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Disabilità: un limite anche per la clinica?

L'oggetto di questo lavoro è presentare la condizione esistenziale del disabile intellettivo con particolare riferimento alla sua condizione di vulnerabilità al disturbo mentale evidenziandone nel contempo i riflessi di rilievo clinico che in ambito psicopatologico vengono definiti con il termine "Doppia Diagnosi".
Benché gli studi epidemiologici hanno rilevato che, nelle persone con d.i., i disturbi di ordine psichiatrico si verificano con un tasso quattro volte superiore rispetto al resto della popolazione, queste persone hanno una minore possibilità di ricevere un trattamento adeguato e quindi spesso l'unico intervento loro riservato è quello farmacologico, dal momento che i loro problemi emotivi tendono ad essere attribuiti al ritardo mentale anziché a una condizione ben più complessa che riguarda la loro vulnerabilità psicologica e sociale. Si è cercato di dare ampio spazio al concetto di vulnerabilità facendo riferimento sia alla teoria dell'attaccamento, sia al conflitto fondamentale che sperimenta il disabile: quello tra desiderio e incapacità, conflitto dal quale si generano vissuti emotivi soverchianti, non comprensibili e non padroneggiabili.
Si è cercato di articolare il presente lavoro su più linee mutuamente intersecantesi: da una parte si sono descritti i fattori di rischio psicologici e sociali alla condizione di doppia diagnosi e indicato le principali caratteristiche psicopatologiche del d.i., dall'altra si è orientata la ricerca sugli interventi terapeutici proposti dalla letteratura specialistica. A questo proposito il mio studio ha rilevato che, allo stato attuale, l'approccio terapeutico rimane un'area marginale e di scarso interesse per la clinica, nonostante siano stati condotti studi e riportato esperienze che hanno dimostrato l'efficacia della psicoterapia ad orientamento psicodinamico, in particolare di gruppo o familiare, nei casi di ritardo lieve e medio. In particolare, un progetto che si prenda cura sia dei bisogni legati ad una condizione di disabilità, sia dei bisogni emotivi delle persone coinvolte, accogliendo la loro sofferenza e restituendo loro ascolto, riconoscimento, sostegno, è, di per sé, un progetto terapeutico.

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3 INTRODUZIONE L’oggetto di questo lavoro è presentare la condizione esistenziale del disabile intellettivo con particolare riferimento alla sua condizione di vulnerabilità al Disturbo mentale evidenziandone nel contempo i riflessi di rilievo clinico che in ambito psicopatologico vengono definiti con il termine “Doppia Diagnosi”, termine che indica la contemporanea presenza di un deficit cognitivo e di un disturbo mentale. Secondo la psichiatria descrittiva, rappresentata dal DSM IV, si intende la presenza di un disturbo sia sull’Asse I che sull’Asse II. La condizione esistenziale del disabile si può descrivere come fragile e vulnerabile fin dalla nascita: la sfida principale delle persone con deficit cognitivo è rappresentata infatti dalla loro stessa esistenza segnata fin dall’inizio da relazioni e da eventi che sono potenzialmente traumatici. Non è facile per i genitori rendersi conto prima ed accettare poi che il loro figlio sia così diverso da quello che si erano rappresentati: è un bimbo imperfetto con il quale fanno fatica fin dall’inizio a relazionarsi. La scoperta della menomazione darà luogo nei genitori ad un lutto che richiederà molto tempo per essere elaborato. Nel frattempo, il bambino sperimenta una relazione in cui i suoi bisogni di rispecchiamento, di vicinanza e amore non vengono riconosciuti, facendo così esperienza di una relazione rifiutante e quindi traumatica. Stanghellini (2009) annovera tra i vari dispositivi di vulnerabilità anche il trauma relazionale, cioè il mancato riconoscimento dei bisogni di vicinanza e amore, la mancata conferma del diritto di esistere; in una parola è traumatica l’assenza. Assenza che può essere concepita anche come mancanza del desiderio dell’Altro. Secondo Lacan, lo statuto di

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Tavano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Psicologia Clinica
  Relatore: Roberto Cerabolini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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Parole chiave

doppia diagnosi
disabilità intellettiva e psicoterapia
ritardo mentale e psicoterapia

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