7
indipendenti per chiarire se le informazioni sulle armi non convenzionali
contenessero errori analitici o se fossero state manipolate. Aznar rifiutò di
fare altrettanto in Spagna.
Agenti della CIA si trovavano in Iraq, in missione segreta dall’ottobre
2002. Convincevano gli iracheni a collaborare solo sotto promessa di un
imminente attacco, e ogni volta che il presidente americano dichiarava la
guerra come ultima soluzione gli agenti rischiavano di essere scoperti.
Poco dopo comunicarono di poter resistere solo fino a febbraio 2003. Blair
necessitava di una seconda risoluzione dell’ONU che fungesse da
ultimatum, aspettava di ottenere la fiducia in Parlamento e in più in patria
l’opinione pubblica era contraria al conflitto. Quando l’ispettore per le
armi non convenzionali in Iraq, Hans Blix, dichiarò che il regime iracheno
non dimostrava piena accettazione delle risoluzioni ONU, Blair, Bush e
Aznar ne approfittarono per spingere verso una risoluzione che fungesse da
ultimatum. I capi di stato britannico, spagnolo, italiano, portoghese,
polacco, ungherese, ceco, danese e slovacco diffusero, il 30 gennaio 2003,
un documento in cui si avvertiva l’ONU che era suo dovere far rispettare la
risoluzione N°1441, ultima possibilità data a Saddam Hussein. Francia,
Russia e Germania dichiararono il proprio dissenso. In Spagna si diffusero
proteste contro la politica interventista del governo. I giorni 15 e 16
febbraio, in occasione delle giornate mondiali contro la guerra, due milioni
di persone manifestarono a Madrid e Barcellona. Un sondaggio indicava gli
spagnoli come i più opposti al conflitto in tutto il mondo, l’80% della
popolazione.
Bush era in una situazione di stallo, l’alleato britannico necessitava di una
seconda risoluzione, mentre gli agenti della CIA premevano per l’inizio
delle ostilità. Il 24 febbraio 2003, Gran Bretagna, USA e Spagna
presentarono una bozza di risoluzione, in cui si diceva che l’Iraq non aveva
ottemperato alla risoluzione N°1441 e non collaborava con gli ispettori.
Era un ultimatum. Ora la bozza doveva essere approvata dal Consiglio di
Sicurezza dell’ONU, ma Russia e Francia avrebbero potuto applicare il
veto. In caso di voto sfavorevole l’intervento armato era bloccato. Il 16
marzo i capi di stato statunitense, britannico e spagnolo si incontrarono per
un summit nelle Azzorre. Nel frattempo Blair aveva ottenuto la fiducia in
8
Parlamento. I tre firmarono il Compromesso con la solidarietà
transatlantica: elenco delle mancanze di Saddam Hussein, delle ragioni per
un attacco militare, una dichiarazione della risoluzione N°1441 come
sufficiente, inoltre, si davano all’ONU 24 ore per risolvere la questione
diplomaticamente e a Saddam 48 per lasciare pacificamente l’Iraq.
9
Capitolo I
STATI UNITI, GRAN BRETAGNA E SPAGNA:
UN’IDEOLOGIA COMUNE
1.1 L’Iraq di Saddam Hussein
Quando nel 1975 l’Unione Sovietica mise un embargo sull’esportazione di
armi verso l’Iraq, il mercato si aprì per la Francia, che ne divenne il
fornitore principale, la Germania, l’Italia, la Gran Bretagna, l’Austria, il
Belgio e gli Stati Uniti. In poco tempo la Germania e il Giappone fecero
slittare la Francia al terzo posto tra i fornitori; gli USA, come
contraccolpo, si affrettarono ad armare l’Iran. Nel 1980 la situazione si
complicò. I rapporti tra gli americani e la repubblica islamica iraniana si
fecero sempre più tesi. L’Iraq infranse l’Accordo di Algeri
1
ed attaccò
l’Iran, ma nel frattempo gli scontri interni all’Iran proseguivano. Il
governo di Teheran inasprì la repressione contro l’opposizione che passò
all’azione terroristica, appoggiata dall’Unione Sovietica. Il consigliere per
gli affari della sicurezza nazionale americano, durante la presidenza di
Carter, dichiarò che Saddam Hussein poteva fornire un aiuto chiave contro
la rivoluzione islamica e l’espansionismo sovietico. Questa dichiarazione
segnò il punto di partenza di un’alleanza strategica tra gli USA e il regime
del Rais. Carter, nonostante l’opposizione del Congresso, stipulò la vendita
all’Iraq di cinque Boeing. Inoltre, qualche mese prima del conflitto
iraniano, Italia e Iraq avevano firmato un contratto per la fornitura di
equipaggiamenti, composti per lo più da componenti americane. Il regime
di Saddam era divenuto un partner privilegiato di Washington
2
.
