L'influenza del pensiero orientale sulla psicologia analitica
Negli ultimi decenni, l'Occidente ha sviluppato un crescente e fecondo interesse verso la psicologia orientale. La ricerca psicologica scaturita da questo incontro tra Oriente e Occidente si è posta per lo più nei termini di uno studio interdisciplinare tra la psicologia occidentale e il pensiero asiatico; lo spirito religioso costituisce lo sfondo imprescindibile di ogni formulazione psicologica che l'Oriente abbia fornito della personalità umana.
In particolare, sono state la psicologia esistenziale, la psicologia umanistica, il pensiero di Rogers, la terapia della Gestalt e la psicologia analitica junghiana ad attingere alle teorie orientali della personalità, interpretandone alcuni assiomi di base e applicandoli alla struttura teorico-pratica delle rispettive scuole di pensiero.
Jung, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, si è dedicato sempre più alla comprensione degli insegnamenti tradizionali e dei testi sacri dell'Oriente e dell'Occidente che fungono da specchio critico al radicale dualismo occidentale. Egli è stato un pioniere in questo campo, uno dei primi psicoterapeuti a riconoscere la possibilità di un rapporto fecondo tra la concezione orientale della mente e quella occidentale, contribuendo alla diffusione di testi propri della cultura orientale e alimentandone l'interesse in Occidente.
Ad avvicinarlo al mondo concettuale dell'Oriente è stata la sua passione personale di medico che lo spinge a curare sofferenze condizionate dalla psiche. Il suo interesse si esplica in una duplice prospettiva: la prima è quella del confronto con il mondo orientale, al fine di aiutare l'uomo occidentale a relativizzare la propria tendenza estroversa, il predominio attribuito alle funzioni intellettuali, la convinzione che l'Io sia l'istanza suprema della psiche, e indurlo così ad aprirsi ai valori complementari propri della cultura orientale: introversione, importanza della vita immaginativa, non centralità dell'Io. Jung, conscio di non poter trascendere le proprie radici storiche e culturali, ma anche della necessità di un dialogo aperto con l'Oriente, si propone di fondare una psicologia comparata interculturale dell'esperienza interiore.
La seconda prospettiva è quella della conferma delle proprie teorie psicologiche, soprattutto di ciò che riguarda la nozione del Sé.
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina De Dominicis |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze psicologiche |
Relatore: | Enrico Perilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
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