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Abuso di Posizione Dominante in Italia: il caso ENI

L'energia è da sempre oggetto di grande interesse a livello mondiale per gli importanti effetti che determina su piani diversi e interdipendenti.
Il gas naturale, su cui si concentra questo lavoro, viene utilizzato ormai per un terzo della produzione di energia primaria e da qui al 2030 conoscerà forse il suo sviluppo più importante, sia in termini assoluti che relativi, superando il petrolio per importanza.
Conseguentemente a questa accresciuta importanza del gas, molti paesi produttori stanno facendo pesare il loro accresciuto ruolo strategico. I Paesi europei, pur dipendenti dalle importazioni di gas da Paesi terzi (a parte poche eccezioni quali l'Olanda e la Norvegia), hanno sperimentato negli ultimi decenni un nuovo modello di organizzazione dei mercati dell'energia basato sull'apertura delle reti e sulla concorrenza, a vantaggio dei propri cittadini. Il mercato del gas, infatti, è stato liberalizzato dall'Unione Europea con la direttiva 98/30/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo n.164 del 2000, meglio noto come “Decreto Letta”.
Nel nostro Paese, inoltre, a partire dai primi anni Cinquanta, è stata costituita un'importante impresa pubblica specializzata nel settore energetico, ovvero l'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi). Grazie al genio e all'intraprendenza del suo fondatore, Enrico Mattei, Eni è oggi una delle imprese più grandi e più importanti nel settore energetico a livello mondiale.
Negli ultimi anni Eni è anche stata accusata di abuso di posizione dominante in una causa intentata presso la nostra Autorità antitrust nazionale per aver ritardato, per motivi opportunistici, l'entrata in funzione di un nuovo gasdotto che, attraverso la Tunisia, è in grado di portare nel territorio italiano il gas algerino. Lo studio di questo caso antitrust rappresenta l'oggetto principale di questo lavoro.

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1 INTRODUZIONE L’energia è da sempre oggetto di grande interesse a livello mondiale per gli importanti effetti che determina su piani diversi e interdipendenti. Sul piano economico per il forte rialzo dei prezzi di alcuni suoi prodotti, dovuto alla impetuosa crescita della domanda di energia da parte dei Paesi emergenti e all’incapacità dell’offerta di corrispondervi in modo adeguato. Per quanto riguarda il piano politico occorre rilevare che il petrolio e il gas metano svolgono un ruolo essenziale per la sicurezza e per l’importanza degli Stati e per questo possono essere utilizzati come strumenti politici. Per quanto riguarda il piano ambientale, si teme che i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di gas serra (a loro volta generati dall’utilizzo di petrolio e gas naturale) possano compromettere in modo irreversibile lo stato di salute del pianeta e quindi il benessere delle future generazioni (Clò, 2008). Il gas naturale, su cui si concentra questo lavoro, viene utilizzato ormai per un terzo della produzione di energia primaria e da qui al 2030 conoscerà forse il suo sviluppo piø importante, sia in termini assoluti che relativi, superando il petrolio per importanza. Conseguentemente a questa accresciuta importanza del gas, molti paesi produttori stanno facendo pesare il loro accresciuto ruolo strategico. I Paesi europei, pur dipendenti dalle importazioni di gas da Paesi terzi (a parte poche eccezioni quali l’Olanda e la Norvegia), hanno sperimentato negli ultimi decenni un nuovo modello di organizzazione dei mercati dell’energia basato sull’apertura delle reti e sulla concorrenza, a vantaggio dei propri cittadini. Il mercato del gas, infatti, è stato liberalizzato dall’Unione Europea con la direttiva 98/30/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo n.164 del 2000, meglio noto come “Decreto Letta”.

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Informazioni tesi

  Autore: Massimo Anselmi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Politiche Europee ed Internazionali
  Relatore: Giuseppe Colangelo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 160

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