Cessato il conflitto iraniano, nel 1988, i paesi occidentali con cui l’Iraq
aveva instaurato relazioni diplomatiche durante gli anni ’80, si ritrovarono
di fronte ad una situazione completamente differente. L’Iraq non fungeva
più da guardiano dei loro interessi contro il fondamentalista Iran, ma era
divenuto una pericolosa potenza armata. A dimostrazione di ciò, due anni
1
ACCORDO DI ALGERI, 1975. L’Iran si impegnava a non fornire armi agli indipendentisti curdi, in
cambio l’Iraq accettava i confini territoriali dettati dall’Iran.
2
P.J. LUIZARD, La questione irachena, Milano, Feltrinelli, 2003, pp. 81-120.
10
dopo, Saddam Hussein invase il Kuwait. L’ONU intervenne con delle
risoluzioni ignorate dal dittatore, ma comunque imposte con l’intervento
armato internazionale guidato dagli USA. Era la Guerra del Golfo. Le
sanzioni dell’ONU prevedevano lo smantellamento di tutti gli armamenti di
tipo non convenzionale
3
di cui l’Iraq fosse in possesso, e un embargo
petrolifero. Dal 1996, la risoluzione ONU N°986, Oil for Food, impediva al
Rais il commercio diretto del greggio. L’Iraq poteva scambiare l’oro nero
con generi di prima necessità non a doppio uso
4
(per lo più medicinali e
cibo), ma solo tramite una banca di New York controllata dall’ONU
5
.
3
Armi chimiche, biologiche e nucleari; WMD Weapons of Mass Destruction.
4
I generi a doppio uso sono quelli che possono avere una doppia valenza, in genere medicinale o militare.
Ad esempio il cloro, indispensabile in Iraq per rendere l’acqua potabile, non poteva essere importato perché
è uno dei componenti utilizzati per creare il nucleare (arricchisce l’uranio).
5
GRUBER L., I miei giorni a Baghdad, Milano, Rai Eri Rizzoli, RCS libri, 2003, pp. 19-30. Iraq,
l’Enciclopedia, La biblioteca di Repubblica, vol. 11, Roma, De Agostini, 2003, pp. 181-185.
P. J. LUIZARD, La questione irachena, cit., pp. 121-263. A. RASHID, Bin Laden, i talebani e gli
americani: storia di un triangolo, «I quaderni speciali di Limes rivista italiana di geopolitica», Gruppo
editoriale l’Espresso, pp. 31-41.
11
1.2 La politica di Aznar in prima legislatura
Durante il suo primo mandato José María Aznar López
6
optò per una linea
diplomatica estera molto vicina a quella del precedente governo socialista,
pur appartenendo egli al Partito Popolare. Il PP
7
è un partito nazionalista,
legato alla destra storica spagnola, conservatore e chiuso in materia di
politica estera. Aznar sostenne la creazione di normative internazionali,
promosse la partecipazione della Spagna in tutte le organizzazioni ed
iniziative a livello mondiale, e diede la priorità ai rapporti diplomatici in
aree di interesse commerciale: Europa, Americhe, bacino del Mediterraneo
e mondo arabo. Ridusse le formule di alcuni accordi diplomatici
antecedenti ed intensificò la cooperazione in caso di situazioni critiche che
richiedessero una presa di posizione specifica. Una politica estera orientata
verso una ferrea difesa degli interessi economici nazionali, con l’eccezione
di due casi: con i principali paesi latino-americani e con l’Asia orientale,
nella quale intendeva incrementare la scarsa presenza spagnola.
