La valorizzazione delle aree rurali nei territori della dispersione urbana. Il caso della Provincia di Treviso
L’Obiettivo di questa tesi è dimostrare come un’agricoltura sostenibile, possa valorizzare le aree rurali nei territori della dispersione urbana, analizzando nello specifico, come caso studio, la Provincia di Treviso.
Il tema è legato ad un interesse nei confronti delle dinamiche di sviluppo territoriale, che hanno caratterizzato il Veneto nell’arco degli ultimi trent’anni, ed alla possibilità di individuare nuovi modelli di sviluppo sostenibile, capaci di ri-orientare la crescita tutt’ora in corso, causa della dissipazione di terreno libero e agricolo.
Nella prima parte della tesi, sono state individuate le matrici di sviluppo che hanno dato avvio ad una organizzazione insediativa ad alto consumo di suolo e ad un sistema di produzione agricolo sempre più intensivo.
Nella seconda parte si è applicato il modello DPSIR, per evidenziare come
il suolo agricolo sia stato profondamente modificato ed alterato, a causa delle pressioni generate dalla dispersione urbana e dall’agricoltura intensiva.
Nella terza parte sono stati descritti alcuni interventi pianificatori e alcune buone pratiche, per la valorizzazione del patrimonio agricolo, attraverso il contenimento delle aree urbane in continua crescita e il riconoscimento di attività agricole nel pieno rispetto degli equilibri biologici.
Per quanto riguarda la Provincia di Treviso, la dispersione urbana e l’agricoltura intensiva hanno evidenziato un trend in aumento tra il 1990 e il 2000.
Questo comporta un aumento delle pressioni sullo stato del suolo, fatta eccezione della meccanizzazione agricola e dell’irrigazione intensiva il cui trend è in diminuzione in base alle osservazioni sui dati raccolti. Tuttavia, sia l’uso di mezzi meccanici sia l’irrigazione delle colture sono pratiche ancora molto radicate in agricoltura e possono compromettere nel tempo, la fertilità del terreno. E’ aumentato invece l’uso di prodotti chimici come i pesticidi e la frammentazione dei fondi.
I pesticidi sono causa dell’inquinamento e delle distruzione del suolo, mentre la frammentazione fondiaria determina l’abbandono dei terreni.
Il suolo continua ad arretrare a causa della cementificazione oppure perché i terreni perdono le loro qualità intrinseche a causa dei sistemi dell’agricoltura intensiva.
Il consumo di suolo e l’inquinamento del suolo sono due fenomeni in aumento e determinano una serie di impatti anche sulla salute dell’uomo.
La distribuzione di pesticidi gioca infatti un ruolo determinante nella contaminazione degli alimenti, determinando effetti cancerogeni e perdita di fertilità nell’essere umano. Inoltre, le stesse sostanze chimiche emesse nell’ambiente, sono altamente nocive per gli insetti e in particolare per le api, il cui sterminio potrebbe stravolgere gli assetti dell’ecosistema naturale.
La dispersione urbana è anche causa dell’aumento del rischio idrogeologico e della frammentazione ambientale. Il primo impatto riguarda la probabilità del verificarsi di un evento di piena ai danni dell’uomo o delle sue opere.
Il secondo riguarda l’ostruzione dei corridoi degli animali, oppure la pericolosità degli attraversamenti in corrispondenza delle innumerevoli strade nel territorio.
In base a quanto emerso, credo che l’idea di un Parco Agricolo anche nel territorio di Treviso, possa garantire la doverosa tutela delle aree rurali, attualmente regolamentate nello specifico dai singoli comuni.
Il riconoscimento di un Parco Agricolo oltre a valorizzare le peculiarità dell’agricoltura Trevigiana e le valenze ambientali delle aree rurali, indurrebbe ad una più attenta e programmata pianificazione a scala vasta, al fine di contenere l’espansione urbana, consolidando contemporaneamente il sistema della rete ecologica.
Al suo interno andrebbero individuate le connessioni con le aree urbane, dove prediligere ed incentivare forme di agricoltura biologica, per l’approvvigionamento della cittadinanza attraverso alimenti sani e nutritivi. A questo proposito, i dati raccolti testimoniano la presenza di alcune forme di agricoltura sostenibile nel territorio e l’attenzione della popolazione verso i prodotti di qualità.
Importante anche l’iniziativa locale di Slow Food, un presidio della biodiversità, per il recupero del mais Biancoperla, una specie autoctona di mais, adattatasi perfettamente all’ambiente della zona senza un uso eccessivo di acqua e prodotti chimici.
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Informazioni tesi
Autore: | Simone Casagrande |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università IUAV di Venezia |
Facoltà: | Pianificazione del Territorio |
Corso: | Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale |
Relatore: | Laura Fregolent |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 126 |
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