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Ruolo dei neuroni specchio nell'apprendimento motorio e nella comprensione delle azioni

All’inizio degli anni ’90 un team di ricercatori guidato da Giacomo Rizzolatti e composto da Vittorio Gallese, Leonardo Fogassi e Luciano Fadiga, scoprì nel macaco Nemestrino, tramite microelettrodi, una speciale classe di neuroni, a livello dell’area F5 nella corteccia premotoria, che si attivavano sia durante l’esecuzione di un compito( o un’azione), sia alla vista del compito stesso eseguito da un altro soggetto.
Per la loro particolarità di riflettere le azioni viste come se ci si specchiasse venne dato loro il nome di “neuroni specchio”.
Nell'uomo le aree che risultarono coinvolte nel sistema specchio furono:
la porzione rostrale anteriore del lobo parietale inferiore - il settore inferiore del giro precentrale - il settore posteriore del giro frontale inferiore nonché il settore anteriore - la corteccia premotoria dorsale. Inoltre, si vide che i neuroni specchio si attivavano anche alla vista di azioni intransitive a differenza che nella scimmia.
Apprendimento motorio per imitazione, comprensione delle azioni e loro previsione, empatia, sono i tre campi in qui i neuroni specchio sono implicati, e che sono perciò utilizzati per studiare al meglio la funzionalità di questi neuroni.
L’apprendimento motorio, può avvenire, parlando di neuroni specchio, per imitazione.
Tramite l’imitazione è quindi possibile riprodurre l’azione osservata e successivamente apprenderla.
Alcuni importanti studi sull’apprendimento imitativo hanno definito che:
- ritardare l’esecuzione dell’azione dimostrata potrebbe migliorare l’apprendimento.
- tramite i neuroni specchio l’atto motorio nuovo osservato viene spezzettato in più frammenti, mettendoli a confronto con il proprio repertorio motorio, permettono l’apprendimento del nuovo gesto.
- il sistema specchio ha la possibilità di imparare anche in modo non coerente, cioè replicando un atto motorio diverso da quello osservato.
- molto probabilmente il sistema specchio si sviluppa nel bambino tramite l’apprendimento Hebbian mentre il bambino osserva ed ascolta le proprie azioni.
Anche la comprensione delle azioni rientra nelle competenze dei neuroni specchio; anzi questa è in definitiva la competenza principale di tali neuroni.
Inoltre la cosa stupefacente è che non si limitano a comprendere l’azione vista ma ne anticipano addirittura la sua intenzione. Ovviamente questo in base al nostro vocabolario d’atti con il quale si confrontano gli atti motori osservati per comprenderli.
In base agli studi effettuati possiamo affermare :
-Il contesto e l’azione sono determinanti per la comprensione dell’azione.
- Più competenze motorie si hanno su un determinato sport, maggiore è l’attivazione del sistema specchio nell’osservare gesti motori appartenenti a quel determinato sport
- Lo sviluppo del sistema specchio in un atleta professionista permette una capacità maggiore di comprendere e prevedere l’esito di un ‘azione così da anticiparla in tempi più brevi.
In ultimo empatia ed emozioni altrui.
Il circuito che prende parte a questi meccanismi di comprensione delle emozioni è formato dal sistema specchio, dall’insula che funziona da ponte di collegamento e dal sistema limbico. Studi specifici hanno visto come sia nel disgusto sia nel dolore i meccanismi specchio funzionino in modo efficiente, facendo provare a chi osserva le stesse emozioni dell’osservato.
Si è visto anche come forme più astratte(cioè non osservando direttamente il volto o l’atteggiamento di una persona) attivino lo stesso i neuroni specchio.

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   3  SINTESI    All’inizio  degli  anni  ’90  un  team  di  ricercatori  guidato  da  Giacomo  Rizzolatti  e  composto  da Vittorio Gallese, Leonardo Fogassi e  Luciano Fadiga, scoprì nel macaco   Nemestrino, tramite microelettrodi, una speciale classe di neuroni, a livello dell’area  F5  nella  corteccia  premotoria,  che  si  attivavano  sia  durante  l’esecuzione  di  un  compito( o un’azione), sia alla vista del compito stesso eseguito da un altro soggetto.  La scoperta fu un vero e proprio caso di serendipità.  Per  la  loro particolarità di  riflettere  le azioni viste  come  se  ci  si  specchiasse venne  dato loro il nome di “neuroni specchio”.  Questa  scoperta  fu  significativa anche perché  costituì un altro  importante  tassello  che  poneva  la  fine  allo  schema  rigido  e  fisso  che  metteva  in  netta  distinzione  percezione, cognizione e azione, andando a conferire al sistema motorio le sue reali  potenzialità.  Per  l’impossibilità  etica  di  eseguire  studi  con  microelettrodi  interni  nell’uomo,  vennero  usate  varie  nuove metodiche  diagnostiche,  grazie  soprattutto  a Marco  Iacoboni,  che sarebbero state fondamentali per sancire la presenza di questa classe  nella nostra specie.  Le aree che risultarono coinvolte nel sistema specchio furono:  la porzione rostrale anteriore del  lobo parietale  inferiore ‐  il settore  inferiore del  giro precentrale ‐  il settore posteriore del giro frontale inferiore nonché il settore  anteriore ‐ la corteccia premotoria dorsale.  Nell’uomo,inoltre,  si  vide  che  i  neuroni  specchio  si  attivavano  anche  alla  vista  di  azioni intransitive a differenza che nella scimmia.  Apprendimento motorio per imitazione, comprensione delle azioni e loro previsione,  empatia,  sono i tre campi in qui i neuroni specchio sono implicati, e che sono perciò  utilizzati per studiare al meglio la funzionalità di questi neuroni.  L’apprendimento, per dirla  in breve,  è  l’acquisizione di una “tecnica” che poi potrà  essere riproposta  in futuro; nello specifico  l’apprendimento motorio è  l’acquisizione  di  un  nuovo  pattern  che  comprenda  sia  un’azione,  sia  un  comportamento,  sia  un’espressione.   L’apprendimento  motorio,  può  avvenire,  parlando  di  neuroni  specchio,  per  imitazione. 

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