L’interlingua di apprendenti italiani di inglese L2: un case study
Il presente elaborato, che si articola in tre capitoli, si propone di trattare il fenomeno dell’interlingua sia da un punto di vista teorico che sperimentale. L’idea di trattare questo argomento è nata dalla volontà di approfondire la conoscenza di un nuovo approccio alla “lingua dell’apprendente” allo scopo di ottenere degli utili suggerimenti da applicare in ambito didattico. Infatti, il desiderio di lavorare nel campo dell’insegnamento mi ha spinta a prendere in considerazione questo argomento poiché ho ritenuto che potesse essere utile per la mia carriera futura imparare a valutare le produzioni di un apprendente in maniera positiva, non considerando gli errori come “una forma deviante”, così come insegna l’approccio di interlingua.
Nel primo capitolo saranno innanzitutto fornite alcune precisazioni terminologiche allo scopo di trattare con maggiore chiarezza un fenomeno così complesso quale l’acquisizione di una lingua diversa da quella materna, che nel presente elaborato sarà indicata con la sigla L2. Inoltre, verranno illustrati e confrontati due modelli teorici di riferimento nell’ambito degli studi sull’acquisizione del linguaggio (Chomsky, 1965; Skinner, 1957), considerato il fatto che a partire da tali modelli si sono sviluppati due tipi di approccio all’errore dell’apprendente. Inoltre, verrà illustrata una delle prime teorie formulate a proposito dell’acquisizione della L2 (Schumann, 1972), data l’importanza da essa attribuita all’influenza che gli aspetti individuali e sociali possono esercitare sul processo di apprendimento.
Il secondo capitolo rappresenta il fulcro teorico di questa trattazione. Infatti, esso affronterà il principale argomento del presente elaborato, ossia l’interlingua. Allo scopo di introdurre tale argomento, verranno presentate alcune delle prime definizioni fornite a proposito della “lingua dell’apprendente” (Corder, 1967; 1971; Nemser, 1971). Verranno in seguito illustrati il modello teorico elaborato da Selinker (1972) e, in particolare, la celebre definizione da lui fornita, che si è imposta nell’ambito degli studi sull’acquisizione della L2, ossia quella di “interlingua”. Considerata la notevole influenza esercitata da tale modello teorico sulle ricerche in ambito acquisizionale, sarà tracciato un excursus storico sullo sviluppo degli studi sull’interlingua. Innanzitutto, saranno presentati i risultati ottenuti da un filone di ricerca denominato Morpheme Studies, nell’ambito del quale si cercò di verificare l’esistenza di sequenze acquisizionali universali (Dulay & Burt, 1973; 1974; Bailey, Madden & Krashen, 1974) allo scopo di capire se l’acquisizione della L2 fosse il risultato di un processo innato. Verrà quindi illustrata una delle teorie più influenti e discusse a proposito dell’acquisizione della L2, principalmente ispirata a tali ricerche, ossia il Modello del Monitor di Krashen (1977; 1981; 1982; 1985). In seguito, si parlerà di alcuni importanti progetti che, in ambito europeo, hanno investigato il fenomeno dell’interlingua attraverso degli studi trasversali e longitudinali...
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Informazioni tesi
Autore: | Lucia Rosa Attianese |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere Moderne |
Corso: | Lingue e letterature moderne euroamericane |
Relatore: | Mikaela Cordisco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 136 |
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