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Giornalismo sportivo: dal predominio della stampa a quello dell'etere. Un confronto

La crescita di popolarità di uno sport come il calcio non è dovuta soltanto alla bellezza del gioco in sé, ma soprattutto all’attenzione mediatica che da sempre lo circonda.
I vari mezzi di comunicazione di massa (dal giornale alla radio, dalla televisione ad internet) hanno dato vita, in Italia, ad un vero e proprio settore “specializzato”: in nessun altro paese europeo esiste una tale concentrazione di investimenti editoriali e non nel mondo del football.
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Per capire meglio quanto appena detto, bisogna citare Bruno Roghi, uno dei più grandi cantori dello sport: “La lingua del calcio – formatasi ed affermatasi assai prima d’altri linguaggi tecnico-sportivi, forse per l’immediatezza di partecipazione delle folle agli eventi calcistici, chiusi nei catini degli stadi – non s’è limitata soltanto a voltare in lingua italiana una nomenclatura inglese, il che avrebbe costituito un fatto in un certo senso meccanico, ma ha tratto dall’originalissimo ritmo del gioco, con le sue azioni e reazioni tra squadra e pubblico, una sorta di suo tipico ritmo verbale che, nelle sue trovate più schiette e più sane, è andato oltre il rettangolo verde per inserirsi, in diversa guisa, nel linguaggio comune”.
[...]
Il giornalismo sportivo “di carta” è finito col passare irrimediabilmente in secondo piano a causa dello straordinario sviluppo tecnologico e tecnico della televisione. Afferma Pino Frisoli che “parlare di storia della televisione vuol dire, infatti, anche parlare di storia dello sport” sottolineando, quindi, lo stretto legame che si è venuto a creare tra l’etere e le competizioni sportive di ogni tipo: oramai viene trasmesso di tutto e a tutte le ore.
Le potenzialità della televisione cominciano ad essere sfruttate appieno già negli anni ’50, quando cominciano le prime dirette delle partite di calcio: il primo, storico match trasmesso fu un Juventus – Milan del 5 Febbraio 1950, finito 7 a 1 per la squadra ospite e caratterizzato da una fittissima nebbia.
[...]
Lungo il nostro percorso cercheremo di dare risposta a questi importanti quesiti attraverso un dettagliato confronto tra lo sport sul giornale e lo sport sulla tv, spiegando in cosa differiscono i due media, come lavorano alla costruzione dei servizi, quali mezzi e quali linguaggi vengono adottati.
I campioni di analisi saranno:
• il Corriere dello Sport, celebre quotidiano sportivo fondato il 20 ottobre 1924 a Bologna da Leandro Arpinati e Alberto Madel;
• Studio Sport, telegiornale sportivo delle reti televisive Mediaset che annovera, nel suo staff, personaggi di spicco come Guido Meda, Mino Taveri e Monica Vanali.

Lo scopo non è tanto quello di cercare un vincitore, quanto quello di affermare la validità del giornalismo sportivo in tutte le sue forme, non solo ricordando le glorie del passato, ma focalizzandoci soprattutto sul presente e sugli sviluppi futuri di questo interessante settore, attraverso un’ accurata analisi dei linguaggi utilizzati dai due media. Il tutto arricchito da una testimonianza diretta, quella del direttore responsabile del portale www.sportoggi.com Vittorio Pace, la cui intervista è riportata interamente in appendice.

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5 INTRODUZIONE La crescita di popolarità di uno sport come il calcio non è dovuta soltanto alla bellezza del gioco in sé, ma soprattutto all’attenzione mediatica che da sempre lo circonda. I vari mezzi di comunicazione di massa (dal giornale alla radio, dalla televisione ad internet) hanno dato vita, in Italia, ad un vero e proprio settore “specializzato”: in nessun altro paese europeo esiste una tale concentrazione di investimenti editoriali e non nel mondo del football. Si contano ben tre quotidiani principali (Corriere dello Sport, Tuttosport, La Gazzetta dello Sport), due trasmissioni domenicali di circa due ore ciascuna (La Domenica Sportiva, Controcampo), l’immancabile diretta radiofonica del weekend (Tutto il Calcio Minuto per Minuto) ed un numero infinito di quotidiani minori, settimanali, trasmissioni satellitari 24 ore su 24 e chi più ne ha più ne metta. Oggigiorno non possiamo più considerare il giornalismo sportivo come giornalismo “di seconda fascia”, tanta è l’importanza che ricopre da renderlo indispensabile anche agli occhi dei meno interessati: le prime pagine dei quotidiani, ad esempio, tendono ad attirare subito l’attenzione, sono più grandi rispetto a quelle dei normali giornali e sono piene di colori sgargianti (La Gazzetta è rosa, il Corriere ha il titolo rosso o verde a seconda della regione) e titoloni ad effetto; i telegiornali riservano sempre (perlomeno nel weekend) un paio di servizi agli eventi sportivi principali; e sempre nel fine settimana siamo tartassati di notizie sul calcio in qualsiasi istante, potremmo addirittura affermare che il sabato e la domenica appartengono al calcio.

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