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Pubblicità sociale. Le campagne di Pubblicità Progresso e della Presidenza del Consiglio dei Ministri sui diritti e doveri dei cittadini.

Fino alla seconda metà degli anni ’80 l’uso della comunicazione persuasoria a fini di pubblico interesse ha rappresentato una pratica limitata. È solo nel corso di quest’ultimo decennio che la pubblicità sociale ha conosciuto un’impressionante espansione e soprattutto un aumento dei soggetti che ne fanno uso: all’istituto di Pubblicità Progresso, che ha dato avvio allo sviluppo della pubblicità sociale in Italia, si sono affiancati il settore pubblico e le organizzazioni non profit. La pubblicità sociale va, inoltre, inserita all’interno del più ampio contesto del marketing sociale; è l’approccio di quest’ultimo che risulta fondamentale nella costruzione di campagne per modificare idee e comportamenti. La nascita della pubblicità sociale è legata anche alla nascita del concetto di “qualità della vita” che ha iniziato a diffondersi nelle società occidentali agli inizi degli anni ’70. Alla crisi del modello di crescita economica, che non è più in grado di garantire il benessere sociale, fa seguito la richiesta da parte della cittadinanza di una migliore qualità della vita basata non su valori quali la sicurezza economica e la ricchezza, ma sui cosiddetti valori post-materialisti che progressivamente sono diventati più importanti nei sistemi di credenze della popolazione: crescita personale, libertà individuale, democrazia, autodeterminazione. Tra questi valori rientra anche la maggior consapevolezza dei diritti e dei doveri dei cittadini. Diritti troppo spesso oscurati o messi da parte per ragioni politiche e proprio per questo oggetto di comunicazione sociale.
Dalla tutela al diritto all’informazione al rispetto del codice stradale, dalla tutela del lavoro fino all’importante dovere sociale dell’azione volontaria, Pubblicità Progresso e il settore pubblico si sono alternati con varie campagne di pubblicità sociale. Da questo confronto è emerso soprattutto il ruolo di stimolo che l’istituto ha avuto nei confronti dello Stato; uno stimolo sia a rafforzare i rapporti con i cittadini, sia ad adottare le tecniche della comunicazione persuasoria per modificare i comportamenti collettivi sui diritti e doveri sopraccitati.
Ma se l’attività di Pubblicità Progresso è testimonianza di un impegno costante e duraturo nel tempo, le presa di coscienza da parte dello Stato dell’importanza strategica che la comunicazione possiede rimane un fenomeno troppo recente perché possa considerarsi sufficientemente esteso e consolidato.

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INTRODUZIONE Il presente lavoro si occupa del tema della pubblicità sociale ed in particolar modo analizza le campagne sociali sui diritti e i doveri dei cittadini. Fino alla seconda metà degli anni ottanta l’uso della comunicazione persuasoria a fini di pubblico interesse ha rappresentato una pratica limitata, spuria, quasi eretica. È solo nel corso di quest’ultimo decennio che la pubblicità sociale ha conosciuto un’impressionante espansione e soprattutto un aumento dei soggetti che la utilizzano. Per questo motivo, il primo capitolo è dedicato ad una generale introduzione al fenomeno della pubblicità sociale: ho cercato di delimitare una sua possibile definizione, specificandone i generi ed i soggetti che la praticano, con particolare riguardo per la storia e lo sviluppo di Pubblicità Progresso. È grazie a questo istituto, infatti, che la pubblicità sociale ha iniziato a svilupparsi nel nostro paese. Inoltre, poiché la pubblicità sociale è solo uno degli strumenti utilizzati per modificare i comportamenti collettivi, l’ultima parte del capitolo è dedicata al contesto più ampio del marketing sociale. Si analizzerà l’approccio del marketing sociale nella costruzione di campagne per modificare idee o comportamenti collettivi, nonché il suo processo di pianificazione in tutte le sue fasi.

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Informazioni tesi

  Autore: Mara Manzolli
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Daniele Pitteri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 286

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