Perspective-taking e ingroup overexclusion effect: analisi di una possibile relazione
In un'epoca in cui vengono alimentati sentimenti di esclusione e divisione risulta attuale considerare come i meccanismi che sono al servizio della nostra percezione sociale, come la categorizzazione, possono condurci a giudizi imprecisi e a commettere errori circa l'interpretazione degli elementi sociali che guidano la nostra relazione con l'altro.
Leyens e Yzerbyt (1992), a questo proposito, hanno messo in luce un fenomeno che si manifesta in merito a decisioni di inclusione categoriale, denominato effetto di sovraesclusione dall'ingroup (o ingroup overexclusion effect). Questo particolare effetto si manifesta in caso di dubbio o difficoltà nel decidere dell'appartenenza di un individuo al proprio o ad un ulteriore gruppo.
Si è visto che le persone sembrano necessitare di un numero maggiore di informazioni per collocare una persona esterna, nonostante questa possa presentare degli attributi tipici dell'ingroup, rispetto a quanto richiesto per categorizzare l'outgroup.
La necessità di proteggere la positività del gruppo nel quale ci si identifica, e sul quale si fonda la propria identità sociale, comporta quindi una tendenza a sovraescludere quegli individui che sembrerebbero appartenere all'ingroup ma vengono percepiti come ambigui.
La proposta sperimentale avanzata in questo progetto di tesi riguarda la possibilità di bypassare questa tendenza utilizzando l'assunzione di prospettiva altrui quale processo basato sull'attivazione del concetto di sé e sulla sovrapposizione di quest'ultimo alle rappresentazioni del target.
Questa possibilità di uscire dalla propria posizione egocentrica al fine considerare l'altro si può esprimere infatti non solo in una attenzione rivolta ad esso ma in un vero e proprio processo di immedesimazione. La capacità di assumere la prospettiva di un'altra persona è un processo cognitivo dai risvolti altamente pratici e sociali. Diversi modelli informano che questo processo conducendo ad una fusione sé-altro e ad un trasferimento associativo di elementi auto-descrittivi permette di ridurre l'utilizzo di attribuzioni disposizionali, migliorare le valutazioni implicite ed esplicite ed aumentare gli atteggiamenti di approccio, non solo della persona della quale si assume la prospettiva, ma del gruppo di cui la persona fa parte.
Le ricerche svolte in contesti intergruppi informano della potenzialità di questa capacità quale mezzo per ridurre l'espressione di pregiudizi e stereotipi e d'altro canto potenziare le espressioni di empatia e motivazione altruistica.
Si è tentato dunque, per la prima volta, di relazionare questi due costrutti al fine di poter osservare la possibilità di sovvertire l'effetto di sovraesclusione attraverso il processo del perspective-taking, integrando le istruzioni utilizzate da Galinsky et al. (2000) al paradigma sperimentale impiegato dal gruppo di ricerca di Castano (2002).
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Informazioni tesi
Autore: | Eva Della Rocca |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Trieste |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Andrea Carnaghi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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