Con un processo iniziato il 16 novembre del 1996 e concluso il primo
gennaio del 1999, la Spagna entrò a far parte della NATO. Ottenuta una
piena funzionalità all’interno della NATO, come processo politico
immediato, i rapporti tra Spagna e Cuba si irrigidirono. Il governo
spagnolo sospese tutti gli aiuti per la cooperazione e lo sviluppo, cancellò
la linea di credito e avanzò una richiesta-imposizione di riforme
democratiche nell’isola. La reazione dell’opposizione socialista fu
inevitabile. PSOE
8
e IU
9
avviarono una serie di proteste e accusarono il
governo di pro-americanismo
10
.
6
La famiglia di José María Aznar ricopriva un ruolo importante durante il periodo franchista. Suo nonno,
Manuel Aznar Zubigaray, fu ambasciatore di Spagna all’ONU, direttore di La Vanguardia e dell’agenzia
EFE. Suo padre, Manuel Aznar Acebo era un falangista, ufficiale dell’esercito nazionale durante la guerra
civile, giornalista e fondatore di numerosi quotidiani. Durante gli studi José María Aznar militò nel Frente de
Estudiantes Sindicalistas (FES), organizzazione d’estrema destra e d’impronta cattolica, che rivendicava il
pensiero originale del fondatore della Falange, José Antonio Primo de Rivera. Per maggiori informazioni al
riguardo si vedano: il sito internet www.cidob.org/bios/castellano/lideres/a.065.htm, e J. TUSELL, El
aznarato. El gobierno del Partido Popular, 1996-2003, Madrid, Santillana, 2004,pp. 38-58/297.
7
Partido Popular.
8
PSOE, Partido Socialista Obrero Español, guidato da José Luís Rodriguez Zapatero.
9
IU, Izquierda Unida.
10
J. TUSELL, El aznarato. El gobierno del Partido Popular, 1996-2003, cit., pp. 282-295/329-357.
12
L’otto e nove luglio del 1997 Aznar patrocinò la riunione del Consiglio
Atlantico, che si svolse in Madrid, riguardo all’ingresso nella NATO di
Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca; Aznar fu il firmatario
dell’approvazione d’ingresso di questi paesi, previsto per il 1999. Al 1997
risale anche la prima visita ufficiale di Aznar negli Stati Uniti. In quell’
occasione il premier spagnolo non fu ricevuto dall’allora presidente
democratico Bill Clinton, bensì dalla maggioranza repubblicana del
Congresso che gli espresse la propria gratitudine per il netto cambiamento
della politica del governo spagnolo nei confronti di Cuba. Il primo incontro
di Aznar con Fidel Castro era avvenuto l’anno prima, in occasione del VI
Congresso Ibero-americano. In quella circostanza il premier spagnolo
aveva assunto una posizione molto critica riguardo alla situazione dei
dissidenti e alla mancanza di libertà nell’isola, e questo, ovviamente, non
poteva che fare piacere al Congresso, a maggioranza repubblicana, degli
Stati Uniti d’America, che per la prima volta vedeva la penisola iberica
prendere politicamente le distanze da Cuba
11
.
Un mese prima del VI Congresso Ibero-americano, nel 1996, Aznar aveva
incontrato a Madrid Yasser Arafat, a cui aveva assicurato il pieno appoggio
della Spagna all’Autorità nazionale palestinese perché Israele compisse
quanto deciso dagli accordi: retrocessione territoriale, trasferimento delle
competenze, evacuazione delle truppe. Nel settembre del 2000 Arafat e
l’allora primo ministro israeliano, Ehud Barak, avevano accettato la Spagna
come intermediario, ma la mediazione era fallita per lo scoppio della
seconda Intifada palestinese.
La rottura con Cuba e la fallita mediazione in Medioriente segnarono un
cambiamento netto nella politica estera di José María Aznar.
L’avvicinamento politico agli USA era ormai chiaro. Il premier spagnolo
incentrava la propria politica estera su una lotta per gli interessi nazionali
spagnoli, la cui strategia era di mettere la propria figura e quella della
nazione in primo piano in tutte le questioni mondiali più importanti, anche
a costo di generare tensioni con altri governi e di entrare in contraddizione
con gli obiettivi della maggioranza all’interno dell’Unione Europea.
11
Si vedano i documenti al sito internet www.soc.qc.edu/procuba/vicumb.html.
