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La via verso la democratizzazione: il caso del Cile dopo il golpe del 1973

L’obiettivo di questa tesi è fornire un’analisi approfondita della transizione democratica di successo affrontata dal Cile tra il 1973 e il 1988, focalizzandosi sulle fasi cruciali di tale cambiamento storico.
La tesi è strutturata in tre capitoli distinti: Il primo capitolo delinea i tentativi più significativi nella letteratura accademica volti a definire la forma di governo democratica, oltre ad esaminare le tipologie, i percorsi e le fasi - non sempre uniformi - affrontati dagli stati nel compiere la democratizzazione, nonché i fattori chiave che ne hanno plasmato l’evoluzione. Inoltre, è illustrato il declino progressivo delle libertà nel mondo contemporaneo, attraverso dati recenti forniti da Freedom House. Il secondo capitolo traccia la storia del Cile da ex colonia dell’impero coloniale spagnolo a liberal-democrazia consolidata, esaminandone il complesso panorama politico. La scelta di iniziare dalla storia del Cile dall’epoca della sua indipendenza si ritiene appropriata, in quanto la complessità dei problemi strutturali che hanno caratterizzato il paese non possono essere ridotti a semplici righe introduttive, per cui tale approfondimento storico consente di apprezzare appieno le sfide affrontate dal paese nel suo cammino verso la democratizzazione. Si pone tuttavia particolare enfasi sulla fase dittatoriale inaugurata dal generale delle forze armate Augusto Pinochet, fino al suo termine e dunque l’inizio del governo civile. Il terzo e ultimo capitolo si propone di analizzare la storia cilena da un punto di vista empirico, esaminando le modalità specifiche attraverso cui il paese ha instaurato il regime democratico attuale, e collegando tali sviluppi alle teorie democratiche discusse nel capitolo iniziale. Tale struttura permette di illustrare sia gli aspetti teorici che pratici della democratizzazione cilena, offrendo una panoramica completa del processo storico.

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16 1.3.1 Instabilità del regime non democratico e avvio della transizione Il percorso di transizione racchiude al suo interno sia il declino del regime dittatoriale sia le nascenti istituzioni di carattere democratico, che determinano una parziale sovrapposizione all’instaurazione definitiva. Essa comincia a manifestarsi nel momento in cui il regime presenta una crisi all’interno del proprio sistema (incapacità del mantenimento dell’ordine stabilito, anche a livello economico e fratture all’interno dell’élite di partito) o nel momento in cui l’élite politica annuncia fasi di innovazione, unitamente a una progressiva espansione delle libertà concesse come dissenso, libertà di espressione e pluralismo. I regimi cercano di fronteggiare la crisi in atto con un aumento della repressione o mirando all’ulteriore consolidamento della legittimazione dell’élite. Nel caso questi tentativi abbiano esito positivo il regime torna a consolidarsi, o al contrario determinano il continuo del processo di transizione. Con tale fase non è ancora in atto una vera e propria democratizzazione, ma piuttosto una sorta di allentamento del controllo oppressivo del regime dovuto alla sua crisi interna, anziché a un’apertura in favore dei dissensi; inoltre vi sono diversi contendenti tra estremisti e moderati del regime, mentre la sovranità comincia a dividersi. In caso di transizione democratica, può essere restaurativa o innovativa. Nel momento in cui vi è maggiore consenso tra gli attori di regime sul creare un governo eletto, la transizione può definirsi come democratica: avviene il riconoscimento dei diritti civili e politici, sono definite garanzie dagli attori politici e comincia a manifestarsi un progressivo consenso nei confronti del pluralismo. Non solo è l’élite politica a poter avviare tale processo, ma anche forze armate o parti del partito unico; la decisione può provenire da politiche disastrose che hanno aggravato la crisi del sistema, opposizioni popolari o dalle fratture della stessa élite che determina la vincita dei riformisti sulla fazione conservatrice. La transizione può essere distinta tra continua e discontinua. Nel primo caso essa ha carattere graduale, poiché la rottura dal vecchio sistema del regime non democratico (norme, istituzioni) al nuovo non è traumatica. In alcuni casi, il cambiamento può essere preceduto da riforme avviate già dal precedente regime; vi sono anche casi in cui il passaggio è promosso dalla vecchia élite autoritaria. La continuità può essere assicurata mediante l’istituzione di patti che mirano a coinvolgere i nuovi attori collettivi nel processo decisionale, inclusi movimenti di opposizione, partiti politici e sindacati. In tal

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Informazioni tesi

  Autore: Miriam Perrone
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Emanuele Castelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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Parole chiave

democrazia
cile
democratizzazione
dittatura
transizione democratica
golpe
allende
pinochet
processi democratici

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