Skip to content

Nuovo approccio per rendere immunogeniche sequenze di proteine di superficie del virus dell'AIDS felino coinvolte nei processi di infezione

Dal punto di vista della problematica scientifica, il lavoro di questa tesi si inquadra nell'ambito del tentativo di sviluppare un vaccino contro la sindrome dell'immunodeficienza acquisita mediata dall'HIV. In particolare l'approccio seguito è stato quello di studiare come modello il virus felino dell'immunodeficienza acquisita (FIV) marcatamente immunodepressivo nel suo ospite naturale.
Nel 1985 nel laboratorio del Prof. Esposito del dipartimento di Biologia MCA di Camerino, in collaborazione con il laboratorio di virologia del dipartimento di Biomedicina dell'Università di Pisa, furono sintetizzati una serie di icosapeptidi che nel loro insieme riproducevano l'intera sequenza della proteina ENV(Tabella III) dell'involucro di FIV(Fig.1 e Fig.2). Un'indagine sierologica effettuata utilizzando i sieri di gatti infetti con FIV, rivelò che la reattività immunologica era concentrata in alcune regioni di questa proteina mentre altre risultavano immunologicamente silenti, ma alcuni di questi peptidi ENV erano in grado di inibire la formazione dei sincizi in una linea cellulare di rene di gatto ''linea Crandell''. L'ipotesi più ovvia era quella che questi peptidi corrispondessero alle sequenze che nella molecola ENV sono coinvolte nell'interazione tra virus e recettore, curiosamente confrontando i risultati nel test di inibizione di formazione dei sincizi con quelli dell'indagine sierologica, si trovò che i peptidi dotati di maggiore attività biologica, cioè della capacità di inibire la formazione dei sincizi, si trovavano nelle regioni immunologicamente silenti, sulla superficie del virus sarebbero esposte delle zone altamente immunogeniche, ma scarsamente rilevanti per la biologia del virus stesso, mentre le sequenze vitali per lo sviluppo del ciclo biologico del virus non determinerebbero alcuna reazione da parte del sistema immunitario dell'ospite.
Come è noto perchè una sequenza aminoacidica sia immunogenica è necessario che essa venga presentata al recettore del linfocita T da parte delle molecole MHC(Fig.18), è altresì noto che le molecole MHC richiedono la presenza sul ligando di determinati residui aminoacidici in definite posizioni (Fig. 19); se la mancanza di immunoreattività nei confronti di certe regioni dipende dall'assenza di questi motivi, la sostituzione di certi aminoacidi con altri potrebbe rendere immunoreattive sequenze che allo stato nativo non lo sono. In questo lavoro ho preso la sequenza di aminoacidi che va dall'225E-A244 ed ho sintetizzato 18 peptidi ognuno dei quali presentava in una posizione una glicina a posto dell'aminoacido presente nella sequenza nativa.(Tabella IV) I 18 peptidi risultanti sono stati utilizzati ciascuno per immunizzare un gruppo di 6 topi, ricordando che la sequenza nativa non determinava la risposta immunitaria. Dai risultati (Fig.13)si osserva che il peptide 244 determina una risposta in 4 su 6 animali mentre i peptidi 241 e 233 in 2 su 6 e i peptidi 240 232, 228 e 225 su 1 su 6. Quindi esistono delle sostituzioni che rendono immunogeniche delle sequenze che allo stato nativo non lo sono. Restava da verificare se gli anticorpi prodotti in risposta a queste sequenze sostituite, sono in grado di riconoscere la sequenza nativa? La risposta è nella figura 14.Gli ab diretti verso il 244 quello più immonogenico, purtroppo non riconoscono la sequenza nativa, mentre i sieri diretti verso i peptidi 241, 240, 233, 232 228 e 225 cross-reagiscono con la sequenza nativa. Questo significa che se utilizzassi questi peptidi per immunizzare degli animali, gli ab prodotti riconoscerebbero quella regione di ENV coinvolta nell'interazione tra virus e cellula. L'importanza di questo risultato ci ha indotto a condurre un'ulteriore verifica. A tale scopo ho effettuato un saggio competitivo(FIG 17), ho posto cioè ad incubare gli antisieri diretti verso i peptidi 244, 240, 233, 228 e 225(quelli cioè più immunogenici verso l'omologo) ad incubare con il peptide nativo, dopodichè sono stati cimentati con il peptide sostituito verso i quali essi erano diretti, come si vede in particolare il peptide nativo, anche a modeste concentrazioni era in grado di sottrarre gran parte della reattività del siero anti-233 nei confronti del peptide omologo. Questo risultato confermava aldilà di ogni ragionevole dubbio l'ampia cross-reattività tra il peptide sostituito e il peptide nativo indicando il peptide 233 come un potenziale candidato vaccino anti-FIV.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
2 1. INTRODUZIONE Lo studio dei modelli animali può apportare notevoli vantaggi alla conoscenza dell’agente eziologico della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS, Acquired ImmunoDeficiency Syndrome), il virus HIV (Human Immunodeficiency Virus) (Kindt et al., 1992; Bendinelli et al., 1993; Levy, 1996; Kohmoto et al., 1998). Infatti, anche se molti aspetti della virologia, epidemiologia e prevenzione dell’AIDS sono stati chiariti, i meccanismi mediante i quali l’HIV produce la letale caratteristica immunodeficienza rimangono essenzialmente sconosciuti. Per di più le strategie farmaco-chimiche finora utilizzate per il controllo dell’infezione da HIV non risolvono il problema dell’interruzione della trasmissione. L’HIV infetta e si replica anche negli scimpanzé e nei conigli, nei quali tuttavia non induce malattie evidenti. Dal momento che l’uomo è l’unica specie consistentemente suscettibile all’HIV, l’attenzione è stata necessariamente rivolta ad alcuni retrovirus di animali che sono marcatamente immunodepressivi nei loro ospiti naturali o in ospiti eterologhi. Di speciale interesse sono i retrovirus immunosoppressivi che infettano i piccoli animali, poiché risulta particolarmente pratico lavorare con essi. I piccoli animali che sono stati proposti quali modelli per lo studio di HIV comprendono: il complesso dei virus della leucemia di Friend e altri oncovirus murini, che devono essere considerati come “modelli preesistenti”, dal momento che le loro proprietà erano oggetto di intense ricerche da parte di Friedman, Salaman e molti altri, già dagli inizi degli anni settanta, prima ancora che l’AIDS fosse riconosciuta (Bendinelli et al., 1985); l’oncovirus murino LB-BM5, che induce una

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

anticorpi
elisa
fiv
hiv
immunizzazione
immunodeficienza
peptidi
sieri
vaccino
virus

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi