La preparazione atletica nel calcio: dal modello prestativo all’analisi dei metodi della seduta d’allenamento
L’obiettivo di questa tesi era quello di analizzare, in prima battuta, il modello prestativo dello sport del calcio, per poi valutare, a partire dalla conoscenza di quest’ultimo, i metodi che possano essere proposti durante la seduta di allenamento, con riferimento specifico alla fase di riscaldamento, quella centrale e, in conclusione, di defaticamento.
Riassumendo la prima parte della tesi, notiamo come i diversi studi analizzati abbiano riportato evidenze relative al carico interno e al carico esterno imposto al giocatore di calcio durante le competizioni, in cui l’impegno metabolico risulta essere aerobico-anaerobico alternato. Con riferimento al carico interno, possiamo notare come la frequenza cardiaca media si attesti tra l’80 ed il 90%FcMax, corrispondenti al 70-80%VO2Max. Le concentrazioni di lattato nel corso di una partita variano dai 2 ai 10 mmol/L, ma dopo una prima fase di accumulo solitamente si attestano ad una concentrazione media di 4-5mmol/L (Bansgbo, 2007).
Considerando invece il carico esterno, possiamo notare come il giocatore di calcio percorra mediamente tra i 10 ed i 13km per partita, di questi, il 18% circa è svolto ad intensità alta o massimale (velocità>16km/h) e corrisponde al 6,3% del tempo totale della gara (Di Prampero et al., 2015). Inoltre, il calciatore svolge tra i 1200 ed i 1400 cambi di attività, includendo accelerazioni e decelerazioni. È proprio sul concetto di accelerazioni e decelerazioni che Osgnach et al. (2010) hanno, in parte, rivoluzionato la match analysis tradizionale, introducendo il concetto di potenza metabolica. L’analisi del costo energetico ha infatti permesso di evidenziare come, quelle attività svolte ad alta intensità, che occupavano solamente il 6,3% del tempo totale di gara, coincidano con un dispendio energetico che invece è pari al 43,1% del totale. In questo modo, tali considerazioni hanno permesso di delineare un profilo più corretto e consono delle richieste fisiologiche dello sport del calcio, delineando con maggiore chiarezza anche le differenti richieste metaboliche dei diversi ruoli ricoperti in campo.
La riduzione intermittente dell’intensità d’azione è motivata dalla necessità di permettere all’organismo di recuperare grazie all’azione del metabolismo aerobico. L’allenamento di quest’ultimo risulta infatti determinante, visto che una maggiore potenza aerobica è correlata con un minor tempo di recupero e quindi ad una maggiore densità di azioni ad alta intensità, che poi sono quelle che permettono di vincere.
La seconda parte della tesi tratta lo sviluppo della seduta allenante, con particolare analisi dei metodi utilizzabili.
Nella fase di riscaldamento, è chiaro come l’unico protocollo specifico per il calcio, approvato all’unanimità dalla comunità scientifica, risulti essere il FIFA 11+. Sebbene il FIFA 11+ rappresenti un protocollo ottimale per la prevenzione generica degli infortuni nel calcio, un valore aggiunto potrebbe essere quello della costruzione di una scheda personalizzata in funzione all’analisi posturale e funzionale dell’atleta, da affiancare all’esecuzione successiva e consecutiva del protocollo FIFA 11+.
La fase centrale della seduta di allenamento può focalizzarsi su 3 macrobiettivi dal punto di vista atletico, quali l’allenamento metabolico, l’allenamento di forza e l’allenamento S.A.Q. (acronimo per speed agility and quickness).
L’ampio numero di studi scientifici che trattano l’allenamento metabolico nel calcio ha permesso di evidenziare diversi aspetti dei metodi allenanti la componente aerobica-anaerobica. Partendo dal concetto che la metodologia dell’allenamento è tanto più qualificata quanto più si avvicina al modello funzionale, possiamo notare come il metodo del carico prolungato (o continuo) risulti essere pressoché lontano dal tipo di attività svolta durante la partita di calcio, ecco infatti che la gran parte degli studi scientifici riportati indicano il metodo ad intervalli come quello principe per l’allenamento metabolico in questo sport. Interessante è il confronto tra l’allenamento ad intervalli e gli Small Sided Games.
L’analisi della letteratura scientifica in termini di allenamento di forza per i calciatori riporta come sia importante migliorare soprattutto quelle forme di forza con cui il soggetto si esprime durante la gara, quindi principalmente attraverso forza esplosiva ed esplosivo-elastica.
Secondo i lavori riportati in letteratura, la velocità, agilità e rapidità nel calcio possono essere allenate integralmente attraverso il S.A.Q. training. Il S.A.Q. training prevede dei percorsi con stimolazioni percettive atte ad allenare in maniera specifica la velocità, rapidità e agilità del calciatore.
Sono presenti diversi studi sui più comuni metodi di defaticamento atti a ridurre le conseguenze acute dell’allenamento stesso. In letteratura non sembra esserci una concordanza assoluta su quale sia la strategia migliore per ridurre i tempi di recupero.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Di Barbara |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Scienze e tecnica dello sport |
Relatore: | Davide Casasola |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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