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La violenza agita sulle donne. Studio del fenomeno dal punto di vista dell'uomo maltrattante

L’argomento del mio elaborato tratta della violenza sulle donne dal punto di vista dell’offender. Il motivo della mia ricerca parte da motivazioni personali, incentrate sulla mia storia, ma anche da curiosità scientifiche in quanto la violenza sulle donne è ancora un fenomeno troppo presente ai giorni nostri per non essere studiato in modo approfondito. È nota la diffusione del reato di stalking, una forma di violenza in cui il carnefice, segue, perseguita e minaccia una vittima, impedendole il normale svolgimento della vita quotidiana e arrecandole danno psicologico. Secondo una recente indagine ISTAT, infatti, le percentuali su un campione di donne intervistate in età variabile tra i 50 e i 70 anni sono elevate: almeno un 20% ha subito stalking nell’arco della propria vita e di queste il 10% in forma grave. Nello specifico, ho voluto indagare le ragioni psicologiche dell’uomo maltrattante. Tra queste, troviamo il bisogno di supremazia, il possesso e la gelosia e una forte componente culturale. D’altro canto, ho cercato di mettere in luce anche le motivazioni che spingono le donne a restare con il proprio carnefice: sono emersi ad esempio, i concetti dell’amare troppo e la cosiddetta sindrome della crocerossina. Conclude il lavoro una riflessione sul ruolo dell’educatore nel contrasto alla violenza e sulle strategie operative che egli può mettere in atto in ambito riabilitativo e rieducativo, attraverso uno sguardo sulla realtà dei centri di ascolto per uomini maltrattanti. Infine, penso che sia necessario un cambiamento culturale per superare il grave problema della violenza sulle donne.

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39 2.4: Le ragioni che spingono la donna a restare con il maltrattante: Dopo aver analizzato il profilo della vittima, appare necessario chiedersi quali sono le motivazioni psicologiche che spingono quest’ultima a decidere di restare con il maltrattante e a non denunciarlo. Una prima teoria che potrebbe rispondere a questa domanda la troviamo in quella, comunemente chiamata, “sindrome della crocerossina”: tale patologia, porta chi ne soffre, a mettere da parte totalmente se stessi e il proprio benessere, per dedicare tutte le proprie energie agli altri. Si tratta in questo caso di donne, molto generose, servizievoli, portate a un totale accudimento materno del partner che non hanno nessuna intenzione di lasciarlo in quanto, così facendo, si sentono necessarie per lui, sentendo di avere acquisito un valore sociale (ricordiamo infatti che la vittima ha una personalità fragile e una bassa autostima). Infatti, le donne che decidono di restare con il maltrattante, avvertono una “missione salvifica” nei suoi confronti, come se egli non potesse sopravvivere senza e loro fossero le uniche in grado di salvarlo. Secondo Robin Norwood, nel testo “donne che amano troppo”, esse si convincono totalmente che il partner non era mai stato amato da nessuna donna in passato e che devono essere proprio loro, con il loro amore e la loro compassione a salvarlo. Egli, agli occhi della vittima, appare come un uomo che ha sofferto, e qualsiasi azione disfunzionale, possa praticare nei confronti della vittima appare, non solo normale, ma anche accettabile. La donna, molto spesso decide di restare e giustificare questi comportamenti perché avverte quella relazione come “disperatamente necessaria” per la sua sopravvivenza e per questo rimane. Il bisogno di aiutare, è talmente forte nella donna che resta, a tal punto che essa riesce a stare vicino a qualcuno, soprattutto un maschio, solo se ha bisogno di lei, a maggior ragione se la maltratta, così lei potrà salvarlo da sé stesso. ( Norwood, 1997). È utile, esporre, come già detto nel paragrafo precedente, che la donna che decide di restare vive una fortissima dipendenza affettiva dal partner e nonostante tutto, lei vuole qualcosa da lui che non può dargli. Riporto, quindi, le parole di Robin Norwood: “[…] ma Trudi aveva la sensazione di essere sempre più dipendente da lui sul piano dei sentimenti, mentre lui in cambio, le dava

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Berti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Educatore sociale e culturale
  Relatore: Giacomo Mancini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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Parole chiave

violenza
donne
società
offender
padre padrone
uomo maltrattante

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