''La neve che non c'è più'' . Aspetti storici e antropologici di un'antica pratica montana nella Sicilia sud orientale
Cercare di rintracciare la linea che ha portato nel corso della storia alla costruzione di una rete di depositi in cui veniva raccolta la neve per scopi di varia natura, significa seguire i passi di diverse civiltà sparse nel Mediterraneo che hanno beneficiato di una risorsa atipica all’interno del contesto geografico e culturale in cui è esistita. Tra il 1500 e il 1900, dalle Madonie ai Nebrodi, dai monti Peloritani all’Etna per passare infine all’Altopiano degli Iblei crebbe una realtà legata al lavoro della raccolta della neve, che ha dato forma a una serie di costumi e usanze.
La possibilità di implementare attività economiche collaterali fu di aiuto nelle zone montuose dell’isola dove la fame era all’ordine del giorno.
Leggendo la vasta indagine sui mestieri tradizionali in Sicilia curata da Antonino Buttitta alla fine degli anni ottanta , non può non colpire l’assenza di questo tipo di attività.
Per quanto conosciute e scarsamente valorizzate, le neviere siciliane rappresentano una traccia indelebile del territorio regionale. Abbandonate, alcune semi-distrutte, altre riadattate per diversi scopi, i nevai ancora esistenti nell’area iblea presentano una forma semplice e la loro struttura cristallina ne fa uno dei capolavori dell’architettura minore siciliana.
Ciò dimostra l’importanza che ha avuto il fenomeno dell’espansione dell’industria legata al commercio della neve. Le popolazioni che ebbero a che fare con il suo utilizzo acquisirono una maggiore consapevolezza della possibilità di investire parte del loro capitale umano e finanziario per la crescita dell’attività di raccolta.
Sino al secolo scorso si commerciava la neve da Trapani a Tunisi su navi a vela e le neviere che rifornivano Palermo erano due sole: una sui monti dietro Monreale ed una, della “Busambra”, presso Corleone . Dall’altipiano degli Iblei, invece, la neve veniva inviata alle città sulla costa ionica e mediterranea, fino a raggiungere l’isola di Malta. A Buccheri, in provincia di Siracusa, erano all’incirca venticinque le neviere in attività agli inizi del secolo XX; peraltro nelle immediate vicinanze del paese troviamo altre costruzioni adibite alla conservazione della neve: a Palazzolo Acreide, Buscemi, Sortino e Vizzini.
In provincia di Ragusa spiccano le neviere a spiovente di Chiaramonte Gulfi, i resti delle neviere “S. Caterina” e “S. Bartolomeo” a Giarratana, le presenze negli atti del decurionato di Monterosso Almo della vendita in piazza di alcuni carichi di neve, i depositi del ghiaccio a Ragusa Ibla. A differenza dell’attività di raccolta della neve che si è avuta nelle altre zone montuose della Sicilia, quella di Buccheri e in misura minore quella di Chiaramonte Gulfi, presenta un’organizzazione del processo lavorativo ben pianificata e protratta nel tempo.
Menzionare dunque la parola neviera dimenticandosi della Sicilia, significa negare dignità all’arte artigianale della grande pasticceria siciliana, prodotta dalle classi più povere a servizio dei ceti più abbienti dell’isola.
Obiettivo di questo lavoro è offrire un valido spunto al prosieguo dell’attività di ricerca sino ad ora compiuta da alcuni studiosi locali in maniera frammentaria, dando una nuova e più sistematica interpretazione antropologica alle fonti utilizzate per la ricostruzione storiografica dell’attività dei nevaioli siciliani.
Nel primo capitolo si guarda a quest’attività in una scala più ampia, quella del Mediterraneo, descrivendo la raccolta, la produzione e la conseguente costituzione delle Società per la vendita della neve. Il secondo capitolo prende invece in considerazione sia le diverse tipologie costruttive con cui sono state edificate le neviere siciliane che i materiali da costruzione impiegati. Il terzo capitolo si focalizza sui diversi tipi di consumo del prodotto ricavato dalla lavorazione della neve. Per finire, l’ultimo dei capitoli, offre una panoramica sulle forme di trasporto e di commercializzazione della neve, compiuti da abili mulattieri e carrettieri dopo, lungo le trazzere che portavano alla marina dove sorgeranno le prime botteghe del ghiaccio.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Carmelo Brafa Musicoro |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Alessandro Lutri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 79 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Migrazioni femminili in Sicilia, l'importanza delle tradizioni nell'integrazione interculturale
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi