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Analisi e sviluppo del sistema di notifiche push per un'applicazione mobile multipiattaforma

Sei miliardi è il numero approssimativo di persone che oggi hanno la possibilità di accedere ad una connessione Internet mediante la rete cellulare [1]. Se rapportato con il numero totale di abitanti del pianeta Terra, significa quasi 4 abitanti su 5.
I dispositivi mobili come smartphone o tablet, senza considerare tutte le tipologie di computer, sono gli strumenti di cui le persone di questa era digitale non possono fare a meno, tanto da ridurre "la distanza tra uomo e macchina fino a percepire i device come prodotti organici, quasi bio, prolungamenti «naturali» del corpo e della mente".
La rivoluzione digitale c'è stata ed è tuttora in corso per una serie di aspetti pratici che non possono essere sottovalutati, e uno di questi è il concetto di velocità.
L'epoca pre-digitale è stata tutto fuorché veloce: il clock dei processori viaggiava sull'ordine dei KHz ed era considerato comunque accettabile all'epoca, mentre da anni è il GHz l'unità di misura predominante, in convergenza con l'osservazione empirica della famosa Legge di Moore.
L'abbinamento vincente dei fattori velocità-facilità d'uso ha favorito in particolar modo l'exploit dell'utilizzo dei dispositivi mobili, soprattutto se l'utilizzatore viene continuamente sollecitato da questi ultimi.
Nel corso degli anni, molti studi scientifici sono stati condotti con l'obiettivo di scoprire nuove modalità per attirare l'attenzione di un utilizzatore in modo inconscio, per unire l'utile al dilettevole.
Un esempio interessante, ma non per nulla banale, è la scelta del colore blu che utilizzano molti social network come Facebook, Twitter o LinkedIn. Tralasciando il motivo per cui Mark Zuckenberg scelse questo colore per sopperire al daltonismo di cui soffre, il blu è considerato come un colore che evoca sicurezza, affidabilità e serenità: in altre parole, crea dipendenza. Non è un caso che il traffico utenti in queste piattaforme sia elevato.
Tuttavia il colore non è l'unico elemento di persuasione: se alla fissità di alcune proprietà venisse aggiunto dinamismo nell'ambiente di utilizzo, l'utilizzatore verrebbe adescato in modo ancora più semplice.
Questa dinamicità è resa possibile grazie alle notifiche, ovvero brevi messaggi che arrivano al destinatario in modo automatico da un server all'avvenire di un preciso evento. Proprio per questo motivo, le notifiche vengono denominate push, in contrapposizione con il modello opposto di notifiche pull dove è l'utente che ne fa richiesta.
Se gli utenti sono attratti da applicazioni di messaggistica come WhatsApp, il merito va attribuito ad un sistema di notifiche apparentemente silenzioso ma sempre in ascolto sia in foreground, dove l'applicazione è in esecuzione e in primo piano, che in background, dove l'applicazione è in esecuzione ma non richiede l'intervento dell'utente. Nel momento esatto in cui l'utente è intento a scrivere un messaggio, ne può ricevere altrettanti da tutti i contatti che sono registrati al servizio, rimanendo costantemente aggiornato e quindi "intrappolato" all'interno dell'applicazione. Questo sistema funziona a patto che il dispositivo sia connesso alla rete; in caso contrario, tutte le notifiche vengono accodate temporaneamente in un server, che tecnicamente viene chiamato Platform Notification System (PNS), e poi inviate a destinazione una volta che il dispositivo torna online.
Come si può evincere, è proprio su questa tematica che si è focalizzato lo stage presso l'azienda Hunext HR Solutions S.r.l. L'obiettivo dello stage è stato implementare un prototipo di sistema di notifiche push e documentarlo opportunamente, in modo da essere integrato agevolmente in futuro nella già esistente applicazione multipiattaforma di gestione delle risorse umane Hunext Mobile (disponibile sia su Play Store che su Apple Store).
Il prototipo sviluppato comprende una visione a 360°, in quanto contiene sia la parte frontend, ovvero un'applicazione mobile che riceve le notifiche da un'apposita applicazione web che permette di inserire i dati della notifica che riceverà l'utente, che la parte backend, cioè il server che si pone come interlocutore per gestire le comunicazioni intermedie tra l'applicazione mobile e gli opportuni PNS.
Per compatibilità con il dominio aziendale, i linguaggi utilizzati per lo sviluppo del prototipo appartengono al mondo Microsoft.
Tutto il lavoro svolto è descritto in questa tesi.

