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Digital Acting: il lavoro dell'attore cinematografico nell'era digitale

La tesi in questione mette in evidenza la figura professionale dell'attore cinematografico in rapporto alla rivoluzione del cinema digitale e i suoi più recenti sviluppi. Pertanto, attraverso quattro capitoli viene approfondito il rapporto dell'attore con: ambiente (set ed effetti speciali, digital compositing); cattura digitale del movimento (Motion Capture); cattura digitale della performance e creazione di un personaggio virtuale (Performance Capture e Synthespian); training attoriale funzionale al tipo di pratica recitativa presa in analisi. Scopo ultimo della ricerca è una riflessione su come il mestiere dell'attore cinematografico sia cambiato negli ultimi anni e quali premesse per il futuro siano state introdotte dalle tecnologie del cinema digitale e dell'informatica. Riguardo il rapporto con il set e le scenografie, partendo da una ricostruzione storica delle tecniche analogiche di cancellazione e sostituzione degli sfondi (mascherini e Chroma Key), si è giunti ad analizzare come la tecnologia del digital compositing consenta, grazie al computer, di accedere a tali effetti speciali con estrema facilità e costi relativamente contenuti. Sono stati poi messi in rilievo i primi mutamenti importanti nella pratica recitativa derivati dall'abbandono dell'utilizzo della pellicola filmica e dal sostanziale incremento di effetti speciali da aggiungere in post-produzione. È stato pertanto sottolineato il rapporto dell'attore cinematografico con set che prevedono l'assenza di elementi determinanti per la scena, che sarebbero stati aggiunti in fase di post-produzione(GreenScreen). Nel secondo capitolo si indaga sulla ricerca, da parte del cinema d'animazione 3D, di maggior realismo nelle interpretazioni dei propri personaggi digitali, in particolare per ciò che concerne il loro movimento. La tecnica presa in esame è quella del Motion Capture, esaminando alcuni precursori, fino al primo caso: "Final Fantasy". Si è dunque sviluppata una parentesi dedicata al capturing nel settore videoludico. Nel terzo capitolo l'argomento principale diventa l'attore virtuale, in particolare allorché tale figura assurge al rango di Synthespian, e la tecnica del Performance Capture. Nell'ultimo capitolo si analizza la storia e l'utilizzo di alcune tecniche di base della preparazione attoriale, particolarmente atte alla recitazione nelle condizioni prese in analisi. Concludono la tesi alcune riflessioni su possibili sviluppi futuri della recitazione per il cinema digitale.

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INTRODUZIONE L'arte cinematografica ha sempre seguito di pari passo l'avanzare della tecnologia: ogni scoperta tecnologica ha portato a mutamenti anche radicali nel linguaggio cinematografico, basti pensare all'avvento del sonoro e del colore. E sin dai primordi si è compreso che l'immagine cinematografica poteva essere manipolata per ottenere effetti sorprendenti. Quando poi questo mezzo tecnologico, non ancora assurto al rango di Arte, cominciò ad essere utilizzato per narrare delle storie, si capì che gli “effetti speciali” potevano essere un importante ausilio alla narrazione, in particolare nel genere fantastico. Della storia e tecnica degli effetti visivi si è scritto e trattato abbondantemente, così come dell'evoluzione del linguaggio e dell'estetica cinematografica in parallelo al progresso tecnologico: pertanto, molto è stato detto su come sia cambiato, in più di un secolo, il mestiere del regista, del montatore e di tante altre figure professionali. Ma riguardo a come, e in che misura, le nuove tecnologie per l'immagine influiscano sul lavoro dell'attore cinematografico non si è riflettuto altrettanto. In particolare è con l’avvento del cinema digitale, che utilizza per le riprese delle telecamere digitali in HD senza alcun uso di pellicola, che riscontriamo una significativa svolta sia nella teoria che nella pratica del film-making. Sulla base di tali premesse vedremo come, in questo nuovo modo di fare cinema, sia in fase di produzione che post-produzione il ruolo e il lavoro dell’attore risultino ampiamente mutati. Partendo dai primi casi in cui gli effetti visivi digitali determinarono significative novità per la pratica attoriale sul set, con un uso della classica tecnica del Chroma Key sempre più frequente ed affinato, fino alla cancellazione totale della scenografia e talvolta anche dei costumi e make-up tradizionali, giungeremo ad analizzare i casi in cui il cinema digitale si è unito alle migliori tecniche di Computer Grafica nel trasferire l’ “anima” della performance attoriale a personaggi sintetici incredibilmente fotorealistici. Si parla di trasferimento giacché è stata provata l'inefficienza dei digital characters creati senza alcun contributo di veri attori in carne ed ossa, oppure limitandosi alla sola cattura dei movimenti del corpo. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Filippo Rubino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Mariapaola Pierini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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