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Evoluzione della comunicazione pubblicitaria ed influenza delle psicologie

La pubblicità è una delle funzioni economiche più complesse poste in essere dall’uomo nel corso della sua storia e nel progredire della sua civiltà. Pubblicità e progresso economico sono termini che appartengono ad una medesima realtà, nella quale confluiscono, da sempre componenti sociologiche, psicologiche e politiche, oltre che economiche. Ridurre, infatti, la pubblicità ad una semplice funzione consistente in una comunicazione di massa, proveniente da una fonte chiaramente identificabile ed avente delle finalità di natura esclusivamente economica, significa impoverire e snaturare la sostanza e la portata stessa della pubblicità. Infatti, essa è anche questo, ma non solo questo. D’altra parte una definizione su cui convergano i consensi di tutti, studiosi, operatori, consumatori, si può dire che, praticamente, non esiste. E, là dove esistesse, sarebbe soggetta ad una miriade di interpretazioni soggettive che la scinderebbero in tante “pubblicità”. Tale difficoltà non esime peraltro dal tentar di inquadrare questo complesso fenomeno che, anche se le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ciò non di meno ha acquistato particolare enfasi ed ha focalizzato su di sé innumerevoli interessi, proprio con il sorgere e con lo svilupparsi dell’economia moderna.
Il contesto nel quale si muove l’attività pubblicitaria è così riccamente articolato che solo con l’ausilio di svariate discipline è possibile inquadrarlo adeguatamente. Numerose, infatti, sono le discipline che prendono in esame la pubblicità. Per ricordarne le principali diremo che l’economia politica, la politica economica, la sociologia, presentano numerose opportunità di applicazione in campo pubblicitario, anche se probabilmente, la disciplina che presenta maggiori “frequenze” di contatto e di intersezione con la pubblicità è oggi la psicologia. Ora, come è noto, non è cosa facile l’utilizzazione di queste scienze, specie da parte di chi - classico utente della pubblicità - non è, solo per questo, uno scienziato. Infatti, l’orientamento comune del dirigente e dell’imprenditore, tipici utenti della pubblicità, è quello di avere a disposizione modelli operativi per indirizzare le loro decisioni. Quindi, per loro, approcci scientifici sofisticati non rappresentano il modo migliore e più rapido per affrontare, comprendere e risolvere i loro problemi. Ma, anche se questa è la sincera convinzione degli operatori, è discutibile anche perché un approccio troppo specialistico e tecnico-operativo è sempre parziale rispetto al problema globale della pubblicità, e deve essere completato con approfondimenti posti in essere da altri specialisti o da ipotesi operative di genere diverso.
D’altra parte, un’impostazione eminentemente - quando non esclusivamente - scientifica del fenomeno pubblicitario può risultare troppo generale e quindi inconsistente, per lo meno di fronte alle istanze operative che provengono dal mondo dell’imprenditorialità. Il che porta a ritenere che l’approccio più corretto sia quello, sì, scientifico, ma quel tanto che basta a illuminare, in modo critico, l’area decisionale dell’operatore. Quindi l’indagine scientifica sul fenomeno pubblicitario deve essere condotta con umiltà e con il senso di colui, o coloro, dal cui agire, nel momento in cui operano delle scelte ed assumono delle decisioni di natura economica, deriva un incremento nella qualità della vita dell’uomo, o - per lo meno - una presunzione ragionevole che a tale incremento, presto o tardi, si arrivi.
Con questo elaborato si cerca quindi di esplorare la pubblicità “introspettiva”, se così si può chiamare, ovvero quella pubblicità che si serve di mezzi teorici più che pratici.
Nel primo capitolo sarà svolta un’analisi storica della pubblicità, i suoi inizi, i suoi sviluppi, il suo sistema e i sui mezzi.
Nel secondo capitolo, attraverso le discipline psicologiche del Comportamentismo/Behaviorismo, della Psicologia Cognitiva, della Psicanalisi e della Psicologia Sociale si approfondirà quelle che sono le influenze derivate da questi orientamenti psicologici nel campo pubblicitario.
Nel terzo capitolo sarà approfondito il tema della persuasione e i suoi meccanismi, con alcuni rimandi alla psicologia delle folle, alla psicanalisi e al cognitivismo di cui si è parlato nel capitolo precedente.
Per concludere, nell’ultimo capitolo, si parlerà di propaganda, vista come un modello di pubblicità persuasiva e considerata possibile strumento di manipolazione in grado di sfruttare a suo piacimento i sentimenti.

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3 Introduzione La pubblicità è una delle funzioni economiche più complesse poste in essere dall’uomo nel corso della sua storia e nel progredire della sua civiltà. Pubblicità e progresso economico sono termini che appartengono ad una medesima realtà, nella quale confluiscono, da sempre componenti sociologiche, psicologiche e politiche, oltre che economiche. Ridurre, infatti, la pubblicità ad una semplice funzione consistente in una comunicazione di massa, proveniente da una fonte chiaramente identificabile ed avente delle finalità di natura esclusivamente economica, significa impoverire e snaturare la sostanza e la portata stessa della pubblicità. Infatti, essa è anche questo, ma non solo questo. D’altra parte una definizione su cui convergano i consensi di tutti, studiosi, operatori, consumatori, si può dire che, praticamente, non esiste. E, là dove esistesse, sarebbe soggetta ad una miriade di interpretazioni soggettive che la scinderebbero in tante “pubblicità”. Tale difficoltà non esime peraltro dal tentar di inquadrare questo complesso fenomeno che, anche se le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ciò non di meno ha acquistato particolare enfasi ed ha focalizzato su di sé innumerevoli interessi, proprio con il sorgere e con lo svilupparsi dell’economia moderna. Il contesto nel quale si muove l’attività pubblicitaria è così riccamente articolato che solo con l’ausilio di svariate discipline è possibile inquadrarlo adeguatamente. Numerose, infatti, sono le discipline che prendono in esame la pubblicità. Per ricordarne le principali diremo che l’economia politica, la politica economica, la sociologia, presentano numerose opportunità di applicazione in campo pubblicitario, anche se probabilmente, la disciplina che presenta maggiori “frequenze” di contatto e di intersezione con la pubblicità è oggi la psicologia. Ora, come è noto, non è cosa facile l’utilizzazione di queste scienze, specie da parte di chi - classico utente della pubblicità - non è, solo per questo, uno scienziato. Infatti, l’orientamento comune del dirigente e dell’imprenditore, tipici utenti della pubblicità, è quello di avere a disposizione modelli operativi per indirizzare le loro decisioni. Quindi, per loro, approcci scientifici sofisticati non rappresentano il modo migliore e più rapido per affrontare, comprendere e risolvere i loro problemi. Ma, anche se questa è la sincera convinzione degli operatori, è discutibile anche perché un approccio troppo specialistico e tecnico-operativo è sempre parziale rispetto al problema globale della

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