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Mors tua vita mea: aggressività e violenza giovanile tra le mura domestiche. Dall'inquietudine all'omicidio

In questo lavoro di ricerca ci si è proposti di indagare le cause e le motivazioni sottostanti i comportamenti aggressivi e violenti dei giovani alla luce di strutture e dinamiche familiari ritenute disfunzionali. Un errore nel quale spesso ci imbattiamo è quello di ritenere che i giovani violenti o assassini siano cattivi per natura o che siano semplicemente malati di mente. In letteratura, invece, ci sono numerose teorie che provano come genetica e ambiente siano a pari modo responsabili dell'avvio di molte psicopatologie, se non altro, l'ambiente può favorire l'esordio di alcune di esse. L'aggressività è una componente naturale della natura umana ( e animale) mentre la violenza è la manifestazione eclatante e distruttiva di questa aggressività. È noto che i giovani (così come i bambini) che mostrano più di altri acting-out eterodistruttivi vivono solitamente in famiglie dove la comunicazione è difettosa, malsana se non addirittura assente. Se è vero che che le emozioni negative (e annessi fantasmi di distruzione) come diceva Melanie Klein, fanno parte del nostro equipaggiamento naturale, è vero anche che un adeguato pattern d'attaccamento sin dalle prime settimane di vita, una buona comunicazione tra genitori e figli, così come tra pari, possono essere d'aiuto nel controllo della rabbia che può sfociare in attacchi fisici e perfino nell'omicidio. Inoltre, come hanno argutamente notato Laing e Watzlawick, si è rivelato di grande importanza l'elemento implicito e fantastico di ogni comunicazione, quale concausa latente di molti problemi comportamentali e a carico del sé, elemento che se non adeguatamente individuato e processato hic et nunc, tende a trasformarsi e trasfondere nei nuovi sistemi familiari (e legami interpersonali in genere) che si verranno a creare. L'adolescenza, risulta essere la fase della vita che più di altre presta il fianco alla rottura dell'equilibrio psichico del soggetto proprio a causa della sua natura fortuita e instabile.
Dopo aver presentato una panoramica delle varie forme di violenza giovanile, sono stati riportati alcuni tra i casi italiani più famosi di parricidio, descritti anche da un punto di vista psicodinamico, il quale spiega bene le caratteristiche affettive e inconsce (o spesso subconsce) di tale crimine. Contestualizzando di volta in volta gli agiti e le manifestazioni aggressive, recuperando antiche memorie individuali inserendole nel giusto tempo storico familiare, è possibile prevenire o spezzare il circolo vizioso della violenza.

Parole chiave: aggressività, violenza, adolescenza, famiglia, comunicazione, inconscio, fantasia, parricidio

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Introduzione I comportamenti violenti degli adolescenti sono una grande fonte di preoccupazione per genitori, insegnanti, educatori, assistenti sociali e operatori giudiziari. Gli adulti rispondono alla violenza giovanile con allarme e angoscia, talvolta con pregiudizi ed una forte tentazione di azioni repressive. Le recenti ricerche sulla personalità antisociale e psicopatica, soprattutto in ambito evolutivo, consentono una nuova comprensione dei fattori di rischio, individuali, familiari e sociali, che sono alla base dei disturbi del comportamento. Grazie all'individuazione precoce di questi fattori, è possibile avviare interventi efficaci in grado di donare nuove speranze rispetto agli scorsi decenni. Alla base dello studio di questa tesi vi è l'analisi del comportamento aggressivo e violento degli adolescenti alla luce delle più importanti teorie dello sviluppo infantile, con un focus particolare sulle dinamiche familiari e sulle modalità comunicative e interattive che caratterizzano alcuni tipi di famiglie. Inoltre, è stata approfondita la questione della violenza contro i genitori, cercando di spiegare i vissuti interiori del giovane e il ruolo dei genitori nella genesi di azioni che vanno ben oltre l'aggressione fisica e verbale, come il parricidio. L'analisi svolta da Laing e Watzlawick sulle modalità interattive familiari patologiche, ha rappresentato la base su cui si sono avviate le ricerche. Più recentemente lo studio di Pamela Alexander sul tema della trasmissione intergenerazionale degli affetti, ha confermato come le dinamiche relazionali familiari e i vissuti interiori dei giovani, si ripresentino in modo ciclico portando all'esplosione rabbiosa di emozioni negative represse o non 7

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