La professione del cool hunter
Questo lavoro si prefigge l’obiettivo di analizzare una figura professionale di recente acquisizione nel settore della moda (e non solo) - nata e richiesta dal mutamento dei percorsi e dei meccanismi stessi del sistema industriale - che costituisce oggi, per molte aziende, un valido contributo nelle strategie di posizionamento del brand. Per capire ed accettare la rilevanza di una professione apparentemente ludica come quella del cool hunter (letteralmente “cacciatore di tendenza”) è necessario riconsiderare il sistema moda alla luce degli attuali scenari e in generale il significato sociale dei trend nella realtà contemporanea.
Dal secondo dopoguerra in poi alcune subculture adolescenziali cominciano a creare look così efficaci, da far presagire il modo in cui l’adolescente medio si vestirà nelle stagioni successive, molto più incisivamente di quanto siano in grado di fare tante aziende del Fashion System. In altri termini, si inizia a fare i conti con un fenomeno nuovo che vede l’innovazione stilistica partire fra quelle categorie di persone percepite come marginali dalla cultura dominante, in aree urbane che si rivelano un vivaio anche per altri tipi di innovazione (musica, arte, ecc). I teen-ager oggi creano propri codici e se li comunicano reciprocamente; sono diventati i veri decision maker e questo, le grandi aziende del brand system, l’hanno capito. Ma non solo, il consumatore in generale, è oggi un individuo sempre più flessibile, abile a districarsi tra le numerose proposte del mercato, spesso incoerente e mosso da motivazioni di consumo istintuali, più che razionali. Dunque, non solo la moda, ma il sistema industriale tutto, ha bisogno di anticipare le tendenze del mercato, ed è proprio questa necessità che sta alla base dei conflitti tipici delle imprese, tra l’area commerciale e vendite (che tende a privilegiare ciò che si è venduto bene nell’anno o nella stagione precedente) e l’area stile e di prodotto che coltiva, o dovrebbe coltivare, una visione anticipativa dei bisogni del mercato. Non si tratta tanto di prevedere ciò che il consumatore vuole, ma piuttosto di proporgli l’evoluzione di un concetto che ha già apprezzato, ma che deve necessariamente evolvere, essere sviluppato per poi essere compreso, e quindi vendibile. Le aziende hanno bisogno di guide ‘speciali’ in grado di comprendere il ‘linguaggio’ della cultura e della società. Gli imprenditori d’oggi devono essere dotati di grande sensibilità e soprattutto accettare che non basta proporre al mercato quello che il mercato vuole oggi, perché sarebbe già un prodotto superato, out! Occorre, invece, capire che cosa vorrà nel futuro prossimo, senza però spingersi troppo avanti o su bisogni lontani dai target aziendali.
La prima parte di questa ricerca, è dedicata ad un escursus storico-culturale delle principali tribù di stile dagli anni Sessanta ai giorni nostri, con una considerazione sull’influenza che gli stili di strada esercitano oggi nel panorama della realtà globale; nella seconda parte si entra nel merito della metodologia di lavoro del cool hunter, cercando anzitutto di capire come agisce il fenomeno delle tendenze, e analizzando poi le fonti da cui trarre le informazioni che permettono di elaborare quei concetti creativi utili alle aziende; nel terzo capitolo si è cercato di inquadrare il profilo professionale del ricercatore di tendenze, attraverso i suoi percorsi formativi, le competenze e il suo ruolo nel processo che va dall’ideazione alla commercializzazione di un prodotto; infine l’ultimo capitolo è rivolto agli ambiti lavorativi che lo vedono coinvolto, sia per quanto riguarda i settori merceologici, che le strutture per le quali opera.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Gentile |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Alberto Abruzzese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 223 |
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