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Percorsi di integrazione sensoriale nel trattamento delle psicosi

In questo lavoro ho deciso di affrontare il tema delle nuove terapie di integrazione sensoriale nel trattamento di pazienti psicotici, in seguito alla mia esperienza di tirocinio, durato circa un anno, di formazione in Terapia Amniotica.
La mancanza di un’adeguata integrazione degli input sensoriali provenienti dall’ambiente può provocare disturbi del senso del Sé e dei suoi confini.
Il sé costituisce il nucleo centrale della personalità, è il fondamento nell’individuo, del senso di essere un centro indipendente di iniziativa e percezione, integrato con le ambizioni, gli ideali più centrali e l’esperienza che la mente e il corpo costituiscono un’unità nello spazio e un continuo nel tempo.
Il paziente psicotico ha la sensazione di non esistere perché i confini del Sé sono profondamente alterati. Egli prova angosce devastanti nel sentire lo sfaldarsi della sua identità, lo sgretolamento del suo corpo, della pelle, degli organi.
Il lavoro si articola in tre capitoli, che si muovono a partire dagli aspetti più generali della psicosi, per poi parlare dei disturbi dell’integrazione sensoriale, sia da un punto di vista psicodinamico che neurofisiologico.
Infine, riporto alcune delle terapie di integrazione sensoriale improntate sul pensiero di Gaetano Benedetti e del suo collaboratore Maurizio Peciccia, mio supervisore nelle sedute di Terapia Amniotica e presidente dell’Associazione Professionisti Italiani Arte Terapeuti.
La Terapia Amniotica è un’innovativa terapia di gruppo la cui particolarità è il setting in cui svolge: l’acqua; si inserisce un progetto più ampio condotto dal Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell'Università di Perugia, dal Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma e dall'Associazione Sementera Onlus, che comprende una serie di fasi: si parte dalla Terapia Amniotica, seguita dalla tecnica del Disegno Speculare Progressivo e dall’animazione dei disegni attraverso il movimento generatore di immagini.
Da quest’ultimo, poi si può ipotizzare una modifica della “Avatar Therapy for persecutory auditory hallucinations”, una tecnica proposta dallo psichiatra inglese Julian Leff, in cui paziente e terapeuta co-costruiscono un corpo digitale per le voci persecutorie, per far sì che il paziente assuma il controllo su di esse e le trasformi in solidali e terapeutiche.

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  31   Capitolo II DEINTEGRAZIONE SENSORIALE NELLA SCHIZOFRENIA Per una normale esperienza di sé è essenziale un’adeguata integrazione sensoriale (Gallagher, 2005; Zahavi, 2005; Craig, 2010; Gallese and Sinigaglia, 2011; Blanke, 2012; Damasio, 2012). Infatti, ogni esperienza che abbiamo, formata da una composizione di input multisensoriali, ci permette di avere la consapevolezza di noi stessi (Sass e Parnas,2003; Gallagher, 2005; Damasio 2012). Noi siamo in grado di percepire il nostro ambiente e noi stessi attraverso i nostri sistemi sensoriali e il processo neurobiologico che ci permette di organizzare, elaborare e integrare le informazioni in entrata dall’ambiente è chiamato integrazione multisensoriale. Questo processo inizia con il rilevamento di input sensoriali da parte di recettori specifici che traducono gli stimoli (luce, suono, chimici, temperatura) in attività neurale.(Gallese, and Sinigaglia, 2011; Damasio, 2012) 2.1. Sistemi coinvolti nell’integrazione sensoriale Anche se l'ingresso di tutte le modalità sensoriali è fusa, una differenziazione tra le loro fonti (per esempio, dentro o fuori) è necessario per la capacità di distinguere tra sé e non-sé e tra immaginazione e realtà. (Postmes e al. 2013) Proprietà specifiche di diverse sistemi contribuiscono ad un paradosso all'interno del sé: sia una discriminazione che

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Parole chiave

percezione
psicosi
schizofrenia
arteterapia
allucinazioni
disegno speculare progressivo
terapia avatar
terapia amniotica
integrazione sensoriale

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