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I compagni di classe: una risorsa per l'integrazione

Il coinvolgimento del gruppo classe durante il processo di accoglienza dell'alunno certificato, seppure vi è l'eventualità che gli insegnanti possano sottovalutarne l'importanza, è, in realtà, una risorsa a "basso costo" e di inestimabile valore sia sul piano relazionale e umano, sia per favorire l'autorealizzazione nel campo dell'apprendimento. I compagni di classe, grazie alla loro simpatia e alla loro vivacità, possono essere considerati, in un’ipotetica bussola con la quale orientarsi nel mondo della diversità, il punto cardinale in grado di soffiare con massima forza possibile il vento del poter assicurare una vita “normale” al bambino certificato. Infatti, “hanno numerose frecce nel loro arco”, che possono utilizzare per aiutare quest’ultimo a sviluppare la sua personalità e, in particolare, per costruire il puzzle della sfera affettiva e cognitiva.
Più precisamente, nel momento in cui i bambini accolgono, nel loro cuore, il compagno certificato e si rendono consapevoli dell’infondatezza di eventuali loro timori e pregiudizi nei riguardi della disabilità, pongono questi nella condizione favorevole di soddisfare il suo bisogno di sentirsi parte del gruppo classe e, quindi, di non percepire interiormente uno stato emotivo di solitudine e di emarginazione nell’aula.Inoltre, nel frangente in cui i bambini normodotati imparano ad esibire interventi di sostegno nei riguardi del compagno diversamente abile, ad aiutarlo a colmare le sue lacune conoscitive e ad inviargli feedback di valorizzazione nei confronti delle sue potenzialità, lo pongono nella situazione ottimale per sviluppare le competenze nella misura massima possibile, per soddisfare il suo bisogno di autorealizzazione e, quindi, per innalzare la percezione della sua immagine reale come studente.

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1. FATTORE DI SVILUPPO PER L’ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP Prima di prendere in considerazione i diversi vantaggi correlati al processo di integrazione, chiarendo la motivazione per la quale l‟integrazione è definibile “un fattore di sviluppo”, è opportuno distinguere quest‟ultimo termine dall‟inserimento del disabile nella scuola normale. Per inserimento si fa riferimento al processo, iniziato a partire dagli anni ‟70, consistente nel trasferimento degli alunni certificati dalle scuole e classi speciali alla scuola dei bambini normodotati. In altri termini, esso è un adempimento legislativo avvenuto a seguito sia della circolare redatta dalla senatrice Franca Falcucci, la quale riteneva che la scuola fosse il luogo educativo più idoneo per far superare “le condizioni di emarginazione in cui sarebbero condannati gli alunni handicappati”1, sia della Legge 517 del 1977 che ha previsto «l‟abolizione delle classi differenziali per alunni disadattati.»2 Ad ogni modo, la semplice ottica dell‟inserimento è riduttiva, poiché non tiene in considerazione la creazione di un progetto educativo comune con i compagni di classe, realizzabile nel momento in cui l‟insegnante di sostegno, in collaborazione con le colleghe curricolari, fissa obiettivi di sviluppo significativi per il progetto di vita dell‟alunno certificato, da conseguire parallelamente alla classe all‟interno di un percorso formativo inclusivo. Per integrazione si intende, invece, un processo di accoglienza che richiede l‟attenzione e l‟intervento contemporaneo di ogni membro del contesto scolastico. In altri termini, l‟insegnante di sostegno non può e non deve essere l‟unica figura ad interessarsi dell‟attività educativa e didattica dell‟alunno certificato, determinando autonomamente “quella serie di cambiamenti qualitativi necessari per favorire un‟esperienza realmente attiva all‟handicappato”3. Infatti, è necessario che anche le colleghe curricolari ed i compagni di classe intervengano all’eliminazione di 1. Interventi a favore degli alunni handicappati (Circolare Ministeriale 8 Agosto 1975, n. 227) 2. Norme sulla valutazione degli alunni e sull‟abolizione degli esami di riparazione nonché altre forme di modifica dell‟ordinamento scolastico (Art. 10 Legge 4 Agosto 1977, n. 517) 3. L. COTTINI, Ritardo mentale, apprendimento e integrazione scolastica, in F. NANETTI - L. COTTINI - M. BUSACCHI (1983), Psicopedagogia del movimento umano. Teoria e pratica dell‟educazione motoria per soggetti normodotati e portatori di handicap, Armando, Roma p. 118 15

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Parole chiave

accoglienza
autismo e cooperative learning
clima inclusivo
comunity of learners
cooperative learning
discussione in classe
eliminazione pregiudizi
eliminazione stereotipi
indicatori di integrazione
integrazione
intelligenza del cuore
interdipendenza positiva
leadership democratica
prosocialità
sviluppo affettivo
sviluppo cognitivo
sviluppo sociale
tutoring

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