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Basilea 2 e PMI

L'accordo di Basilea II è stato, nel gli ultimi anni, uno degli argomenti maggiormente discussi nel mondo creditizio ed aziendale poiché, in virtù di questo, vengono ridefiniti in maniera incisiva i criteri che le banche utilizzano per fornire credito alle imprese.
Uno degli interrogativi che questo nuovo regolamento ha fatto sorgere è quello relativo all'impatto sulle piccole e medie imprese, argomento molto sentito in Italia dato che la grande maggioranza delle aziende sul nostro territorio ricade in questa tipologia.
Poiché Basilea II, nella determinazione dei rating, impone alle banche di tenere in grande considerazione i dati quantitativi estrapolati dal bilancio, in modo particolare quelli relativi alla gestione finanziaria e alla solvibilità dei crediti, si è diffuso il timore che le piccole aziende, non sempre caratterizzate dall'avere un'area finanziaria ben strutturata, possano incontrare difficoltà nell'accesso al credito o condizioni particolarmente svantaggiose che graverebbero sull'intera redditività aziendale.
La tesi prende le mosse da queste considerazioni e si vuole comprendere dunque quale sia il reale impatto di Basilea II sull'economia e capire se davvero esso porterà svantaggi alle piccole imprese o se invece sarà uno strumento che potrà aiutare gli imprenditori a portare le loro aziende ad un ulteriore sviluppo.
La tesi vede una suddivisione in tre parti, che trattano l'argomento da diversi punti di vista.
Nella prima parte si è analizzato il regolamento di Basilea II nella sua forma originale, illustrando quali siano i cambiamenti che porterà all'interno del mondo bancario a livello di determinazione dei tassi di interesse, regole di trasparenza e di vigilanza, mostrando quali saranno i riflessi che avranno sul mondo degli istituti di credito.
La seconda parte passa allo studio del regolamento dal punto di vista delle imprese. In questo caso si è scelto di mostrare un possibile percorso virtuoso che la società può seguire in caso si affidi a banche che utilizzino l'approccio IRB per valutare il tasso di interesse del prestito: attraverso la ricerca delle variabili che saranno tenute in maggiore considerazione dagli istituti di credito, si è voluto illustrare quali sono le strategie che l'impresa può mettere in atto per ottenere un buon rating.
Si è quindi proceduto ad una suddivisione degli aspetti maggiormente rappresentativi sulla base della tipologia di dati (qualitativi e quantitativi) e sul criterio temporale (dati riferiti al presente o al futuro) elaborando così un modello che parte con un'analisi qualitativa dell'impresa nel suo presente, supportata da una serie di dati economico-finanziari ricavabili dai prospetti di bilancio, che prosegue poi con un business plan che esprime le strategie future dell'impresa alle quali si aggiunge credibilità mediante la presentazione dei budget inerenti alle varie aree.
Infine, nella terza parte, si è voluta introdurre una piccola indagine, caratterizzata dalla partecipazione di diverse imprese della provincia di Bergamo ad un'intervista su temi relativi alla gestione aziendale e finanziaria e su come è stato percepito l'arrivo di Basilea II e quali siano stati i cambiamenti effettuati a causa di ciò.
Da questo lavoro si è concluso che le imprese hanno una buona conoscenza di questo argomento e, in vari modi, stanno cercando di porre rimedio ai possibili problemi che potrebbero avere nella richiesta di un finanziamento. Le situazioni migliori però, si hanno in quelle aziende che riescono a vedere la banca non come un limite, ma che invece lavorano in sinergia, elaborando strategie in collaborazione reciproca in modo da ottenere benefici sia per l'impresa, sia per l'istituto di credito.
Va comunque ricordato che il regolamento di Basilea II, a inizio 2008, non è ancora entrato in vigore nella sua forma completa (approccio IRB) a causa di ritardi da parte della Banca d'Italia nella definizione dei requisiti richiesti alle banche per l'applicazione di questo sistema. E' ancora presto quindi per verificare l'impatto complessivo sul sistema aziendale italiano ma, ad ogni modo, i modelli dimostrati nella tesi, restano comunque validi poiché, indipendentemente dall'entrata in vigore di Basilea 2, illustrano all'impresa i sistemi migliori per avere il controllo nei vari aspetti aziendali e per riuscire a sviluppare le migliori potenzialità nel presente e nel futuro.

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Introduzione Negli studi di economia aziendale, l’impresa viene definita come “un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione, o di consumo, o di produzione e consumo insieme, a favore del soggetto economico e altresì degli individui che vi cooperano” (Aldo Amaduzzi). Alla base di questo processo si trovano tre equilibri che l’azienda deve rispettare per garantire la sua sopravvivenza, e la sua evoluzione nel tempo: l’equilibrio patrimoniale, economico e finanziario. Per poter dare inizio alla sua attività, l’azienda ha bisogno di un apporto di capitale e questo può essere ottenuto in due modi diversi: a titolo di capitale di rischio dai soci investitori o a titolo di capitale di debito, sotto forma di mutuo, dalle banche. In particolar modo, nella realtà italiana, dove si tende ad ottenere capitale più tramite l’ottenimento di prestiti, che non con l’investimento di capitale di rischio, si sviluppa uno stretto rapporto tra banca e impresa. Per la valutazione e la decisione riguardo la concessione di un fido, ogni banca ha libertà nello scegliere se e in che misura concederlo, basandosi su propri criteri di ordine oggettivo o soggettivo, di origine quantitativa o qualitativa. Tuttavia, all’interno di questo sistema si profila un grande cambiamento dovuto all’introduzione del nuovo accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche, conosciuto con il nome di Basilea 2; con esso, le banche, nel momento in cui concedono un prestito, devono valutare il cliente sulla base di una serie di parametri oggettivi e dare una valutazione sulla qualità del cliente, attraverso un apposito rating. A rating più alti, corrisponderanno maggiori quantità di prestiti erogati e minori tassi di interesse, scendendo di grado le condizioni si faranno via via meno vantaggiose, per ripagare il maggior rischio di cui si fa carico la banca. L’introduzione di questo sistema cambia radicalmente il sistema di concessione dei prestiti alle aziende, poiché per arrivare ad un rating, la banca si basa su criteri oggettivi quali la situazione aziendale e gli indici desumibili dal bilancio; l’impresa che vuole ottenere un finanziamento si deve quindi adeguare a questo nuovo sistema, e deve porre particolare attenzione alla qualità dei suoi bilanci e delle sue procedure per riuscire ad ottenere prestiti a tassi più favorevoli o di importi più elevati. 5

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