L'argomentazione delle emozioni nel Cyrano de Bergerac: testo letterario e testo filmico a confronto
L’obiettivo della mia tesi è stato quello di studiare l’argomentazione delle emozioni in un testo letterario e in un testo filmico, attraverso l’analisi di alcuni dialoghi di una pièce teatrale dello scrittore Edmond Rostand, il Cyrano de Bergerac, e di alcune scene tratte dell’omonimo adattamento cinematografico del regista Jean-Paul Rappeneau.
La possibilità di un confronto tra questi due ambiti apparentemente così diversi è nata dalla decisione di approfondire principalmente lo studio dell’aspetto comunicativo, di interazione e relazione, che si instaura tra enunciatore e destinatario del messaggio, sia filmico che verbale.
Mi sono focalizzata in modo particolare sull’aspetto emotivo di questa relazione, per arrivare ad individuare le dinamiche attraverso le quali l’enunciatore riesce a produrre, più o meno intenzionalmente, un cambiamento emotivo nel destinatario della comunicazione.
Il primo capitolo è interamente dedicato alla relazione comunicativa che si instaura tra lo spettatore ed il regista cinematografico che lascia, all’interno del testo filmico, le tracce della sua presenza ordinatrice e del suo progetto comunicativo volto a determinare il comportamento e le emozioni del destinatario.
Il mio tentativo è stato proprio quello di mettere in luce queste tracce. Tuttavia, al posto che elencarle e descriverle semplicemente, ho ritenuto molto più interessante inserirle all’interno di un percorso storico che inquadra le “tappe” più significative attraverso le quali questa relazione tra spettatore e regista (o testo filmico) si è evoluta nel tempo.
Ho infatti sottolineato come, da una parte, allo spettatore, sempre più cosciente ed esigente nei confronti dell’effettiva finzione cinematografica, non basti più assistere alla riproduzione fedele della realtà, come all’epoca dei Lumière, per stupirsi ed emozionarsi. Dall’altra, invece, come il regista, da Griffith in poi, prendendo mano a mano confidenza con i mezzi a sua disposizione, elabori una versione di realtà in apparenza sempre più oggettiva e verosimile, ma che nasconde, con grande maestria, le ragioni profonde del coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Mii è sembrato opportuno completare questo quadro con brevi cenni relativi all’evoluzione di alcune delle tecniche cinematografiche attraverso le quali il cinema si è avvicinato a quella forma d’arte particolarmente espressiva, e a quel potente mezzo di comunicazione, che oggi conosciamo.
Resta ancora un’ultima considerazione da fare: il cinema è realtà o immaginario?lo spettatore è passivo o attivo interprete della realtà/finzione rappresentata? La conclusione alla quale sono arrivata è che, probabilmente, entrambe le risposte siano valide: infatti, forse è proprio questo il motivo principale del forte potere di coinvolgimento del mezzo cinematografico.
Nel secondo capitolo mi sono spostata invece nell’ambito della comunicazione verbale, per analizzare, anche in questo caso, le dinamiche di coinvolgimento emotivo nel destinatario della comunicazione.
Nella prima parte di questo capitolo, ho rivolto un’attenzione particolare alla struttura interna dell’unità comunicativa del testo, approfondendo i “concetti-chiave” di senso, rapporto, interesse e cambiamento.
Nella seconda parte del capitolo, invece, facendo riferimento particolare alla teoria proposta dal linguista Christian Plantin, ho individuato i principali tratti argomentativi (tópoi o luoghi comuni) attraverso i quali il mittente, stimolando l’interesse del destinatario della comunicazione, può provocarne il cambiamento emotivo.
Dalla mia analisi è emerso, ancora una volta, che il coinvolgimento emotivo non avviene a caso nel destinatario ma, al contrario, è motivato da un suo atteggiamento di interesse e apertura nei confronti del messaggio verbale comunicato.
Il capitolo si chiude con un breve accenno al Libro II della Retorica di Aristotele, con l’elenco di tutti i tratti argomentativi che, secondo il filosofo greco, possono essere sfruttati a scopo persuasivo per produrre un’emozione o stato d’animo nell’ascoltatore.
Infine, il terzo ed ultimo capitolo è dedicato interamente all’analisi del testo letterario e del testo filmico del Cyrano de Bergerac.
Le osservazioni ricavate dal primo capitolo si sono rivelate utili nella fase di ricerca degli elementi espressivi di cui avevamo bisogno per l’analisi delle scene del film, così come quelle relative al secondo capitolo sono state riprese per individuare i tratti argomentativi sottesi ai dialoghi dell’opera letteraria analizzata.
È emerso che il confronto operato tra testo filmico e letterario non è stato esattamente un “confronto-scontro”. Al contrario, l’aspetto forse più affascinante della mia analisi è stato quello di “avvicinare” le due opere, per mostrare come, nello stesso momento del racconto, il regista e lo scrittore riesaono, attraverso mezzi, strumenti e linguaggi molto diversi tra loro, a trasmettere un’emozione.
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Informazioni tesi
Autore: | Viviana Venneri |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Maria Cristina Gatti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 152 |
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