13
Ostile al concetto del Nucleo Duro dell’UE rappresentato da Francia e
Germania, Aznar non accettava di fare una politica europea sottostando alle
decisioni di Parigi e Berlino; così, già in seconda legislatura, costruì una
sorta di allineamento di contrappeso col britannico Tony Blair e l’italiano
Silvio Berlusconi
12
.
Lo scontro diretto avvenne sulle politiche per il lavoro. La Spagna
sosteneva che tale competenza spettasse di diritto ai singoli Stati, come
questione interna, mentre Francia e Germania proponevano di nominare un
Gruppo Pioniere che si occupasse esclusivamente di tale problematica.
Blair spalleggiò Aznar. I capi di Stato spagnolo, britannico e italiano
cominciarono a riferirsi l’un l’altro come «il mio amico» in momenti
ufficiali, atto intenzionale a dimostrazione di una salda unione politica
contrapposta al blocco franco-tedesco. Il dieci aprile del 1999 Tony Blair e
José María Aznar misero fine definitivamente al progetto del Gruppo
Pioniere con una dichiarazione congiunta riguardo a una riforma
neoliberale del mercato del lavoro
13
.
Aznar promosse la conversione della Spagna in un paese in grado di
competere con Francia, Germania, Regno Unito e Italia, al fine di
assicurarle una posizione importante nei processi decisionali in ambito
europeo. Il governo di Madrid è stato tra i promotori di una politica
europea che prevedesse forze di Sicurezza e Difesa, definita dal Trattato di
Amsterdam. Secondo Aznar queste forze sarebbero dovute essere comuni
all’interno dell’UE, ma dipendenti dalle decisioni prese all’interno della
NATO, e quindi affiancate a quelle americane, considerando egli necessaria
l’alleanza con gli USA. Per quel che riguarda invece i problemi interni
all’Europa lo spagnolo appoggiava l’indipendenza di tale istituzione da
qualsiasi alleanza extra territoriale
14
.
12
J. TUSELL, El aznarato. El gobierno del Partido Popular, 1996-2003, cit., pp. 422-456.
H. BLIX, Disarmare l’Iraq. La verità su tutte le menzogne, Torino, Einaudi, 2004, pp. 96-192.
13
Si consultino gli articoli di El Mundo al sito internet www.elmundo.es/1999/04/11/indice.html.
14
Vedansi gli Atti del Consiglio dell’Unione Europea pubblicati in internet al sito
http://www4.europarl.eu.int/registre/recherche/RechercheSimplifiee.cfm .
14
1.3 L’anno nero di Aznar: il 2002
Il 2002 fu un anno segnato da una forte crisi a livello mondiale. Gli
attentati dell’undici settembre del 2001 a New York e Washington crearono
una forte tensione a livello internazionale. Tutto l’Occidente fu investito
dalla fobia di un terrorismo che può colpire ovunque e in qualunque
momento. Su tutto questo gravò una forte inflazione. Il 2002 per la Spagna
non è stato solo un anno difficile per la situazione internazionale, ma anche
l’anno in cui il governo Aznar iniziò ad essere messo severamente sotto
accusa sia dall’opposizione che dall’opinione pubblica. Il disappunto
scaturì da due forti crisi interne: in luglio ebbe luogo uno scontro, non solo
diplomatico, con il Marocco, che occupò militarmente l’isola di Perejil;
mentre in novembre sulle coste della Galizia la petroliera Prestige provocò
un immane disastro ambientale.
L’11 luglio del 2002, un plotone marocchino sbarcò sull’isola Perejil (o
Leila), un promontorio disabitato a est del territorio spagnolo di Ceuta e
vicinissimo alla costa della provincia marocchina di Teutan. Il Marocco
non ha mai riconosciuto la sovranità spagnola del promontorio.
Immediatamente, UE e NATO chiesero il ritiro delle truppe al governo
marocchino. Il Marocco negò il ritiro dei militari, ma dichiarò la propria
volontà a risolvere la questione a tavolino e negoziare con la Spagna.
