Il ruolo della Spagna nella guerra in Iraq
Questa tesi analizza il ruolo svolto dalla Spagna nel conflitto iracheno attraverso alcuni dei principali quotidiani spagnoli, italiani e di lingua inglese. El País, El Mundo, La Vanguardia per la Spagna, Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, per l’Italia, The New York Times, The International Herald Tribune per la stampa inglese. Ognuno di questi quotidiani è portatore di filoni politici diversi. Sono stati anche presi in considerazione libri scritti da giornalisti e diplomatici che hanno vissuto attivamente il conflitto, alcuni esempi: Hans Blix (ispettore ONU per le WMD), Miguel Benzo (responsabile delle relazioni tra ONU e CPA), Lilli Gruber (reporter rai2). Il tutto è stato integrato e supportato da vari documenti emessi dai governi coinvolti e dalle istituzioni coinvolte (ONU, NATO, ecc…).
Da tutte queste fonti è scaturito un quadro della partecipazione spagnola al conflitto riducibile, genericamente, a tre punti cardine.
Il primo riguarda la partecipazione militare, che vide 1.300 uomini inseriti nella Brigata Plus Ultra dislocata in Diwaniya, un importantissimo supporto sanitario prestato alla popolazione civile dall’Escalón Médico Avanzado, e, soprattutto, dal lavoro del CNI. I servizi segreti spagnoli avevano, infatti, l’arduo compito di controllare le attività del pericoloso Imam Al Sadr.
Il secondo punto vede come protagonista José María Aznar, che si schierò fin dal principio al fianco di Gorge W. Bush nella lotta al terrorismo internazionale. Questo appoggio scaturì sia da una convinzione personale, che dal desiderio di porre la Spagna in primo piano nelle questioni d’importanza mondiale. Aznar ricoprì un ruolo decisivo nelle dinamiche politiche che portarono al conflitto, permettendo di formare un blocco contrapposto agli oppositori del conflitto: Francia, Germania e Russia. In cambio la Spagna ottenne venti posti di prestigio all’interno della CPA, ma riuscì a mantenerli solo fino al dicembre 2003.
In fine l’attenzione si focalizza sull’attentato avvenuto nelle stazioni ti Atocha, El Pozo del Tío Raimundo e Santa Eugenia in Madrid, l’undici marzo 2004. Perché la Spagna? Perché l’undici marzo?
Il 29 marzo successivo all’attentato El Mundo pubblicò un articolo di Garrigues, allora ambasciatore di Spagna in Norvegia, il quale sosteneva che nel dicembre 2003 i servizi segreti norvegesi avevano trovato, in un portale d’internet utilizzato da fondamentalisti islamici, un documento in cui si spiegava come l’opinione pubblica spagnola fosse per l’80% contraria al conflitto, la percentuale più alta in Europa. La maggior parte dei politici, ovviamente tranne i sostenitori del PP, degli organi di stampa e dei personaggi del mondo della cultura in Spagna si opponevano al conflitto in Iraq. Il documento spiegava che colpendo la Spagna si sarebbe creata una mobilitazione popolare che avrebbe preteso il ritiro delle truppe; se il governo non avesse ceduto e ritirato il contingente, il PSOE avrebbe inserito nel proprio programma elettorale tale ritiro. La Spagna fu attaccata più volte: i fatti più clamorosi furono l’uccisione di sette agenti del CNI, martoriati davanti alle telecamere di Sky News, e l’attentato alla Casa di Spagna in Casablanca, vi furono più di venti morti. Come previsto Aznar non cedette e Zapatero inserì il ritiro delle truppe nel proprio programma elettorale. Il documento sosteneva poi la necessità di ottenere la vittoria del PSOE alle elezioni spagnole del 14 marzo 2004, secondo i terroristi col ritiro della Spagna tutti gli alleati degli USA avrebbero iniziato a ritirare i propri contingenti in una reazione a catena; gli Stati Uniti rimasti isolati non sarebbero poi riusciti a far fronte alla situazione d’ingovernabilità del dopoguerra.
Innanzitutto l’attentato dell’11-M contribuì sì alla vittoria del PSOE nelle elezioni del 14-M, ma il fattore determinante fu la malagestione della crisi da parte del governo e di Aznar stesso, l’accusare ciecamente ETA anche davanti alle evidenze aveva diffuso negli spagnoli un sentimento di tradimento e frustrazione. Il ritiro a catena dei paesi alleati degli USA previsto dai terroristi non si verificò. Infine, il ritiro del contingente spagnolo non portò ad alcun cambiamento nella situazione irachena, gli statunitensi rimasero e il paese sprofondò comunque nel caos.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Elisa Ziliani |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Francesco Vecchiato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 164 |
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