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Mass moda: dalla moda elitaria alla moda di massa

Il seguente elaborato, suddiviso in due sezioni, si propone di analizzare in un primo momento la natura sociologica del fenomeno "moda" e quali siano le basilari motivazioni in grado di corroborare all’interno della società l’impulso a seguire determinate tendenze. Ai fini della ricostruzione sono state utilizzate fonti filosofiche e sociologiche edite sin da fine Ottocento. Primo fra tutti Simmel, sostenitore della teoria del trickle down, secondo la quale le mode, possesso esclusivo delle classi più abbienti, ‘gocciolerebbero’ da esse verso strati sociali inferiori, aprendo, solo una volta recepite da questi ultimi nella loro totalità, la strada alle prime verso la ricerca di nuove tendenze in grado di rimarcare la propria distinzione sociale. L’analisi lascia spazio in seguito agli sviluppi evolutivi più recenti della moda. In particolare l’evento più importante è stato secondo Crane il passaggio dalla moda “di classe” a una moda “di consumo”, massificata - da cui deriva il titolo dell’elaborato - molto più disomogenea e passeggera rispetto alla precedente, appannaggio dalle classi elitarie.
La seconda parte dell’analisi, basata prettamente sugli studi di Soldani e Franchini, si sofferma nello specifico sulle origini della stampa periodica femminile, sulla diffusione delle riviste di moda e sul ruolo dei giornali come strumenti di comunicazione delle tendenze legate in particolare all’abbigliamento. Mettendo a punto quanto l’evoluzione di tali riviste sia stata consistente sotto l’aspetto contenutistico così come grafico-editoriale, complice la diffusione di tecnologie specializzate che hanno accompagnato la nascita dell’industria pubblicitaria, la riflessione si sposta in conclusione sui cambiamenti strutturali visibili in Vogue, periodico americano affermatosi a fine Ottocento. Esso, nonostante abbia subìto non trascurabili mutamenti, ha saputo destreggiarsi abilmente nel mondo dell’editoria, mantenendo la propria identità dalla prima edizione sino ai giorni nostri e divenendo fonte autorevole nel guazzabuglio di opere di rilevanza storica.

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Parte prima: Aspetti sociologici della moda 1.1 La moda: strumento di espressione sociale e psicologica Il termine moda è polisemantico: che lo si prenda nel suo significato ristretto o nella sua accezione più larga, esso designa un fenomeno sociale complesso che non solo fornisce l’opportunità all’individuo di esprimere sé stesso e la propria identità, ma è anche mezzo di comunicazione privilegiato per confrontarsi con la società e assumere in essa un ruolo ben definito. Parlare di moda senza far riferimento alla società comporterebbe il rischio di fermarsi all’epifenomeno di comportamenti individuali e collettivi caratterizzati da un’estrema superficialità, senza tener conto di come queste manifestazioni possano coinvolgere un grande numero di persone in forza del potere “seduttivo” della novità, che solo la moda riesce a conferire alle cose, delineando conseguentemente una rappresentazione della struttura della società stessa. 1 Così come il linguaggio è il congegno di modellazione del mondo tipico della specie umana, il vestire, in ogni società e cultura, rappresenta una forma di progettazione e simulazione attraverso cui i nostri corpi entrano in relazione con il mondo e tra loro, una sorta di «sintassi socioculturale», che si definisce «costume» nell’ambito delle funzioni rituali dell’abito, e «moda» nei contesti di carattere estetico. Se il vestire è un linguaggio, la moda è il sistema dei segni non verbali attraverso cui esso stesso si manifesta nella modernità. Sebbene presente anche nelle epoche precedenti, diffondendosi sempre nell’ambito di specifiche classi elitarie o influenzando il cambiamento di stile relativamente a funzioni religiose, politiche e militari, secondo Simmel ciò che caratterizza propriamente la moda è l’effettiva o potenziale dimensione di massa del sistema, realizzatasi compiutamente solo nella seconda parte del secolo attuale. Secondo l’analisi simmeliana è una 2 Marchetti Maria Cristina [2011], La moda oltre le mode: lineamenti di sociologia della 1 moda, Nuova Cultura, p. 43. Calefato Patrizia [1996], Mass moda: linguaggio e immaginario del modo rivestito, Costa 2 & Nolan, pp. 5-10. 8

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Betti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Benedetta Baldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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Parole chiave

moda
giornalismo
simmel
riviste femminili
vogue
elite
haute couture
condé nast
trickle down theory
diana crane

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