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Da utente a protagonista: l'empowerment del cittadino in ambito sanitario

Ho incentrato il mio lavoro sul concetto di empowerment come approccio innovativo alle tematiche dell'ambito socio-sanitario.
Sono partita dalla disamina del termine empowerment, da intendersi sia come obiettivo che come risultato di un movimento che porta un soggetto o un gruppo verso l'acquisizione di potere. E' importante specificare che la filosofia empowerment fa riferimento a un potere da non esercitarsi "su" qualcosa o qualcuno, poichè ha come obiettivo la crescita e l'espressione delle potenzialità della persona e della comunità di cui fa parte.
Parallelamente ho approfondito il concetto di salute, evidenziando l'evoluzione del suo significato nel corso del secolo scorso: da semplice assenza di patologie organiche a stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, come sancito a chiare lettere dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1946.
L'approccio empowerment applicato alla psicologia della salute e alla psicologia di comunità apre nuovi, impensati scenari: l'attenzione si focalizza sulla persona nella sua totalità, e non solo sulla presenza o meno di una patologia nell'organismo.
Tale cambio di prospettiva ha ricadute fondamentali non solo nell’ organizzazione di ospedali e luoghi di cura, con il cruciale passaggio dal modello di medicina Doctor-centred a quello Patient –centred, ma anche a livello legislativo, di erogazione e progettazione di interventi di promozione e tutela del benessere.
Ho poi trattato diffusamente il tema della partecipazione, essenza e fondamento del processo di acquisizione del potere : essa diventa lo strumento attraverso il quale i cittadini hanno possibilità di intervenire attivamente nei centri di governo della comunità e di cambiare le decisioni importanti per la vita della collettività.
Negli ultimi capitoli ho portato l’attenzione su come il passaggio da cittadino utente a cittadino protagonista trovi realizzazione attraverso l’iniziativa di gruppi che, attraverso la partecipazione attiva e la presa in carico dei problemi che riguardano la salute, si sono organizzati per fornire importanti servizi alla collettività, accrescendo il proprio potere e la coscienza dei propri diritti.
Ho preso come esempio di queste aggregazioni di cittadini “potenti” i gruppi che rientrano nella galassia del cosiddetto terzo settore e i gruppi di volontariato che operano in ambito socio-sanitario.
In particolare ho voluto illustrare un’esperienza a mio parere particolarmente significativa, presente nella mia città, Piacenza: quella dei volontari del Gaps.
Essi svolgono un servizio di sostegno ai pazienti , ma anche ai loro familiari/accompagnatori, del Pronto Soccorso: in questo luogo peculiare, dove si concentrano ansie, attese spesso lunghe, incertezze dei familiari riguardo allo stato di salute del congiunto, i volontari dell’associazione forniscono informazioni, ascolto e supporto psicologico.
Parole quali empowerment di comunità e cultura della partecipazione, trovano in questa esperienza una realizzazione concreta e tangibile, sostenuta anche dalle parole del presidente del Gaps e dalle testimonianze di volontari, pazienti, parenti di pazienti.

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PREFAZIONE “L’importante è la salute”, “Pensa alla salute!”: modi di dire, detti popolari talmente utilizzati da essere diventati sinonimo di qualcosa di scontato, banale; la salute, infatti, è uno stato che, quando c’è, spesso non viene avvertita come stato di grazia bensì come cosa scontata, simile all’aria che si respira, della quale ci si rende conto solo quando viene a mancare. Eppure, come spesso accade coi detti popolari, anche questi che riguardano la salute, contengono una oggettiva aderenza alla realtà: la salute, uno stato psico-fisico di benessere, è la condizioni imprescindibile, sine qua non, per una vita soddisfacente; essa rappresenta il bene più prezioso, affinché la persona sia in condizione di sviluppare appieno le sue potenzialità, dando il meglio di sé, con le conseguenti ricadute positive anche sul piano sociale. Sono partita da queste semplici considerazioni e ho pensato di approfondire il concetto di salute, di seguire la sua evoluzione nel tempo, che ha visto il progressivo ampliamento del suo campo semantico, a partire dal vecchio concetto di assenza di malattie, fino ad arrivare alla definizione dell’OMS che parla di salute come di uno stato di percepito e completo benessere fisico, mentale e sociale. La mia attenzione si è naturalmente incentrata sulla dimensione psicologica e sociologica del concetto di salute. Ho utilizzato l’approccio psicosociale per approfondire lo studio dei significati di salute e malattia, ai diversi livelli di indagine: dalle teorie, alle ricerche, agli interventi. Mi sono occupata dell’ambito ospedaliero, con la relazione professionisti- pazienti e le sue ricadute sulle stato di salute di questi ultimi; ho approfondito il concetto di interazione dinamica tra fattori biologici, sociali/culturali e psicologici nel condizionare quando non determinare le condizioni di salute, proprio del modello biopsicosociale; ho indagato l’importanza della promozione della salute, come strategia per dare controllo e potere alle persone nelle scelte e nei comportamenti che riguardano la propria salute. Ho preso in esame il concetto di empowerment come approccio relativamente nuovo, e innovativo, da leggere sia come obiettivo sia come processo di cambiamento nelle questioni poste da varie discipline; in particolare, nell’ambito sanitario preso in esame, la prospettiva

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