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Abstract Sei miliardi è il numero approssimativ o di persone che oggi hanno la possibilità di ac c e de- re ad una c onnessione Internet me diante la rete c ellulare [ 1 ]. Se rapportato c on il numero totale di abitanti del pianeta T erra, signific a quasi 4 abitanti su 5. I dispositivi mobili c ome smartp hone o tab let, senza c onsiderare tutte le tipo logie di c omputer, sono gli strumenti di cui le persone di questa era digitale non possono f are a meno , tanto da ridurre “la distanza tra uomo e mac china fino a perc epire i devic e c ome prodotti organici, quasi bio , pro lungamenti «naturali» del c orpo e della mente” [ 5 ]. La riv o luzione digitale c’ è stata e d è tuttora in c orso per una serie di aspetti pratici che non possono essere sotto v alutati, e uno di questi è il c onc etto di v elocità. L ’ epoc a pre-digitale è stata tutto fuorché v eloc e: il clock dei proc essori viaggia v a sull ’ ordine dei KHz e d era c onsiderato c omunque ac c ettabile all ’ epoc a, mentre da anni è il GHz l ’unità di misura pre dominante, in c on v ergenza c on l ’ osserv azione empiric a della f amosa Legge di Moore . L ’ abbinamento vinc ente dei f attori v elocità-f acilità d ’uso ha f a v orito in p artic o lar modo l ’ e xp loit dell ’utilizzo dei dispositivi mobili, soprattutto se l ’utilizzatore viene c ontinuamente so lle citato da questi ultimi. Nel c orso degli anni, mo lti studi scientifici sono stati c ondotti c on l ’ obiettiv o di sc oprire nuo v e modalità per attirare l ’ attenzione di un utilizzatore in modo inc onscio , per unire l ’utile al dilettev o le. Un esempio interessante, ma non per nulla b anale, è la sc elta del c o lore b lu che utilizza- no mo lti social netw ork c ome F ac eboo k, T witter o Linke dIn. T ralasciando il motiv o per cui M ark Zuckenberg sc else questo c o lore per sopperire al daltonismo di cui soffre, il b lu è c onsiderato c ome un c o lore che ev oc a sicurezza, affidabilità e serenità: in altre p aro le, c rea dipendenza [ 13 ]. Non è un c aso che il traffic o utenti in queste piattaf orme sia elev ato . Tutta via il c o lore non è l ’unic o elemento di persuasione: se alla fissità di alcune proprie- tà v enisse aggiunto dinamismo nell ’ ambiente di utilizzo , l ’utilizzatore v errebbe adesc ato in modo anc ora più semp lic e. Questa dinamicità è resa possibile grazie alle notifiche, o vv ero brevi messaggi che arriv ano al destinatario in modo automatic o da un serv er all ’ a vv enire di un pre ciso ev ento . Proprio per questo motiv o , le notifiche v engono denominate pus h , in c ontrapposizione c on il modello opposto di notifiche pu l l do v e è l ’utente che ne f a ri chiesta. Se gli utenti sono attratti da app lic azioni di messaggistic a c ome WhatsApp , il merito v a attribuito ad un sistema di notifiche app arentemente silenzioso ma sempre in asc o lto sia in f oreground, do v e l ’ app lic azione è in ese cuzione e in primo piano , che in b ackground, do v e l ’ app lic azione è in ese cuzione ma non richie de l ’interv ento dell ’utente. Nel momento es atto v

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Informazioni tesi

  Autore: Alberto Gobbo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze e Tecnologie Informatiche
  Corso: Informatica
  Relatore: Luigi De Giovanni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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