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Restaurare l'arte digitale

Restaurare l’arte digitale non è né un ossimoro, né tanto meno un insolito gioco di parole, bensì l’approfondimento di uno specifico argomento inerente a uno dei temi che risulta oggi essere tra i più controversi e dibattuti in ambito culturale, ossia la conservazione e il restauro dell’arte contemporanea.

Da sempre ci si pone il problema di “come”, “quanto”, e soprattutto “se” restaurare, con una varietà di risposte e di teorie che ha reso tali interventi di difficile attuazione. Lo stato di necessità riguardo questo particolare tema si è tuttavia posto in maggior evidenza da quando musei, gallerie e istituzioni di arte contemporanea hanno iniziato ad includere nelle proprie collezioni permanenti un numero sempre maggiore di opere d’arte contraddistinte dall’utilizzo di nuove tecnologie, soprattutto in ambito elettronico e informatico.

La rapida diffusione di opere cosiddette “immateriali” nei musei tradizionali ha reso palese l’insufficienza sia di competenze tecniche, sia di basi teoriche relativamente alle condizioni di documentazione, conservazione come anche di presentazione e di mantenimento di opere d’arte che utilizzano supporti e dispositivi tecnologici.

Allo scopo di garantire anche all’arte digitale un’adeguata trasmissione alle future generazioni, è necessaria una vigile attività di documentazione dell’opera, che permetta di conoscere e schedare tutte quelle particolarità ed esigenze che appartengono alla sfera oggettuale come a quella concettuale dell’opera stessa. Nel restauro dell’arte contemporanea il dialogo con gli artisti è un fatto decisivo. Conoscere le loro opinioni è fondamentale e non soltanto nello specifico di un intervento.

Per addentrarsi e comprendere meglio da un punto di vista pratico le problematiche (tecniche, artistiche, giuridiche e legislative) che ruotano intorno alla conservazione e il restauro dell’arte digitale è stato seguito e analizzato l’intervento di ripristino dell’installazione "Form in progress" di Mario Canali, datata 1997 e attualmente facente parte della collezione permanente della Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate.

Attraverso l’analisi della letteratura critica sull’argomento (ancora non particolarmente estesa) e il lavoro sul campo, grazie al restauro di "Form in progress", si è tentato – nelle conclusioni di questo elaborato – di immaginare una nuova modalità pratica e teorica. Un modello strategico unificato in grado di tutelare prima di ogni cosa l’originalità dell’opera, che è “l’aura” di Walter Benjamin o “l’unità potenziale” di cui parla Cesare Brandi, in cui risiede la singolarità dell’opera d’arte; ma nel contempo di semplificare una situazione complicata, quella del restauro dell’arte contemporanea, resa ancor più difficile dai vari e diversificati metodi di approccio.

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5 Premessa Restaurare l’arte digitale non è né un ossimoro né tanto meno un insolito, quanto lezioso, gioco di parole, bensì l’approfondimento di uno specifico argomento inerente a uno dei temi che risulta oggi essere tra i più contro- versi e dibattuti in ambito culturale, ossia la conservazione e il restauro dell’arte contemporanea. Da sempre ci si pone il problema di come, quanto, ma soprattutto se re- staurare, con una varietà di risposte e di teorie che ha reso tali interventi di difficile attuazione. Lo stato di necessità riguardo questo particolare tema si è tuttavia posto in maggior evidenza da quando musei, gallerie e istituzioni di arte contemporanea hanno iniziato ad includere nelle proprie collezioni permanenti un numero sempre crescente di opere d’arte contraddistinte dal- l’utilizzo rilevante di nuove tecnologie soprattutto in ambito elettronico e informatico. La rapida diffusione di opere cosiddette “immateriali” nei mu- sei tradizionali ha reso palese l’insufficienza sia di competenze tecniche, sia di basi teoriche relativamente alle condizioni di documentazione, conserva- zione come anche di presentazione e di mantenimento di opere d’arte che utilizzano supporti e dispositivi tecnologici1. Le installazioni digitali si usurano e si danneggiano come tutti gli altri oggetti e prodotti della nostra società e sottostanno al ritmo frenetico della civiltà dei consumi di cui esse stesse sono espressione. Rispetto alle opere 1 Laura Barreca, Definizione della New Media Art e problematiche conservative, (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, 21 gennaio 2008).

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Informazioni tesi

  Autore: Gabriele Antonini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Giorgio zanchetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

FAQ

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Parole chiave

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