La Libertà dalle convenzioni: l'incontro sinergico tra impressionismo e mercato dell'arte

Si considera momento della nascita del moderno mercato dell’arte l’avvento e la diffusione della corrente pittorica dell’Impressionismo nella Francia della seconda metà dell’Ottocento. È infatti grazie all’intuizione di importanti mercanti d’arte se le opere di artisti ad oggi conosciuti ed ammirati come Monet, Manet, Renoir hanno avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare dal pubblico.
Nei suoi centocinquant’anni di storia il mercato dell’arte ha conosciuto fasi alterne, ma non è mai stato investito da crisi irreversibili: l’arte stessa è infatti considerata un bene duraturo nel tempo, e per questo motivo maggiormente propensa ad essere oggetto di investimento.
La diffusione delle grandi gallerie d’arte e case d’asta, che hanno affiancato le tradizionali gallerie di provincia, ha profondamente innovato e mutato la fisionomia stessa del mercato dell’arte moderna: accanto al tradizionale collezionista, che acquista l’opera per il piacere edonistico di ammirarla entro le proprie mura domestiche, si sono affacciati in questo segmento del mercato gli investitori, coloro che acquistano le opere al fine di rivenderle e ricavarne profitto.
Il rischio, tuttavia, è quello di ritrovarsi con artisti ed opere dalla fama effimera, il cui brand è destinato a dissolversi nel giro di pochi decenni. Non così è accaduto per l’Impressionismo: ancora oggi, infatti, i suoi esponenti, anche più recenti, godono di fama ed apprezzamento.
L’Impressionismo moderno, infatti, sebbene abbia mantenuto la tradizionale tecnica pittorica dei Maestri dell’Ottocento, si caratterizza per l’aver impresso all’opera d’arte un messaggio del tutto nuovo, che si inserisce nella scia dell’arte contemporanea e delle avanguardie, che vogliono l’opera come veicolo di un messaggio, che induca lo spettatore non solo ad emozionarsi, ma anche a riflettere.