L'esperienza nuda. Spazio, tempo e colore nella riflessione di A. Huxley
In questo lavoro, suddiviso in tre capitoli, viene tentata una lettura analitica di due saggi di Aldous Huxley sugli effetti della mescalina: The Doors of Perception (1954) e Heaven and Hell (1956). L’analisi si propone due scopi: da un lato, quello di ricostruire l’ambiente culturale in cui sono maturate le esperienze di Huxley sul tema della droga; dall’altro, quello di individuare e commentare i principali concetti filosofici che sottendono le argomentazioni huxleyane.
Così, nel primo capitolo, vengono prese in esame, in una prospettiva storica, le due principali categorie di studiosi — letterati e psichiatri — che hanno assunto droghe, negli ultimi due secoli, allo scopo di interpretarne gli effetti. Lungo il tracciato così definito, inoltre, sono evidenziati i punti di contatto tra gli studiosi dei due campi, mostrando in che misura simili convergenze d’interessi e di metodo (sperimentale) abbiano influenzato le rispettive discipline.
In seguito, nel secondo capitolo, viene chiarito il significato dell’esperienza descritta da Huxley, attraverso l’analisi delle idee filosofiche che vi sono implicate. Il referente principale, in questo capitolo, è Henri Bergson, e in particolare il suo saggio sul rapporto tra materia e spirito dal titolo Matière et mèmoire (1896). Altri spunti di riflessione sono poi forniti dalla letteratura mistica e dalle teorie psichiatriche in-torno ai fenomeni allucinatori.
Nel terzo capitolo vengono presi in esame due fenomeni che Huxley esplicitamente paragona all’esperienza vissuta sotto l’effetto della mescalina: da un lato, l’esperienza artistica; dall’altro, la follia. I principali punti di riferimento diventano, a questo punto, oltre a Bergson, il Merleau-Ponty della Phènomènologie de la perception (1945) e de Le visible et l’invisible (1964), le teorie di Paul Cèzanne sul significato dei colori e della prospettiva, e, per finire, la corrente psichiatrico-fenomenologica che fa capo a Binswanger e Minkowski. Si giunge così a ricostruire il senso dell’operazione huxleyana, mettendo in gioco quattro termini di paragone (la follia, l’arte, il misticismo e la droga) attraverso i quali è possibile, forse, indagare ciò che sembra costituire la radice nascosta di ogni evento percettivo: quell’esperienza nuda del mondo che si pone al di qua della coscienza individuale e del linguaggio.
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Informazioni tesi
Autore: | Lorenzo Scaglietti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Salvatore Limongi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 186 |
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