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L’inclusività come proposta per la realizzazione degli obiettivi museali nell’età contemporanea

Uno degli argomenti più discussi degli ultimi anni riguardo ai musei Italiani è l’inclusività, per la lontananza che si è venuta a creare in molti casi tra i cittadini e la cultura. Questa non deve più essere percepita come una realtà elitaria, misteriosa e inaccessibile e il museo deve operare in un’ottica inclusiva e mettere al centro del proprio operato il visitatore. Aumentando l’impatto sociale dell’operato istituzionale, potrebbero essere condizionate anche le decisioni relative allo stanziamento dei fondi.
I beni culturali di un territorio parlano del territorio stesso, dei suoi abitanti e delle loro tradizioni e per avvicinare le due parti il museo deve rispondere alle esigenze di una società in continuo mutamento, sempre più diversificata ed esigente, tenendo comunque sempre presenti i bisogni fondamentali legati alla propria natura.
Per questo motivo lo studio dell’identità e delle motivazioni dei visitatori ha assunto un ruolo di grande importanza nella progettazione di tutti gli aspetti del museo.
Si moltiplicano quindi le ricerche per porre il design e le tecnologie al servizio delle istituzioni museali, allo scopo di migliorare l’esperienza di visita e di fornire, anche prima e dopo, efficaci supporti, in grado di contribuire alla creazione del significato che l’individuo trarrà dall’esperienza complessiva.

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5 1. Le problematiche legate alla mancanza di inclusività dei musei in Italia 1a. Crescita e recessione dei musei in Italia Uno degli argomenti più discussi degli ultimi anni è quello che riguarda i musei Italiani. I problemi si acuiscono con la crisi economica del 1992 quando il governo Amato decide di restringere la spesa per contrastare l’emergenza della finanza pubblica. Da quel momento si crea una situazione contraddittoria per i musei che si vedono coinvolti in una fase che può essere vista da un lato come una fase di recessione e dall’altro come una fase di crescita. La crescita è determinata dalla disponibilità di fondi risalenti agli anni ’80 che erano stati usati per l’apertura di nuove sedi e per l’ampliamento di quelle già esistenti. La recessione, invece, deriva dalla crescita stessa poiché l’espansione delle sedi non corrisponde anche a un miglioramento di queste a livello di funzionamento, gestione e attività. (Travagli, 2012) 1b. Da una nuova definizione di museo al dibattito tra sostenitori della tutela e sostenitori della valorizzazione Nel 2007 l’ICOM formula una definizione di museo che mette in evidenza aspetti nuovi. «Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone, per fini di studio, educazione e diletto.» (ICOM 2007, art.3) Questa definizione di museo pone per la prima volta l’accento sul pubblico dei musei delineando l’istituzione museale come un’organizzazione che si cura di conservare i beni culturali al suo interno ma anche di “servire” il visitatore. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra i bisogni del museo e quelli delle persone che lo visitano. Uno dei dibattiti più accesi degli ultimi anni è stato quello che aveva come argomento la contrapposizione tra conservazione e valorizzazione dei beni culturali e vedeva

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Parole chiave

comunicazione
musei
beni culturali
patrimonio
museologia
heritage
inclusività
valorizzazione museale
lidia falomo
patrimonio italiano

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