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Base neurali dell'esperienza religiosa

C’è un file rouge che accomuna miliardi di individui in tutto il mondo, oggi come migliaia di anni fa: credere in qualcosa. Sia essa una divinità, un’istituzione religiosa o misticismi di altra natura poco importa, la cosa che accomuna quasi tutti gli esseri umani è l'esperienza spirituale. L’apparente universalità della propensione alla credenza porta inevitabilmente a chiedersi se questo tratto caratteristico sia riconducibile a specifiche attivazioni a livello neurale: possibile che, se la trascendenza è peculiarità fondante della personalità di gran parte degli individui, essa non abbia un correlato neurobiologico? Considerando con umiltà che non è possibile - in nessuna sede accademica - distinguere quanto il cervello possa essere opera perfetta, cablata minuziosamente per ricevere il divino, oppure macchina complessa capace di crearlo, molti ricercatori si sono concentrati negli ultimi decenni sulla possibilità di trovare questo nesso, sfruttando le sempre più potenti tecniche di indagine che l’evoluzione tecnologica ha messo loro a disposizione. I due grandi filoni di interesse in esame sono gli stati di meditazione e preghiera in soggetti sani e le auree estatiche, in particolar modo quelle legate ad epilessie del lobo temporale. In entrambi i casi sono stati riscontrati pattern di attivazione riconoscibili e si è evidenziato il ruolo fondamentale di strutture cerebrali come le cortecce prefrontali, e alcune più arcaiche come il giro del cingolo anteriore, l’amigdala e la corteccia insulare, crocevia dell’elaborazione di input interocettivi e valutazioni cognitive che permette di restituire un’attribuzione soggettiva allo stimolo, nonché il coinvolgimento della relazione intersistemica tra SNC, SNA, e sistemi immunitario, cardiocircolatorio e respiratorio. Meditazione. preghiera, estasi religiosa hanno infine in comune la potenzialità di portare l’individuo ad uno stato di benessere psicofisico diffuso ed è proprio questa particolarità ad essere il motore per un futuro approfondimento della ricerca medica.

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Introduzione Secondo Nietzsche esistono due tipi di individui: chi vuole sapere e chi vuole credere. Forse nelle prossime pagine non daremo una risposta ai grandi punti interrogativi che da secoli affliggono gli esseri umani di ogni ceto o cultura sull’esistenza del divino, ma probabilmente troveremo che questa linea netta, tirata dal filosofo nella sua affermazione, ha in realtà dei bordi sfumati. Le domande che hanno fatto germogliare l’idea di questo elaborato ruotano principalmente intorno ad un unico, più grande, quesito: perchè l’uomo appare come portato a credere, a creare un mondo metafisico su cui cucire le proprie convinzioni e sul quale porre i mattoni delle organizzazioni religiose? Scott Atran [2014], antropologo, ritiene che già prima dell'avvento dei primi Sapiens , gli uomini di Neanderthal avessero delle sepolture e dei rituali di natura mistica che lui stesso definisce intenzionali. Troviamo fin dal paleolitico forme di misticismo e di accompagnamento alla morte (nel quale alcuni studiosi hanno letto la possibilità che venisse già idealizzato un aldilà) come il posizionamente dei cadaveri verso precisi punti cardinali (ovest per le donne ed est per gli uomini), l’utilizzo di pigmenti di origine minerale o vegetale ed l’utilizzo di oggetti come conchiglie, sassi o ossa e corna di origine animale. Successivamente sono arrivate a noi testimonianze sempre più concrete di come le prime vere e proprie forme di civiltà fossero fortemente influenzate dalla dimensione mistica e di come i vari culti scandissero la vita - e soprattutto la morte - di ogni individuo, dal più giovane al più anziano, trasversalmente ad ogni classe sociale. Esempio principe sono gli egizi che, grazie alla grandissima mole di reperti giunti fino a noi hanno lasciato testimonianza concreta e descrizione dettagliata dell’universo di dèi in cui credevano e di pratiche religiose a cui si attenevano. Ci hanno anche restituito uno dei primi esempi di organizzazione religiosa e di gerarchia di potere inerente alla tale dimensione, descrivendo le figure dei sacerdoti come individui dalla forte influenza nella struttura sociale della loro civiltà. Come loro troviamo, in tutto il mondo, esempi di mitologia più o meno antica (alcuni rimangono racconti dalla bellezza di interesse storico, altri sono ad oggi ancora vivi nei popoli che li tramandano) presenti in tutte le regioni geografiche terrestri. Molti 3

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Informazioni tesi

  Autore: Martina Belli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica Internazionale Uninettuno
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Walter Adriani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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Parole chiave

estasi
allucinazioni
meditazione
mindfulness
male sacro
neuroteologia
basi neurali e religione
sindrome di waxman- geschwind

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