Aznar, ignorando la richiesta di negoziazione, optò per un recupero
militare del territorio, apportando come motivazione la ristabilizzazione
della legalità internazionale e dello status quo. Il 17 luglio, dopo che
l’ambasciatore marocchino aveva annunciato il ritiro dei propri militari, un
gruppo per le operazioni speciali dell’Armada giunse sul promontorio con
elicotteri e, senza sparare un colpo, disarmò i militari marocchini ed issò la
bandiera spagnola. La stampa nazionale ed internazionale impazzì. Il PP
dichiarò a El Mundo, El País e La Vanguardia che l’operazione era stata
d’estremo valore e necessaria, dato che il proposito del Marocco era
sondare l’effettiva forza militare spagnola al solo scopo di valutare una
possibile rivendicazione armata di Ceuta e Melilla. Il ministro degli Esteri
marocchino, Benaissa Mohammed, definì l’episodio una dichiarazione di
guerra, e la stampa marocchina denunciò la violazione del Trattato
15
bilaterale di Amicizia, Buon Vicinato e Cooperazione del 1991, che
stipulava la rinuncia all’uso della forza per risolvere qualsiasi conflitto. I
partiti di sinistra e nazionalisti spagnoli criticarono aspramente il governo
per un’operazione armata che avrebbe potuto riportare conseguenze molto
gravi, sia sul piano diplomatico che su quello militare. La vera protesta,
però, non riguardava tanto l’intervento, quanto il fatto che la decisione
fosse stata presa non solo senza il consenso del Parlamento, ma addirittura
senza che questo ne fosse messo al corrente. UE e NATO accolsero
l’accaduto con freddezza. A questo punto a salvare la situazione entrarono
in gioco gli Stati Uniti, proponendosi come mediatori diplomatici tra
Spagna e Marocco. In realtà gli USA intervennero al solo scopo di
mantenere una situazione armonica in una zona sensibile per i propri
interessi strategici. L’intervento del segretario di Stato americano, Colin
Powell, fu decisivo perché le due parti scendessero a patti e ritirassero
entrambe le forze militari da Perejil.
Il 5 giugno 2003 Aznar ricevette a Quintos de Mora (Toledo) il primo
ministro Driss Jettou, in occasione della prima riunione ispano-marocchina.
Erano passate poche settimane dal quinto attentato integralista contro la
Spagna a Casablanca (41 morti)
15
. Essendo i traffici di interscambio tra
Marocco e Spagna di grande portata, si decise di sorvolare sull’accaduto e
di salvaguardare l’importantissimo commercio. Dopo la Francia, la Spagna
è il secondo cliente fornitore ed investitore del Marocco, oltre alle
numerose banche arabe che i due paesi ospitano su suolo nazionale. I
rapporti tra José María Aznar e il re Mohammad VI ripresero, ma sempre e
solo a un livello di cordialità diplomatica
16
.
Come per l’azione armata in Perejil, anche per il disastro ambientale in
Galizia opposizione, opinione pubblica e ambientalisti gridarono
all’incompetenza del premier. Aznar, informato della falla che si era aperta
nello scafo della petroliera Prestige, ordinò che fosse allontanata il più
possibile dalla costa, e quindi portata al largo nell’Oceano prima che lo
15
Terror Global, del 11-S al 11-M, Vanguardia Dossier, Especial, n° 10, 2004, p. 68.
16
J. TUSELL, El aznarato. El gobierno del Partido Popular, 1996-2003, cit., pp. 438-449. Inoltre si
consultino gli articoli pubblicati in internet ai siti:
www.revistanaval.com/contidos.php?ID=perejil-teletipo,
http://noticias-ya.com/archivo/mundo2002/0717.htm,
http://barrapunto.com/mbp-draco/02/07/17/071232.shtml.
16
scafo cedesse completamente. Probabilmente il premier pensò che se il
petrolio si fosse riversato in acque internazionali le accuse non lo
avrebbero riguardato. Questo errore di calcolo gli costò carissimo. A causa
della sua decisione fu impossibile recuperare il greggio, che si riversò
interamente nell’Oceano, causando un danno ambientale di dimensioni
molto maggiori rispetto a se si fosse tentato di trascinare il Prestige il più
vicino possibile alla costa
17
.
