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Il lavoro teatrale di Ascanio Celestini, costruire uno spettacolo.

La mia tesi parla del teatro di narrazione, che essendo estremamente vario e composito, mi ha portato a scegliere di trattare nel particolare il lavoro di un singolo attore: Ascanio Celestini, cosciente che la sua esperienza non può rappresentare tutto il teatro di narrazione, ma solo uno dei tanti percorsi possibili.
Raccogliere materiale bibliografico sul suo lavoro e sul teatro di narrazione non è stata un’impresa facile: sono rari, infatti, i libri in cui viene trattato o definito e anche quando questo avviene le definizioni sono contrastanti. Ho assistito al laboratorio tenuto da Celestini al Centro Teatrale Universitario di Perugia. Qui mi sono fatta un’idea di come sia possibile lavorare sui racconti, sugli eventi e sull’identità delle persone. Ho osservato il metodo usato dall’autore per raccogliere le storie e per lavorare sulla loro drammaturgia. Questa esperienza mi ha dato modo di scoprire la grande capacità di Celestini, penso del tutto spontanea e istintiva, di creare una comunità, un gruppo; Ascanio, gli allievi del CUT, noi laureande, e gli intervistati nel laboratorio formavamo un’unica entità, riunita per condividere qualcosa, un racconto, una storia, la nostra identità. Questa esperienza ha dato vita all’ultimo capitolo della mia tesi intitolato: Il lavoro laboratoriale in cui descrivo tutto il lavoro svolto in quella settimana di laboratorio.
La ricerca del materiale è proseguita attraverso la visione di alcuni spettacoli di Celestini nei luoghi più disparati: dai teatri come l’Ambra Jovinelli al bioparco di Roma, da piazzette nel centro storico a parchi nell’estrema periferia romana; fino alla collaborazione per l’allestimento della rassegna teatrale Bella Ciao. Il balsamo della memoria.
L’esperienza avuta all’interno della rassegna è confluita nella stesura del primo capitolo Introduzione al teatro di narrazione, in cui ho cercato, non di proporre una trattazione completa sulla situazione del teatro di narrazione, ma piuttosto di dare alcuni elementi, degli input, per introdurre ed incuriosire il lettore verso questa nuova forma teatrale.
La mia attenzione si è concentrata sia sul padre fondatore di questo modo di concepire il teatro, Dario Fo; su alcuni attori della prima generazione del teatro di narrazione negli anni Novanta (Marco Paolini, Marco Baliani, Laura Curino), sia sull’esperienza avuta a contatto con alcuni dei nuovi narratori dell’ultima generazione, che ho potuto osservare nell’ambito della rassegna Bella Ciao. Il balsamo della memoria, da Mario Perrotta a Giuliana Musso, ma anche sulle figure di Michele Sinisi e Michele Santeramo, Davide Enia, Nino Racco.
Il capitolo in questione si apre con un interrogativo: il teatro di narrazione può essere considerato un genere teatrale? Ho affrontato il problema mettendo a confronto due differenti prospettive: quella di Gerardo Guccini che sostiene l’esistenza di un genere teatrale, il teatro di narrazione; e quella di Natale Filice che non racchiude il teatro di narrazione in nessuna gabbia .
Il secondo capitolo La ricerca sul campo: analisi del modo di lavorare di Ascanio Celestini affronta il problema della raccolta e ricerca del materiale, utile per la costruzione di uno spettacolo, in diversi lavori realizzati da Celestini. Qui si notano i contatti di Celestini con il mondo antropologico, raccogliere le testimonianze dalle fonti orali.
Nel terzo capitolo La realizzazione – Le tappe del lavoro per Fabbrica: il primo studio, lo spettacolo, il libro, il programma radiofonico propongo un’analisi della realizzazione del progetto-spettacolo Fabbrica. Per sviluppare questo capitolo mi sono avvalsa della trascrizione del primo studio Il tempo del lavoro, e della schedatura del programma radiofonico Bella ciao. Storie di operai e contadini, eseguite entrambe da me, durante la ricerca del materiale sul lavoro di Celestini.
Con questo lavoro ho cercato di fornire degli elementi utili per aprire una finestra sul mondo della narrazione teatrale, attraverso lo studio di un particolare modo di narrare, quello di Ascanio Celestini.

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IL LAVORO TEATRALE DI ASCANIO CELESTINI COSTRUIRE UNO SPETTACOLO INTRODUZIONE Il lavoro che propongo in queste pagine è il risultato di un interesse personale per il teatro di narrazione, una forma teatrale tanto antica quanto moderna, che proprio negli ultimi decenni ha conquistato sempre maggiori spazi riscuotendo un gran successo di pubblico. Il mondo della narrazione teatrale è estremamente vario e composito, ho quindi scelto di trattare nel particolare il lavoro di un singolo attore: Ascanio Celestini, cosciente che la sua esperienza non può rappresentare tutto il teatro di narrazione, ma solo uno dei tanti percorsi possibili. Raccogliere materiale bibliografico sul suo lavoro e sul teatro di narrazione non è stata un’impresa facile: sono rari, infatti, i libri in cui viene trattato o definito e anche quando questo avviene le definizioni sono contrastanti. Dopo la raccolta del materiale cartaceo, soprattutto riviste specializzate in spettacolo, la mia ricerca è proseguita con un lavoro pratico: ho assistito al laboratorio tenuto da Celestini al Centro Teatrale Universitario di Perugia. Qui mi sono fatta un’idea di come sia possibile lavorare sui racconti, sugli eventi e sull’identità delle persone. Ho osservato il metodo usato dall’autore per raccogliere le storie e per lavorare sulla loro drammaturgia. Questa esperienza mi ha dato modo di scoprire la grande capacità di Celestini, penso del tutto spontanea e istintiva, di creare una comunità, un gruppo; Ascanio, gli allievi del CUT, noi laureande, e gli intervistati nel laboratorio formavamo un’unica entità, riunita per condividere qualcosa, un racconto, una storia, la nostra identità. Questa esperienza ha dato vita all’ultimo capitolo della mia tesi intitolato: Il lavoro laboratoriale in cui descrivo tutto il lavoro svolto in quella settimana di laboratorio, caratterizzata da una Perugia completamente innevata che donava alla situazione un tocco di magia in più, il contesto ideale per narrare e ascoltare fiabe e racconti. La ricerca del materiale è proseguita attraverso la visione di alcuni spettacoli di Celestini nei luoghi più disparati: dai teatri come l’Ambra Jovinelli al bioparco di Roma, da piazzette nel centro storico a parchi nell’estrema periferia romana; fino alla collaborazione per l’allestimento della rassegna teatrale Bella Ciao. Il balsamo della memoria. La rassegna si è tenuta nella sede del decimo municipio, Cinecittà, uno dei quartieri periferici di Roma Sud. E’ durata una settimana, tra il 12 e il 18 settembre del 2005, e ha ospitato diversi spettacoli.

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