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Heritage Marketing. Il museo d'impresa per la conservazione della memoria

L’impresa, privata o pubblica che sia, profit o non profit, per raggiungere i suoi scopi deve confrontarsi costantemente con il mondo esterno, con i diversi Stakeholder e divenire soggetto di comunicazione. Seguendo questo approccio viene rivista la definizione stessa di impresa.
Essa non è più solo un fattore economico, ma diventa istituzione “sociale”.
I prodotti, i progetti e tutte le testimonianze della vita di un’impreesa vengono, quindi, considerati parte di un più ampio patrimonio collettivo, che merita di essere salvaguardato.
L’obiettivo di base della mia ricerca, in questo lavoro di tesi, che è strutturata sulla base di quattro capitoli, è evidenziare gli aspetti salienti di quella che è definita la comunicazione d’impresa, come da essa l’impresa possa trarre vantaggio in termini di notorietà, credibilità e affidabilità verso i pubblici di riferimento, quindi creare valore.
Da ciò ho approfondito, il concetto di cultura, che si concretizza nel mio esposto, nel passaggio dalla logica del “contatto” a quella della “contaminazione”, inteso come collaborazione attiva alla realizzazione e promozione di un progetto culturale, che offre alle imprese una speciale opportunità di comunicare in modo nuovo ed efficace i valori e i tratti distintivi della loro identità. Le aziende che scelgono la comunicazione culturale quale elemento strategico della propria comunicazione d’impresa, legano a un intervento socialmente responsabile, strutturato e coerente con la mission aziendale, il loro marchio o il loro prodotto/servizio.
Questo “rapporto virtuoso” tra impresa e cultura, è in grado di produrre risultati tangibili contribuendo all’acquisizione di prestigio, consenso sociale e leadership in aree tradizionalmente estranee al “fare” impresa, favorendo un migliore posizionamento del marchio e la qualificazione delle relazioni interne ed esterne.
Ed è proprio in questo senso che i musei aziendali sono stati creati, dove nella maggior parte dei casi, si inizia partendo dal desiderio dell’imprenditore di lasciare una traccia del proprio lavoro.
Con il museo aziendale le imprese hanno la possibilità di affermare il valore estetico e culturale della propria produzione, dove per lungo tempo agli oggetti prodotti industrialmente ovvero in serie, era negato ogni valore che non fosse quello strumentale. Così in poco tempo il Museo si rivela: strumento di (Heritage) marketing sia interno, che esterno canale di comunicazione che attira nuovi pubblici.
Per quanto riguarda in particolar modo, i musei d’impresa, quelli che ho voluto mettere in luce sono il Museo Piaggio di Pontedera e L’Aboca Museum di Sansepolcro.
Il primo ricostruisce attraverso le sue collezioni la storia della società italiana e dei suoi mezzi di trasporto dalla fine dell’800 ad oggi negli spazi che da produttivi sono stati trasformati in espostivi, mantenendo il carattere originario di archeologia industriale.
Il secondo, Aboca Museum ospita nelle sue sale espositive gli utensili impiegati nelle spezierie per la conservazione e la lavorazione delle erbe medicinali: antichi mortai, bilance, ceramiche e vetri da farmacia dal XIV al XIX sec; vengono esposti anche i più autorevoli erbari antichi appartenenti alla
Bibliohteca Antiqua: un’importante patrimonio botanico-farmaceutico, che testimonia l’antica scienza delle erbe dal Cinquecento sino ai primi del Novecento.

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14 CAPITOLO 1 La comunicazione d‟impresa 1.1 La strategia di comunicazione Che significato ha la parola “strategia”? Essa, indica il complesso di scelte che si compiono prima di muovere all‟azione diretta ad ottenere un risultato desiderato. Il dizionario della lingua italiana di Devoto G. la definisce come « il ricorso, motivato e ragionato, a mezzi idonei al raggiungimento di uno scopo». L‟impresa, privata o pubblica che sia, profit o non profit, per raggiungere i suoi scopi deve confrontarsi costantemente con il mondo esterno, con i diversi stakeholder e divenire soggetto di comunicazione. E per “strategia” di comunicazione? Vogliamo intendere la ricerca e l‟analisi della situazione aziendale e del mercato, con conseguenze relative a scelte e decisioni che contribuiscono ad una compilazione valida del brief (si chiama brief il documento che racchiude tutti gli elementi utili, affinché un professionista possa operare a beneficio del suo committente) sulla cui base poi verrà elaborato il messaggio da comunicare. Ma possiamo anche intendere per Strategia di Comunicazione, l‟analisi e la scelta di strumenti di comunicazione disponibili (es. promozioni, fiere, web, ecc.) capaci di trasmettere il messaggio al Target desiderato, ovviamente nel modo più efficace per raggiungere i fini e gli obbiettivi stanziati dall‟azienda. Il termine comunicazione non è equivalente all‟ informazione. Mentre “informare” significa “dare una notizia”,“comunicare” significa sostanzialmente “partecipare”, quindi è essenziale al buon fine, sia chi trasmette il messaggio, sia colui che lo riceve. Ci si attente infatti che quest‟ultimo, recependo il messaggio, reagisca, o limitandosi a far proprio il messaggio stesso, oppure agendo di conseguenza. È molto appropriata la definizione della Business School della City University of London: “La comunicazione richiede immaginazione, contenuti emozionali, impegno e le volontà di ascoltare e rispondere agli altri, nonché essere sensibili ai loro bisogni.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Filardo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Silvia Pezzoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 203

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