Sempre nel 2002, in settembre, Aznar fu aspramente criticato per il
matrimonio della figlia. Lo sposo, uomo politico consolidato, era assistente
personale di Aznar ed eurodeputato. La cerimonia fu celebrata dal cardinale
di Madrid, Rouco Valera, nel monastero dell’Escorial. Gli invitati
ammontavano a circa mille, tra i più illustri, il re Juan Carlos e consorte,
tutti i membri del governo, il presidente del Congresso e il presidente del
Senato, l’ex presidente Suárez, il primo ministro portoghese José Manuel
Durão Barroso, il presidente di El Salvador, Francisco Guillermo Flores
Pérez, il cantante Julio Iglesias, lo scrittore Mario Vargas LLosa, l’élite
imprenditoriale e finanziaria del paese ed una cerchia di giornalisti pro-
governo. Testimoni di nozze furono il primo ministro britannico Tony Blair
e il primo ministro italiano Silvio Berlusconi. Le spese per la cerimonia e
per la sicurezza furono ingenti e, non essendo Aznar multimilionario,
venne accusato dalla stampa nazionale di aver attinto a fondi pubblici
18
.
17
J. TUSELL, El aznarato. El gobierno del Partido Popular, 1996-2003, cit., pp. 438-449. Inoltre sono stati
consultati articoli di cronaca sull’accaduto e varie proteste pubblicati da El Mundo ed El País nei rispettivi
siti internet.
18
Al riguardo si vedano le testate El País, La Vanguardia ed El Mundo ai rispettivi siti internet, alla voce
archivio.
17
1.4 Aznar contro il terrorismo basco dell’ETA
19
ETA dopo l’anno più sanguinoso della sua storia, il 2000, calò il numero
degli attentati: quindici persone uccise nel 2001, cinque nel 2002 e tre nel
2003. La politica di Aznar era riuscita a limitare le capacità d’azione
dell’organizzazione, ma il capo di stato commise un errore gravissimo
dichiarando il partito politico indipendentista basco, Batasuna, illegale.
Così facendo attirò contro il governo l’accusa di utilizzare metodi non
democratici. In febbraio 2003 furono arrestati i vertici direttivi del
quotidiano basco Euskaldunon Egunkaria (unica testata interamente redatta
in lingua basca) per una presunta collaborazione con ETA. In marzo la
Audiencia Nacional
20
ordinò la chiusura del giornale perché diretto e
generato da ETA. L’Istituto Internazionale di Giornalismo (IPI) e la ONG
Reporters Senza Frontiere (RSF) condannarono questa azione giudiziaria
spalleggiata dal governo Aznar; inoltre entrambi gli organismi giudicarono
la situazione della libertà di stampa in Spagna come "delicata". Altro duro
colpo venne da Amnesty International, che tornò a denunciare
maltrattamenti nei centri di assistenza per immigrati clandestini minorenni
d’età, e la mancanza di salvaguardia contro la tortura a persone detenute
secondo la legge antiterrorismo. L’opinione pubblica spagnola cominciava
a inquietarsi.
Nonostante Batasuna fosse dichiarato illegale i suoi sostenitori riuscirono a
raccogliere le firme necessarie per formare una lista elettorale per le
elezioni municipali: Autodeterminaziorako Bilgunea (AuB, Piattaforma per
l’Autodeterminazione); mentre un gruppo di sette deputati del Parlamento
di Vitoria
21
si unirono nel socialista Abertzaleak (SA, Socialisti
Nazionalisti). Il Tribunale Supremo annullò quasi tutte le candidature di
AuB, perché vi comparivano gli stessi nomi delle liste di Batasuna, o di
organi affini. Il 20 maggio la Corte Suprema dichiarò la dissoluzione di
SA, sostenendo che il cambiare nome non cambia la sostanza. A questo
19
Euzkadi Ta Azkatasuna, Terra Basca e Libertà. Organizzazione clandestina basca sorta nel 1958, volta
all’ottenimento dell’indipendenza della regione del Paese Basco nel nord della Spagna, e fautrice di molte
azioni terroristiche su suolo Spagnolo e Francese.
20
Tribunale Supremo spagnolo, sito ufficiale: www.justicia.es.
21
Vitoria, città nel nord della Spagna, sede del Parlamento Basco.
