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La Media Education al tempo della post-verità: le competenze digitali per combattere la disinformazione

Questa tesi vuole prendere in considerazione la lotta alle fake news e alla disinformazione. Cercando di analizzare e soffermarsi su alcune delle possibili soluzioni. In particolar modo si analizzerà la Media Education e tutti i suoi possibili risultati. La decisione di sviluppare un lavoro del genere nasce dalla necessità di uno studente di comunicazione di capire il mondo nel quale viviamo. Il fulcro del discorso nasce quando ci chiediamo: cosa sono le fake news? Perché esistono se danneggiano la maggior parte delle persone che ne entrano a contatto? Come è possibile che oggigiorno, con la vastità dei mezzi a nostra disposizione, dobbiamo affermare di vivere nell’era della post verità? E se io non ci volessi vivere? E se nemmeno i miei coetanei lo volessero? La prima parte di questo lavoro approfondirà i temi più caldi dell’elaborato, quali appunto: fake news, disinformazione, ME e tutte le varie literacies e, come ultima cosa, le altre possibili soluzioni, che non rientrano nel campo dell’alfabetizzazione. La seconda parte vuole invece analizzare dei casi reali, dove le literacies sono e vengono effettivamente utilizzate. Gli studi mostrano l’applicazione di alcune delle literacies e l’analisi dei risultati. Per quanto gli studi non siano direttamente comparabili, una lettura trasversale di quest’ultimi porterà a varie riflessioni sul tema e sulla loro effettiva efficacia. La terza ed ultima parte mette invece in relazione le varie literacies, anch’essa presenta l’analisi di uno studio scientifico. Verranno prese in considerazione e confrontate le literacies precedentemente presentate, con l’obiettivo di capire quali tra queste siano più o meno adatte nel riconoscimento delle fake news. Il lavoro terrà presente anche delle altre possibili soluzioni, ma vuole concentrarsi sulla ME, sulla sua applicazione adeguata e su tutte le sue possibili implicazioni.

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1 CAPITOLO 1: Di cosa parliamo? Problemi e soluzioni. Negli ambiti della comunicazione e delle scienze sociali la battaglia alla disinformazione e alle fake news è sempre stata aperta. Negli ultimi decenni però, abbiamo potuto osservare quanto l’accentuarsi di questo fenomeno sia diventato tangibile. In questo capitolo e nei paragrafi successivi verrà analizzato il problema, con una ricognizione teorica sulla letteratura scientifica relativa ai due poli del discorso (Media Education e disordine informativo) e soffermandosi sulle possibili soluzioni, in alcuni casi legate a interventi che coinvolgono i lettori e i cittadini, in altri più incentrate nell’agire direttamente sui mezzi d’informazione. Inoltre, è importante affermare sin da subito quanto l’ecologia propria dei media sia direttamente collegata a questi fenomeni. Sarebbe ostico, se non impossibile, andare alla ricerca di alcune soluzioni senza capire bene quali attori sono in campo ed in che modo sono correlati. Con ecologia dei media si intende lo studio dei media come ambiente strutturato da interazioni umane (Mason, Krutka e Stoddard 2018). <<Attingendo all’ecologia dei media ed agli studi fondamentali dei media, si sottolineano la lunga storia delle fake news e come questo concetto non possa essere separato dalle tecnologie dei media, nelle quali le culture crescono.>> (Mason, Krutka e Stoddard 2018, p.1, nostra traduzione) L’ecologia dei media è difatti profondamente cambiata negli ultimi anni. Nel contesto mediale e sociale nel quale viviamo, cresce il numero di cittadini che credono alle cosiddette fake news e che le condividono e, più o meno intenzionalmente, propagano.

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Parole chiave

media education
disinformazione
media literacy
information literacy
fake news
digital literacy
news literacy
stony brook
post-verità
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