Produzione di mutanti auxotrofi in Trichoderma
Gli isolati fungini appartenenti al genere Trichoderma sono eterogenei nella struttura e nel comportamento; si tratta, nella maggior parte dei casi di funghi asessuati mitosporici. Nonostante l'importanza del genere, ci sono ancora molti problemi concernenti la classificazione tassonomica delle relative specie costituenti.
Rifai adottò il concetto di “specie aggregate” e divise il genere Trichoderma in nove “specie aggregate” basandosi sulle caratteristiche morfologiche (Fenotipo) e ammettendo che alcune di loro (particolarmente Trichoderma hamatum) probabilmente contengono due o più specie morfologicamente indistinguibili. Successivamente Bissett modifico lo schema di “specie aggregate” di Rifai e stabilì una suddivisione del genere in cinque sezioni: Longibrachiatum, Pachybasium, Trichoderma, Saturnisporum e Hypocreanum. Sebbene numerosi tentativi siano effettuati mediante l’impiego di tecniche molecolari per la classificazione di Trichoderma spp., tuttavia sono necessari ulteriori studi per ottenere informazioni più precise riguardanti la tassonomia del genere.
Poche informazioni sono disponibili circa il fenomeno della compatibilità vegetativa (vc) in Trichoderma. In altri funghi questa è stata abbondantemente studiata attraverso l’impiego di mutanti auxotrofici, relativi al ciclo dello zolfo e dell'azoto, definiti mutanti “sul” e “nit”.
In questo elaborato finale sono stati impiegati isolati appartenenti a otto diverse specie del genere Trichoderma (T. asperellum, T. aureoviride, T. hamatum, T. harzianum, T. koningii, T. saturnisporum, T. virens e T. viride); inoltre sono stati usati dieci isolati di T. virens I10 trasformati con la proteina fluorescente gfp, per un totale di ventotto isolati appartenenti al genere Trichoderma al fine di produrre mutanti “nit” e “sul”.
Per l’ottenimento dei mutanti auxotrofi sono stati allestiti due tipi di esperimenti, facendo crescere i funghi su due substrati tossici contenenti rispettivamente Clorato di Potassio (per i mutanti “nit”) e Selenato di Sodio (per i mutanti “sul”). Per ottenere i mutanti nit è stato utilizzato un Mezzo Minimo con l’aggiunta di Clorato di Potassio alle concentrazioni pari a 2,0 %, 3,8 % e 5,6 % (percentuale peso/volume). Non è stato possibile utilizzare percentuali superiori al 5,6 %, poiché il Clorato di Potassio cristallizzava. Per ottenere i mutanti sul è stato utilizzato Mezzo Minimo addizionato di Taurina (0,1 g L-1) e Selenato di Sodio a diverse concentrazioni pari a 0,025 %, 0,05 %, 0,1 %, 0,15 % e 0,3 % (percentuale peso/volume). Le piastre incubate a 24°C (12 / 12 ore luce / buio) sono state osservate ogni giorno per una settimana rilevando il diametro delle colonie che si sviluppavano per ottenere grafici di accrescimento in presenza delle due sostanze tossiche, mentre per l’ottenimento di mutanti auxotrofi l’osservazione è stata protratta per un mese.
Gli isolati di Trichoderma sono risultati poco sensibili al Clorato di Potassio, avendo mostrato una lieve diminuzione della velocità di crescita; questo non ha permesso di ottenere mutanti nit-. Al contrario, gli isolati di Trichoderma sono risultati molto sensibili al Selenato di Sodio mostrando evidenti alterazioni della morfologia della colonia ed inibizione della crescita. Dall’esperimento con il Selenato di Sodio, è stato possibile ottenere mutanti “sul”. Dai 472 settori isolati 49 sono stati confermati come mutanti auxotrofi “sul” (equivalenti al 10,4 %). Tali mutanti possono essere impiegati nello studio della compatibilità vegetativa o nello studio del metabolismo dello zolfo in Trichoderma. Inoltre, i trasformati GFP di T. virens I10 hanno mostrato un comportamento identico al ceppo selvaggio nei confronti delle due sostanze tossiche impiegate.
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Informazioni tesi
Autore: | Paris Kaisaris |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Corso: | Biotecnologie agrarie-vegetali |
Relatore: | Giovanni Vannacci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 79 |
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