Altiero Spinelli e il comunismo

Il rapporto fra Altiero Spinelli e il comunismo è senza dubbio molto articolato.
In questa tesi abbiamo cercato di svilupparlo seguendo il rapporto di Spinelli con il partito comunista italiano; la sua analisi critica sul concetto teorico di socialismo; la sua analisi storico-politica sul comunismo sovietico; la persistenza nella natura e nell'azione politica di Spinelli di talune caratteristiche della tradizione comunista.
La prima azione politica di Spinelli fu la sua militanza nel partito comunista, in un periodo in cui in Italia si stava assistendo all'ascesa del fascismo.
La lettura del Che fare? di Lenin aveva fatto maturare in lui la volontà di impegnarsi attivamente in politica, come rivoluzionario di professione, ed è stata alle origini della tensione etica e combattiva che lo animò in tutte le sue battaglie, nonchè del suo ''giacobinismo''.
Ma non appena all'azione segui la riflessione politica del periodo carcerario, Spinelli si staccò progressivamente dal partito comunista.
Contrario all'internazionalismo del PCI, che si traduceva in una stretta dipendenza dal Comintern, e al clima di rigido dogmatismo, di chiusura e di autocritica imperante nelle elaborazioni dottrinarie del partito, compi la lunga e complessa meditazione sulla libertà, che lo portò ad abbracciare il federalismo.
I rapporti con il PCI terminarono quindi nel 1937. Da quel momento si svilupparono due strade parallele senza alcun punto d'incontro.
Spinelli si impegnò per far maturare la prospettiva federalista in Europa, promuovendo e sostenendo tutte quelle iniziative che potevano condurre al raggiungimento di una vera federazione europea, primo passo verso quella mondiale (dagli sviluppi in senso europeo del piano Marshall alla Comunità europea di difesa, alla Comunità politica europea).
Contrastò gli esiti dei Trattati di Roma per il loro approccio funzionalistico ai problemi europei, e, in seguito, lavorò all'interno delle istituzioni della Comunità europea per trasformarla in senso federale.