''Scuole di frontiera'' L'immigrazione e l'inserimento dei minori stranieri nelle scuole della Valle Camonica
Il tema dell’immigrazione è attuale e rilevante per la società italiana; l’Italia, infatti, si è trasformata da una terra di forte emigrazione a un Paese di immigrazione, per cui l’incontro con lo straniero è una pratica quotidiana nella nostra vita.
Tra gli immigrati presenti in Italia non vi sono solo adulti ma anche molti minori stranieri arrivati a seguito di ricongiungimenti famigliari oppure nati direttamente nel nostro Paese da genitori di altre nazionalità.
Uno dei temi fortemente connessi a quello della presenza di minori stranieri è il tema della scolarizzazione. La scuola è il luogo per eccellenza della comunicazione e del dialogo, un crocevia di scambi e interazioni molteplici e connesso al fenomeno migratorio risulta essere altresì un laboratorio di sperimentazione delle diversità e del confronto tra culture differenti.
L’obiettivo che mi sono posta con il mio lavoro è stato quello di individuare quali sono state e sono tuttora le problematiche affrontate dalle scuole per favorire l’inserimento degli alunni stranieri e nello stesso tempo quali sono i primi tentativi di risoluzione, che seguono per lo più la strada dell’educazione interculturale come canale preferenziale di soluzione delle difficoltà.
Per fare ciò ho ristretto il mio campo di analisi al territorio della Valle Camonica, una valle nella provincia di Brescia che è stata da me utilizzata come microambiente di riferimento alla più ampia situazione italiana. Questa scelta è stata dettata da tre motivi principali : innanzitutto anche la Valle Camonica come l’Italia è diventata da terra di emigrazione a luogo di immigrazione; secondo perché essa è un esempio lampante di come il fenomeno immigratorio non interessi più soltanto le grandi città ma anche i piccoli territori e per ultimo perché si trova in una regione come la Lombardia e una provincia come quella di Brescia che sono tra quelle che presentano la più alta numerosità di presenza straniera.
Per ricavare le mia conclusioni ho fatto un' indagine sul campo ed ascoltato le dirette testimonianze dei soggetti coinvolti nel processo educativo e che vivono giornalmente a contatto con i bambini e i ragazzi, ossia gli insegnanti. Insegnanti scelti tra il corpo docente di una scuola in particolare, la scuola elementare di Boario che per la sua collocazione geografica ( si trova proprio all’inizio del territorio valligiano) e per la presenza di una autostazione da cui partono a arrivano continuamente pullman dalle principali città vicine ( Brescia, Bergamo, Milano) si trova ad essere il primo paese nel quale gli stranieri pongono la proprio residenza.
Il primo risultato a cui sono potuta giungere è innanzitutto questo: la maggior parte delle scuole, sia della Valle Camonica come dell’Italia in generale, sono quasi del tutto impreparate a accogliere alunni stranieri e di fronte al loro arrivo applicano soluzioni di emergenza volte a tamponare i problemi più evidenti, quali l’insegnamento della lingua italiana; ma non vanno oltre.
E’ stato però significativo scoprire come ci sono invece alcuni istituti scolastici, pochi ma di anno in anno sempre più numerosi, che si stanno impegnando nella realizzazione di progetti più concreti di integrazione che vanno dalla cooperazione tra più scuole ( illustrato nel paragrafo dedicato ai progetti di alcune scuole della Valle Camonica), alla cooperazione tra le scuole e il territorio circostante nei suoi Enti locali ( presente nel paragrafo dedicato al progetto “Al Suq” ) per favorire da un lato l’accesso a fondi e finanziamenti, dall’altro l’inserimento degli alunni e delle loro famiglie sia nell’ambito scolastico che al di fuori di esso, nella società.
Queste scuole così attive sul territorio sono scuole che affrontano giornalmente moltissimi problemi ma che si pongono l’obiettivo di essere soprattutto dei luoghi i socializzazione, in cui la figura dell’insegnante assume un ruolo cruciale in quanto egli non assolve solo alla funzione di trasmettere il sapere ma ricopre svariati ruoli: assistenza sanitaria, consulenza legale, orientamento professionale.
Le “scuole di frontiera”, così chiamate perché si trovano sul confine verso importanti cambiamenti prefigurano in realtà la normalità della vita scolastica di domani, una normalità fatta di classi eterogenee dal punto di vista della lingua, della religione, delle tradizioni, insomma classi meticce.
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Informazioni tesi
Autore: | Annalisa Padova |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Francesca Forno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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FAQ
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