La questione manageriale - Analisi retrospettive e sfide future
“Il management è una pratica in cui arte, scienza e mestiere si incontrano” afferma Henry Mintzberg, ed è proprio partendo da questa convinzione che è stato costruito il presente lavoro di tesi. Per scoprire in che direzione le organizzazioni si stanno muovendo è necessario guardare ciò che è stato il passato e, attraverso l’analisi delle retrospettive passate, leggere così le sfide future. Ma cos’è un’organizzazione?
Nel primo capitolo si è cercato di rispondere alla domanda facendo una breve rassegna delle principali teorie organizzative che si sono avvicendate nella sociologia dell’organizzazione. E’ stato usato l’espediente della metafora per poter creare un modello di facile interpretazione, che fosse capace di esprimere quanto radicale sia stata l’evoluzione del concetto stesso di organizzazione in così poco tempo: da un meccanismo all’interno del quale gli ingranaggi si addentellano con una perfezione millimetrica, ad un insieme di unità interrelate tra loro a formare una rete gestita attraverso il governo delle transazioni.
Nella seconda parte del lavoro è stata analizzata a fondo la figura del manager, il suo ruolo, le sue funzioni e le sue caratteristiche. L’obiettivo è stato quello di individuare possibili aree ad alto rischio, quelle che possono presentarsi come sfide che il management deve affrontare e superare. L’ossatura di questa fase è stata progettata sulla base di alcune riflessioni del noto guru del management Peter F. Drucker. L’austriaco di adozione americana, nel suo testo, Le sfide di management del XXI secolo, sostiene che gli ambiti oggi più sfidanti nella pratica del governo aziendale sono la gestione delle persone, la gestione delle informazioni e la gestione del cambiamento. La riflessione di Drucker ha la capacità di fondere le preoccupazioni passate, presenti e future del management, poiché, in effetti questi tre aspetti della gestione sono insiti nel ruolo stesso del manager.
L’ultima parte del lavoro, infine, è organizzata come un’indagine esplorativa che ha l’obiettivo di verificare empiricamente in che misura le osservazioni di Drucker sono aderenti alla realtà manageriale. Il lavoro di ricerca è stato svolto in uno dei maggiori centri economici europei, Londra; attraverso un questionario e una serie di interviste di approfondimento è emerso che il management inglese deve lavorare ancora su sé stesso per poter dire di “controllare” nel modo adeguato queste sue tre funzioni: grazie alla maggiore consapevolezza delle variabili che possono incidere sulle prestazioni di un team, la leadership, dei tre temi, è sicuramente quello su cui il management è più preparato. Diverso è il discorso sulla gestione delle informazioni e del cambiamento: per quanto riguarda le informazioni è chiaro che si faccia ancora confusione tra gli obiettivi e gli strumenti, la gestione e la divulgazione del sapere sono concepiti dai manager solo limitatamente all’utilizzo di una tecnologia adatta alle esigenze. La gestione del cambiamento si è mostrata come l’ambito in cui i manager affrontano criticità maggiori, non solo dovute alla natura di questo aspetto, difficilmente “gestibile” di per sé, ma soprattutto causate da una conoscenza superficiale del tema. Ma cosa accadrebbe se si applicasse questo metodo di indagine al management italiano? Quali risultati si otterrebbero? Questa domanda non si propone di cercare il confronto tra i due stili che, come è noto, sono entrambi influenzati dalle rispettive culture, ma è l’evidenza di una necessità: verificare la consapevolezza da parte del management italiano delle sue pratiche, i suoi punti di forza e quelli di debolezza.
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Farace |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d'Impresa |
Relatore: | Francesco Perrone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 309 |
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