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Interpetazione geologica dei dati PSInSAR nel Piemonte settentrionale

Il presente lavoro si inserisce nell’ambito di una collaborazione tra l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte (ARPA Piemonte) e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Pavia finalizzata all’interpretazione di dati SAR satellitari elaborati con la tecnica dei Permanent Scatters (PSInSAR™) sull’intero territorio piemontese (25.000 Km²).
La Tecnica dei Diffusori Permanenti (Permanent Scatterers Technique), sviluppata e brevettata pressoil Politecnico di Milano, è un algoritmo per l’elaborazione dei dati acquisiti dai sensori radar di tipo
SAR (Synthetic Aperture Radar), montati a bordo di satelliti e costituisce un miglioramento delle tecniche classiche di interferometria radar differenziale.
I diffusori permanenti hanno caratteristiche tali da permettere misure accurate della loro distanza dal sensore (Il satellite), con la possibilità di apprezzare spostamenti di frazioni di centimetro.
Nel presente studio di tesi sono analizzati due dataset denominati Formazza ed Arona, corrispondenti alla parte settentrionale della Regione Piemonte.
Il presente lavoro vuole essere un contributo alla messa a punto di linee guida nell’analisi dei dati PSInSAR™ con il fine di quantificare i fenomeni deformativi che si sono verificati nell’arco temporale coperto dai dati.
L’obbiettivo della tesi è stata l’individuazione di aree anomale presumibilmente in movimento per motivi geologico-geofisici e l’interpretazione geologica preliminare del processo ritenuto responsabile del movimento integrando i dati PSInSAR™ con i dati geologici attraverso l’utilizzo dei Sistemi Informativi Territoriali. E’ stato inoltre creato un database delle aree in movimento in cui sono stati
inseriti tutti i dati relativi al fenomeno ed alla sua interpretazione geologica.
Il procedimento sviluppato nel presente studio di tesi ha previsto l’utilizzo ed il confronto di un metodo
visivo-manuale ed un metodo completamente automatico.
L’ultima fase del lavoro ha previsto l’interpretazione geologica di dettaglio di alcune aree anomale di particolare interesse attraverso l’analisi di una serie di dati più completi consistenti in rilevamenti di terreno e raccolata di dati stratigrafici e di monitoraggio con lo scopo di validare il metodo
evidenziandone pregi e difetti.

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Capitolo 2 Inquadramento geologico 9 Capitolo 2 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO L’area di studio comprende diversi ambienti geologici. Si passa dai sedimenti terrigeni del Quaternario nella Pianura Padana ai metagraniti della cupola di Verampio, considerato elemento zero delle falde Pennidiche secondo Argand. Lungo i versanti della Val d’Ossola in particolare si può osservare con continuità una sezione completa del basamento delle Alpi Meridionali e l’intera catena Alpina a vergenza europea, ad eccezione della Zona Elvetica. Dal punto di vista geo-morfologico si possono individuare due ambienti principali: l’area di pianura e l’area alpina, che viene distinta dal punto di vista strutturale in Alpi Meridionali (Sudalpino) e catena Alpina in senso stretto (Catena Alpina a vergenza europea). 2.1 AREA DI PIANURA La Pianura Padana rappresenta un bacino sedimentario compreso tra i due archi della catena Alpina ed Appenninica colmato da una coltre di depositi alluvionali terrigeni del Pliocene-Quaternario trasportati dal fiume Po e dai suoi affluenti. Durante le fasi orogenetiche terziarie il bacino padano costituiva un grande golfo la cui superficie è andata progressivamente riducendosi. Nell’area di studio il dominio della pianura interessa la porzione sud-orientale dei dataset, nella fascia limitata da Cameri ad est, Biella ad ovest e la fascia pedemontana a nord.

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Informazioni tesi

  Autore: Claudio Antoniazzi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: scienze della terra
  Corso: Scienze geologiche
  Relatore: Claudia Meisina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 189

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