18
punto, il presidente della Commissione di Giustizia del Parlamento basco
ed ex-consigliere degli Interni durante il Gabinetto Pranza, Juan María
Atutxa Mendiola, negò l’applicazione della condanna della Corte Suprema,
dichiarando l’esistenza di una "impossibilità legale" in base
all’ordinamento giuridico della Camera. La polemica era innescata, e si
accese una discussione riguardo alle competenze giuridiche. In giugno, la
Finanza Generale di Stato querelò Atutxa per un delitto di disobbedienza
di natura penale. Nel frattempo il governo Aznar ottenne dal Dipartimento
di Stato degli Stati Uniti (30 aprile) e dall’Unione Europea (5 giugno)
l’iscrizione di Batasuna nelle liste delle organizzazioni terroristiche
internazionali, sullo stesso piano dell’ETA
22
.
22
J. TUSELL, El aznarato. El gobierno del Partido Popular, 1996-2003, cit., pp. 282-456.
Al riguardo si vedano anche gli Atti governativi pubblicati sul sito internet del Parlamento Basco di Vitoria:
http://parlamento.euskadi.net/actual/c_menu_mesa.html.
19
1.5 Politica estera spagnola dopo l’11-S
Quando a gennaio del 2001 George W. Bush jr. salì al potere, il capo di
stato spagnolo, per comuni inclinazioni ed ambizioni in politica estera,
consolidò i legami con gli States. Nonostante la tendenza conservatrice e
unilateralista e la politica di confronto diretto con l’UE di Bush, che
creavano non poche inquietudini in alcuni capi di stato europei, Aznar
instaurò col presidente americano un rapporto d’amicizia. Egli fu il primo
leader europeo – escluso il presidente Blair, dato il vincolo speciale tra
Gran Bretagna e USA – che ruppe una lancia in favore del contrastatissimo
progetto dello Scudo Nazionale Antimissile
23
, che implicava l’abbandono
unilaterale del Trattato di Antimissili Balistici (ABM)
24
sovietico-
statunitense del 1972. L’ABM era stato firmato allo scopo di allentare la
proliferazione di questa categoria di sistemi d’armamento. Ora, Casa
Bianca e Pentagono chiedevano la sospensione del trattato, sostenendo la
necessità di formare una difesa più efficace contro eventuali attacchi, ma
senza provocare i cosiddetti Rogue States
25
.
Gli attentati dell’11 settembre 2001, perpetrati dall’organizzazione
islamista-terroristica Al Qaeda del saudita Osama Bin Laden, contro New
York e Washington, furono sentiti dal governo spagnolo come un attacco
frontale contro quei valori che uniscono americani ed europei. La risposta
di solidarietà spagnola figurò infatti tra le più veementi dei paesi NATO.
Venuto a conoscenza dell’attentato, Aznar convocò il gabinetto di crisi del
governo, che impose lo stato di massima allerta negli aeroporti della rete
aerea nazionale, blindò le delegazioni diplomatiche e le installazioni
militari americane su suolo spagnolo con dispositivi speciali di protezione,
e mise in funzione células de crisis
26
dei corpi di sicurezza di Stato.
Aznar dichiarò:
23
Scudo Nazionale Antimissile (National Missile Defense, NMD), programma per lo sviluppo ed il
mantenimento di un sistema che possa proteggere gli USA da lanci intenzionali o accidentali di missili
balistici. www.fas.org/spp/starwars/program/nmd.
24
Treaty between the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics on the Limitation
of anti-ballistic missile System. Firmato da Richard Nixon e Leonid Brezhnev nel 1972. www.state.gov.
25
Rogue States, Stati Canaglia, indicati dal governo americano come potenzialmente pericolosi, sono Iran,
Siria, Iraq, Libia, Corea del Nord. Di questi sono poi rientrati nell’Asse del Male Iraq, Iran e Corea del Nord.
26
Cellule di crisi, sono piccoli nuclei di agenti specializzati in situazioni d’emergenza.
20
Il Terrorismo non conosce frontiere e tutte le nazioni libere devono
radunare gli sforzi per rendere l’impunità impossibile, facilitando
qualsiasi informazione e l’assistenza materiale necessaria…
Dobbiamo rendere impossibile l’esistenza di regimi e di
organizzazioni che proteggono il terrore
27
.
