffico e la mancanza di verde sono tra le principali cause della fuga alla ricerca di spazi e ritmi più vivibili e ‘umani’.
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Castagnoli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Guido Martinotti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 244 |
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