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Per un nuovo tipo di valutazione: il Portfolio delle Competenze individuali

In seguito alla Riforma degli ordinamenti scolastici, con l’emanazione della Legge delega n. 53 del 28 marzo 2003, e al lungo e sofferto dibattito che sta accompagnando l’adozione dei decreti legislativi e dei regolamenti di attuazione della legge, il discorso relativo alla valutazione, da sempre terreno irto di insidie e difficoltà per tutti i docenti chiamati a svolgere questo delicatissimo ed importante compito, si è fatto più acceso e non sono mancate polemiche circa l’introduzione dei nuovi strumenti valutativi, tra i quali merita un posto di primo piano il Portfolio delle competenze individuali.
Tale strumento di valutazione può rappresentare l’occasione per un cambiamento, da tutti auspicato, nella gestione della valutazione, la quale deve coinvolgere e responsabilizzare maggiormente genitori ed alunni nella scelta dei criteri e nella personalizzazione degli apprendimenti, deve consentire all’alunno di attuare momenti di autovalutazione, per aiutarlo a comprendere quali sono le sue potenzialità, ma anche le sue debolezze, attraverso l’individuazione delle sue personali strategie di apprendimento, deve incoraggiarlo a “tirar fuori” il positivo che è in lui motivandolo a proseguire nel suo percorso formativo. Sia come genitore che come insegnante, in servizio da nove anni presso una scuola Primaria, credo che il Portfolio rappresenti una valida opportunità per una valutazione più autentica, orientativa e prospettica e che ormai sia tempo per la scuola di fare un salto di qualità verso un tipo di insegnamento “centrato sull’apprendimento” , purchè il suo utilizzo non si riduca ad una semplice raccolta di materiali, ad un adempimento cartaceo che avvilisca la sua portata formativa. La finalità di questo lavoro è proprio quella di dare risposta ad alcuni di quei quesiti relativi al significato e alle modalità di compilazione del Portfolio attraverso un’analisi non solo delle finalità del portfolio come strumento a carattere qualitativo nell’ottica di una valutazione autentica e delle teorie psicopedagogiche alle quali la legge si è ispirata, ma anche della sua struttura interna, del come debba essere costruito perché possa svolgere proficuamente la sua funzione formativa, anche attraverso una comparazione con quanto viene fatto in altri paesi europei ed extraeuropei.

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5 INTRODUZIONE In seguito alla Riforma degli ordinamenti scolastici, con l’emanazione della Legge delega n. 53 del 28 marzo 2003, e al lungo e sofferto dibattito che sta accompagnando l’adozione dei decreti legislativi e dei regolamenti di attuazione della legge, il discorso relativo alla valutazione, da sempre terreno irto di insidie e difficoltà per tutti i docenti chiamati a svolgere questo delicatissimo ed importante compito, si è fatto più acceso e non sono mancate polemiche circa l’introduzione dei nuovi strumenti valutativi, tra i quali merita un posto di primo piano il Portfolio delle competenze individuali. Le domande più frequenti, e che anch’io mi sono posta quando ne ho sentito parlare per la prima volta, sono state le seguenti: che cos’è, a cosa serve, come si crea e si compila. In un primo momento di smarrimento e di confusione, che accompagna sempre i periodi di riforma o di introduzione di elementi innovati, sembrava che tutti fossero concordi nel ritenere fermamente che il Portfolio non dovesse essere adottato come strumento di valutazione fino a che non fossero stati chiariti alcuni aspetti sostanziali della Riforma in merito alla documentazione e alla certificazione delle conoscenze, della abilità e delle competenze.

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Strisciuglio
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'Educazione
  Relatore: Chiara Gemma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 150

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Parole chiave

didattica
portfolio delle competenze individuali
teorie psicopedagogiche
valutazione

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