Nei mesi successivi il governo spagnolo lanciò una serie di iniziative
militari, di polizia, politiche e diplomatiche con l’intento di trasferire in
ambito internazionale il Compromiso Antiterrorista
28
, già applicato nel
territorio interno. A questo compromesso il governo Aznar aveva apportato
due modifiche. In primo luogo il CESID
29
era stato trasformato in CNI,
Centro Nazionale d’Intelligence, che divenne un organismo pubblico
paramilitare dipendente dal ministero degli interni. In secondo luogo era
stato elaborato un progetto di legge di prevenzione e blocco dei
finanziamenti al terrorismo su scala internazionale, in assunzione
dell’incarico dato alla Spagna dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU alcuni
giorni dopo gli attentati (28 settembre). Il progetto divenne legge in
maggio 2003, con la risoluzione N°1373, che autorizzava gli stati a
prevenire e reprimere i delitti del terrorismo intervenendo sui fondi attivi
finanziari e sulle risorse economiche di persone ed entità coinvolte in tali
atti
30
.
Aznar e Bush prolungarono l’accordo bilaterale di cooperazione per la
difesa già esistente tra i loro paesi (stipulato nel 1988, scaduto nel 1997,
ma tacitamente prorogato ogni anno), che, considerata la nuova situazione
internazionale, assicurava maggiore sicurezza alla superpotenza americana.
Firmato dal ministro Piqué e dal segretario di stato Powell, in Madrid il 10
aprile 2002, il nuovo accordo ha validità fino al 2010
31
. Tra le altre cose
questo patto rinnovava l’utilizzo congiunto delle basi di Morón de la
27
Aznar exige un compromiso más firme que nunca, «La Voz de Galicia», 12/09/2001.
28
Compromiso Antiterrorista, patto contro il terrorismo stipulato tra PP e PSOE. Prevede il blocco
finanziario a qualsiasi unione, organizzazione, attività o partito politico legato al terrorismo. Prevede, inoltre,
il blocco dei fondi personali dei terroristi, e in campo giudiziale istituisce la condanna massima per i reati di
terrorismo. www.la-moncloa.es.
29
Centro Superior de Información de la Defensa.
30
K. RICHBURG, «Washington Post», 19/12/2001.
Si consultino inoltre le pubblicazioni ai siti internet: www.elpais.es/temas/textos/pacto.html,
www.esmas.com, http://spanish.people.com.cn/spanish/home.html.
31
El Gobierno autoriza a unidades de inteligencia de EEUU a colaborar con sus homólogas españolas,
pubblicato in www.libertaddigital.com, 10/04/2002.
21
Frontera (aerea), Siviglia, Rota (aeronavale), Cadice, ed autorizzava i
servizi militari d’Intelligence e d’investigazione criminale nordamericani a
lavorare in Spagna in missioni informative, di vigilanza delle proprie
installazioni, e in operazioni congiunte con le forze spagnole (sempre sotto
il comando americano).
Prima di questo accordo e nelle settimane successive all’11-S, la Spagna
aveva già permesso agli Stati Uniti di utilizzare i centri di Rota e Morón.
Questo era avvenuto sotto l’egida di Libertad Duradera
32
, l’operazione
militare di combattimento globale contro il terrorismo ideata da Bush, a cui
Aznar aveva subito aderito, perché esattamente corrispondente a ciò che lui
stesso aveva in mente. Il ministero della difesa spagnolo fornì al Pentagono
anche un elenco di capacità belliche consistente in fregate, sottomarini,
aerei per il rifornimento in volo e di appoggio logistico, unità terrestri per
operazioni speciali, ingegneri, squadre di trasmissione e l’Escalón Médico
Avanzado
33
. Unità di superficie spagnole furono mandate nell’Oceano
Indiano in missione di vigilanza, per eventuali intercettazioni di traffici
navali sospetti. La Spagna apportò anche contributi aeronavali agli
operativi specifici della NATO nel Mediterraneo orientale
(EUROMARFOR)
34
e alla vigilanza americana dello spazio aereo.
32
Libertad Duradera, o Justicia Infinida. www.aire.org/umaadz/hojas/libert_dura.html.
33
Unità medica militare per le situazioni d’emergenza. Per maggiori approfondimenti si consulti il sito
internet ufficiale: www.ejercito.mde.es.
34
EUROMARFOR, Forza Marittima Europea. www.marina.difesa.it/attivita/incorso/euromarfor