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Il dibattito teorico degli Anni Sessanta sulla linguisticità del cinema

La mia tesi intende ricostruire una parte del dibattito che ha condotto, a metà degli Anni Sessanta, alla nascita di una nuova disciplina: la semiologia del cinema. Il mio elaborato parte dall'analisi di un importante saggio pubblicato nel 1964 dal teorico francese Christian Metz che si intitola "Cinema: lingua o linguaggio?" nel quale egli fa una comparazione fra linguaggio cinematografico e lingua verbale. Questa problematica avrà una fondamentale importanza all'interno dei convegni che si terranno a partire dagli anni successivi durante i Convegni del Festival del Nuovo Cinema di Pesaro che vedranno coinvolte personalità del calibro di: Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco ed Emilio Garroni.

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Introduzione La mia tesi intende ricostruire una parte del dibattito ,che, negli anni Sessanta, ha con- dotto alla nascita di una nuova disciplina: la semiologia del cinema. La semiologia ave- va assunto da diversi decenni dei metodi certi che l’avevano fatta diventare a tutti gli effetti una scienza. Si deve infatti al linguista svizzero Ferdinand de Saussure (1857-1913) la definizione di tale disciplina come “scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale”. La semiologia rappresenta l’estensione naturale della 1 linguistica: così come la linguistica studia le lingue e quindi i sistemi di segni istituzio- nalizzati in un gruppo sociale, la semiologia nasce proprio dalla necessità di studiare - attraverso i modi propri della linguistica - i sistemi non verbali. L’obiettivo del dibattito che negli anni ’60 ha avuto luogo al Festival del Nuovo Cinema di Pesaro, era proprio quello di cercare di capire in che termini si potesse parlare di un linguaggio non verbale come quello cinematografico e in cosa il cinema somigliasse ad una lingua verbale. I convegni di Pesaro sono stati, soprattutto nei momenti di maggiore vivacità, un’occa- sione in cui le varie nouvelle vagues nazionali potessero mostrare i propri caratteri ever- sivi rispetto al cinema d’industria dei grandi festival e dove gli autori e teorici più auda- ci potessero esprimere tutta la loro voglia di rinnovamento attraverso un “Nuovo cine- ma”. Una volta “esauriti gli strascichi della polemica sul neorealismo, in Italia si assiste 2 ad un progressivo affievolimento dell’istanza ideologica e alla nascita di un nuovo inte- resse per la tecnica e per lo stile” . Il problema dell’ideologia non sarà di primaria im 3 - portanza in questo periodo, ma tornerà in voga con l’avvento del Sessantotto, politiciz- zando il discorso anche durante il periodo degli anni ’70. La Mostra Internazionale del Cit. Ferdinand de Saussure, Corso di linguistica generale, Laterza, Roma-Bari 1993, p. 26. 1 Cfr. G. Pescatore, “Pesaro e i nuovi festival” in G. Canova (a cura di), Storia del cinema italia 2 - no 11: 1965-1969, Marsilio, Venezia, 2002, pp. 520-525. Cit. Ivi, p. 489. 3 3

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