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Il sistema pensionistico nell'ordinamento italiano: evoluzione e prospettive

Assodata quindi la previdenza sociale come un prodotto tipicamente moderno, nato in un suo specifico contesto storico, si è provato, nei primi tre capitoli del presente lavoro, di tracciare una sorta di fenomenologia del sistema pensionistico, eminentemente in ambito italiano, dopo la sua progressiva emersione dall'indistinto mare dell'assistenza e dalla beneficienza pubblica, fino al riconoscimento della sua piena autonomia giuridica e sociale.

Come accennato, degli aspetti predetti si occupano essenzialmente le prime tre sezioni.
La prima ha il compito di fornire le coordinate generali di riferimento ed iniziare la narrazione dai tempi più remoti per terminare la descrizione degli eventi sul finire degli anni 2000: un periodo estremante ampio rispetto all'arco temporale coperto dai capitoli II e III. Tuttavia, è qui raccontata l'intera fase di espansione dell'apparato pensionistico e previdenziale, sospinto da un'accecante "furia del presente", tale da scacciare qualsiasi preoccupazione collettiva per l'avvenire, impedendo di valutare in prospettiva ciò che stava accadendo: l'idea dominate era quella di una crescita economica illimitata, non percependo neanche, sul piano demografico, quale impatto, dopo il breve baby boom post bellico, avrebbe avuto la diminuzione delle nascite sul futuro del Paese.

La sezione seconda continua l'esposizione dei fatti da dove si era interrotta la prima, optando però, questa volta, su un focus tematico preciso costituito dalla riforma Monti-Fornero. Radicale, contestata, attuale, e il naturale punto di partenza per ogni discussione avente ad oggetto il nostro sistema pensionistico, rappresentando di fatto il testo fondamentale della vigente disciplina, cui sono succeduto modifiche unicamente nella forma di eccezioni e deroghe temporanee, ma nessuna sostanziale modifica.

A concludere la prima parte della tesi è posto il terzo capitolo contenente gli sviluppi più recenti della disciplina, molto spesso dovuti alla persistenza degli effetti della l. n. 214/2011 e alla ricerca di un nuovo difficile equilibrio d'insieme da rintracciare tra esigenze ed interessi spesso contrapposti.

Al termine di questo trittico retrospettivo, da leggere con organica unità, sono poste due ulteriori suddivisioni alle quali è affidato l'ingrato compito di gettare un ponte verso il futuro individuando il punto di approdo di un viaggio, in una dimensione intrinsecamente dinamica e dialettica, che si scopre e si realizza nel suo divenire.

Il quarto capitolo accoglie così la trattazione della previdenza complementare ed integrativa nei suoi aspetti normativi e funzionali, evidenziandone sviluppi, potenzialità oltre a lati oscuri meno noti e spesso ignorati.

La quinta ed ultima partizione è quella dei traguardi impossibili. La stessa titolatura rimanda programmaticamente ad eventi successivi, e per noi futuri, di ostica individuazione. Ecco spiegata la scelta espositiva di procedere per nuclei tematici, cercando non tanto di prevedere le sorti del sistema in sé, quanto piuttosto di analizzare questioni, attuali o destinate a diventarlo, assolutamente cruciali per la determinazione degli scenari a cui andremo incontro. In questo senso il riferimento va ad argomenti quali: il patto intergenerazionale; il problema, perché di questo ormai si tratta, demografico; la galassia del lavoro marginale.

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13 INTRODUZIONE Se è vero che ogni epoca ha le sue sfide è altresì certo come esistano sfide attuali in ogni epoca, inossidabili al trascorrere del tempo. L’uomo, da quando conosce il vivere associato, ha sempre avvertito e riconosciuto l’esistenza di un legame capace di trascendere la dimensione individuale, e accomunare, in una certa misura, il destino di ciascuno a quello dei suoi simili, facendo trovare riflessa nello specchio la risposta alla domanda “per chi suona la campana?”. Ma se il quesito, o il problema, si ripresenta annualmente identico nella sostanza, a mutare devono essere azioni e soluzioni. La previdenza sociale è infatti la risposta moderna ad un problema antico. Sarebbe però una lettura distorsiva tentare di rinvenirne esempi già nel mondo greco e romano, dove il lavoratore in quanto tale non era nemmeno ancora riconosciuto come soggetto di diritto. Iniziative a favore degli individui più deboli, seppur evidentemente presenti e con lo scopo medesimo di sollevare dal bisogno, erano piuttosto riconducibili a forme di assistenza sporadicamente pubbliche ma, più soventemente, di natura privata. Assodata quindi la previdenza sociale come un prodotto tipicamente moderno, nato in un suo specifico contesto storico, si è provato, nei primi tre capitoli del presente lavoro, di tracciare una sorta di fenomenologia del sistema pensionistico, eminentemente in ambito italiano, dopo la sua progressiva emersione dall’indistinto mare dell’assistenza e dalla beneficienza pubblica, fino al riconoscimento della sua piena autonomia giuridica e sociale.

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