DOPPIAGGIO O SOTTOTITOLAZIONE - Una scelta nell'apprendimento delle lingue straniere
Abbiamo raccontato una storia italiana che comincia negli anni Trenta con la diffusione di una novità tecnica di fronte alla quale, come sempre, l’Italia risulta impreparata.
In questo caso, fu l’avvento del sonoro nel cinema, e abbiamo visto come già nel 1932, brillantemente, si riuscì a colmare i ritardi e a sviluppare un’industria, quella del doppiaggio, che ha caratterizzato la fruizione dei film da parte del nostro pubblico.
È stata l’importanza del mercato italiano per l’industria cinematografica statunitense a far nascere il doppiaggio, diventato poi un mezzo per affezionarci alle grandi star di Hollywood, e anche uno strumento molto utilizzato dagli stessi registi italiani per migliorare la recitazione degli attori. Ma siccome, per fortuna, i tempi cambiano, e dopo ottantasei anni il mondo non è più lo stesso, oggi è globale e quindi più piccolo, lo stesso pubblico italiano è diventato molto più esigente ed acculturato.
Da almeno una decina di anni, in Italia, due fenomeni procedono in parallelo. Il doppiaggio, per ragioni industriali, è sempre più raffazzonato e perde qualità e cresce la consapevolezza che si può scegliere certamente di vedere un film doppiato, ma che si sta vedendo un film diverso da quello voluto dal regista. In altre parole, cresce la consapevolezza che un’opera d’arte ha una sua integrità e non può essere alterata da altri; aumenta la sensibilità culturale di capire la differenza tra una riproduzione della Gioconda a Roma e l'originale al Louvre, che non è la stessa cosa ascoltare Bruce Springsteen alla radio invece che vederlo live al Circo Massimo.
Accertato il presupposto che quando parliamo di un film in lingua originale e uno doppiato stiamo parlando di due cose differenti, si può stare a discutere all'infinito dei pro e i contro di entrambe le soluzioni. La fruizione del film è soggettiva, varia da persona a persona per mille motivi; insomma, nessuno godrà dello stesso film allo stesso modo, e su questo il regista non può avere nessun controllo. La cosa più saggia sarebbe, perciò, quella di far scegliere agli spettatori come vedere un film, doppiato o sottotitolato. Ma se la corporazione dei doppiatori italiani non consente che una metropoli come Roma abbia
almeno un quarto delle cento sale di Parigi dove si proiettano le versioni originali dei film, il dibattito è destinato a continuare.
Il doppiaggio dei film stranieri è un albero che sta dentro una foresta che nell’ultima parte del nostro lavoro abbiamo tentato di guardare dall’alto. Un Paese come l’Italia con un grande mercato ci ha abituato alla traduzione non solo dei film, ma di qualsiasi cosa, dai libri sino alle istruzioni per l’uso di qualsiasi oggetto. Non avvertivamo fino a qualche tempo fa la necessità che la globalizzazione ci ha imposto, saper parlare una seconda lingua per comunicare con il mondo. Ciò che Paesi molto più piccoli, come la Finlandia, hanno capito tanto tempo fa e che non a caso ha consentito loro di diventare più ricchi e più istruiti.
Abbandonare il doppiaggio dei film, o comunque limitarlo, potrebbe essere il segnale importante che anche l’Italia ha individuato un problema vero e che intende risolverlo non a chiacchiere ma con azioni concrete. Certo, per parlare una lingua straniera, non basta vedere tanti film in lingua originale, sarebbe semplicistico, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. A condizione che parlare una seconda lingua nel 2016 sia considerata una grande opportunità soprattutto per i nostri giovani in cerca di un lavoro dignitoso là dove si trova. Se, al contrario, decidiamo o abbiamo deciso che questo è un problema secondario o piccolo, andiamo avanti così, con la forza dell'abitudine. Da parte mia, ho cercato di lanciare un sassolino nello stagno.
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Informazioni tesi
Autore: | Marina Scoppetta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Roberta Mastrofini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
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